TBOND BUND (VM 1984) 2012: la profezia dei Maya o la rinascita

Un secondo punto cardine è ciò che si può chiedere o non chiedere alla Germania, Paese fulcro dell’Eurozona. Berlino è per certi aspetti il capro espiatorio nominato, paradossalmente per molti nel mondo sta diventando ciò che non è, cioè il responsabile della crisi dell’Eurozona. In modo diverso sia Stati Uniti che Gran Bretagna (Paesi in cui ha preso il via la crisi immobiliare e finanziaria), sia i Paesi del Sud Europa, ed ora anche la Francia guidata dal neo presidente Hollande, chiedono alla Germania di Merkel e Schäuble di essere più morbida, di non insistere troppo sul rigore.
Berlino ha guadagnato con l’euro ma ha anche contribuito non poco, spesso lo si dimentica, ai salvataggi. Non essendo responsabile della crisi ed essendo uno degli esempi, insieme alla Svizzera, dei Paesi che hanno attuato l’accoppiata rigore-crescita, la Germania difende la sua linea. Nel G20 come nell’Eurozona, Berlino è disponibile a compromessi, ma solo in presenza di passi concreti, questo è il punto. Si possono chiedere gli eurobond se però si attuano davvero i risanamenti dei conti. Si può chiedere l’Unione bancaria per i Paesi euro, con un Fondo di garanzia unico, se si accetta però una sorveglianza concentrata nella BCE. Non si dovrebbero più chiedere, a Berlino o ad altri, assegni in bianco o simili.
Lino Terlizzi
19.06.2012


la nostra quazzo di spending review? il taglio/razionalizzazione della spesa pubblica? le dismissioni? la riduzione delle provincie? legge anticorruzione?

figioeu, sono tutti in itinere al meglio, o solo pezzi di carta
pensioni, patrimoniale( IMU), art18 sono realizzati
ma la casta che ci ha immerdato è ancora lì, potente e prepotente e non ha rimunciato per ora a NULLA ( rimborsi elettorali inclusi)
 
Sul secondo capitolo principale, quello del franco, vi sono state due conferme: la difesa ad oltranza del cambio a 1,20 con l’euro; i tassi di riferimento ai minimi, attorno a quota zero. Ma forse il fattore più interessante è nelle poche parole pronunciate da Thomas Jordan al termine della sua esposizione sull’1,20: «Siamo disposti a prendere in ogni momento misure supplementari». Nel quadro delle tensioni economiche citate, sono parole che sembrano ora lontane dalla formalità, che lasciano indovinare che la nuova trincea potrebbe esser fatta non solo di ingenti acquisti di euro come è stato da settembre ad oggi, ma anche, se la situazione attorno alla Svizzera peggiorasse e se il franco prendesse nuovamente l’ascensore come valuta rifugio, di altri provvedimenti straordinari. Jordan ieri si è pronunciato contro la creazione di un Fondo sovrano svizzero per investire franchi all’estero, descrivendolo come uno strumento inefficace e lesivo dell’autonomia della BNS. Le voci su una riedizione di tassi negativi sui capitali investiti in franchi, già utilizzati negli anni Settanta (peraltro all’epoca senza grande successo), non hanno trovato sin qui conferme. La BNS non vuole evidentemente bruciare altre proposte, che ora sarebbero premature. Il fatto però che si pensi a tutti gli scenari per il franco in una situazione come questa è un dato in sé necessario. Può darsi che l’1,20 tenga. Ma se non tenesse, ed anche questa è un’eventualità, sarebbe un grave errore farsi trovare totalmente impreparati. 15.06.2012 - 05:53
Lino Terlizz
 
Un secondo punto cardine è ciò che si può chiedere o non chiedere alla Germania, Paese fulcro dell’Eurozona. Berlino è per certi aspetti il capro espiatorio nominato, paradossalmente per molti nel mondo sta diventando ciò che non è, cioè il responsabile della crisi dell’Eurozona. In modo diverso sia Stati Uniti che Gran Bretagna (Paesi in cui ha preso il via la crisi immobiliare e finanziaria), sia i Paesi del Sud Europa, ed ora anche la Francia guidata dal neo presidente Hollande, chiedono alla Germania di Merkel e Schäuble di essere più morbida, di non insistere troppo sul rigore.

Berlino ha guadagnato con l’euro ma ha anche contribuito non poco, spesso lo si dimentica, ai salvataggi. Non essendo responsabile della crisi ed essendo uno degli esempi, insieme alla Svizzera, dei Paesi che hanno attuato l’accoppiata rigore-crescita, la Germania difende la sua linea. Nel G20 come nell’Eurozona, Berlino è disponibile a compromessi, ma solo in presenza di passi concreti, questo è il punto. Si possono chiedere gli eurobond se però si attuano davvero i risanamenti dei conti. Si può chiedere l’Unione bancaria per i Paesi euro, con un Fondo di garanzia unico, se si accetta però una sorveglianza concentrata nella BCE. Non si dovrebbero più chiedere, a Berlino o ad altri, assegni in bianco o simili.
Lino Terlizzi

19.06.2012


la nostra quazzo di spending review? il taglio/razionalizzazione della spesa pubblica? le dismissioni? la riduzione delle provincie? legge anticorruzione?

figioeu, sono tutti in itinere al meglio, o solo pezzi di carta
pensioni, patrimoniale( IMU), art18 sono realizzati
ma la casta che ci ha immerdato è ancora lì, potente e prepotente e non ha rimunciato per ora a NULLA ( rimborsi elettorali inclusi)

:up:
amigu meu , TI STIMO PER QUELLO CHE HAI SCRITTO :up:

il problema non e' solo la costruzione dell'euro balorda ,ma il modo italiano di volerla affrontare , il MAL DI CASTA :rolleyes: :wall:
 
guarda a questo punto, quello che dice il nanu fa comodissimo a monti e all'Italia dal punto di vista tattico al prossimo vertice e se le cose non cambiano comunque si deve pensare e veloci anche all'ipotesi più radicale
per quanto zilvio sia dannoso , la sua dinamicità può essere ammaliante
...certo...basta che minacci di rimandarglielo la prox volta completo di corna e kukù ' :lol:
 
JpMorgan: perdite in derivati possono arrivare a 9 mld $ (New York Times)


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 28 giu - Jp Morgan potrebbe registrare perdite finali su derivati intorno a 9 miliardi di dollari. E' quanto riporta il New York Times, citando una proiezione interna alla banca. La banca d'affari Usa a maggio aveva reso noto di aver perso 2 miliardi di dollari su transazioni realizzate dall'ufficio di Londra e aveva ammesso che le perdite in futuro avrebbero potuto gonfiarsi.
liz
(RADIOCOR) 28-06-12 10:08:16



da 2 a 4 a 9 mld ....


dai, apriamo le scommesse
per me alla fine sono 20 mld :D:D :cool::cool::cool:
 
Unicredit Pamplona, le mani dei fondi esteri sul sistema Italia

Il Corsera si spaventa dopo la mossa di Pamplona e lancia l'allarme. Tra pessimismo e realtà, il capitalismo italiano si scopre debole


l problema lo hanno spiegato efficacemente questa mattina altri giornali. Ieri al 5% di Unicredit non è salito un fondo inglese ma bensì una società con capitali russi e spalle protette dai tedeschi di Deutsche Bank. Insomma proprio uno di quegli incubi che aveva teorizzato a sua tempo Bernabè. Ma il problema non è solo questo. Il Corsera infatti è andato su tutte le furie scoprendosi nazionalista perchè è perfettamente consapevole che se la prima banca sistemica italiana è vulnerabile, allora lo è anche Mediobanca (di cui Unicredit è il primo azionista) e lo è anche Generali (di cui Mediobanca è principale azionista) e per finire lo è anche lo stesso Corriere, anche lui inserito nel circuito Unicredit Mediobanca.






.... ci stanno comprando, e a prezzi di pre-dafault
volià il gioco della merkel :rolleyes:
poi garantisce lei per le bamche italiane.... quando saranno di proprietà tedesca
e del resto la via dell'acquisto 'privato' è l'unica possibile, e in tempi rapidi anche
dato che quella dell'intervento 'pubblico' pare destinata a una troppo lenta evoluzione
 
Il rame è legato all'immobiliare come potete immaginare... e cmq l'andamento delle commodities sta diventando estremamente ciclico...

il Rame ??
ariecco il mio
 

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