TBRONX-OIL-V.M. 85 ASTENERSI PERDITEMPO W LU PILU (1 Viewer)

gastronomo

Forumer storico
Il costo dell’Europa disunita




Ma non doveva essere, questa, una crisi americana, scatenata dai mutui subprime americani e dal capitalismo yankee? Allora perché le banche europee sembrano soffrire più della loro controparte statunitense? Se nessuno si è sentito rincuorato dal voto di venerdì al Congresso americano, per l'approvazione del pacchetto di salvataggio da 700 miliardi di dollari per le banche americane, si può dire che nemmeno in Europa si siano mantenuti i nervi saldi, a giudicare dagli annunci frettolosi dei governi per assicurare un'ulteriore protezione ai risparmiatori.
Forse il peggio deve ancora venire, e non solo nel sistema finanziario, bensì nell'economia reale. Gli ultimi avvenimenti in Europa metteranno a tacere le pretese dei politici e di alcuni commentatori che il modello europeo di capitalismo, e specie quello finanziario, sia in qualche modo superiore a quello angloamericano, solitamente tacciato di maggior spregiudicatezza. Che si tratti di una valutazione errata — o quanto meno ingannevole — è già stato dimostrato dal fatto che le banche europee, in questa crisi, hanno subito maggiori perdite totali, per colpa dei prestiti senza copertura, rispetto alle banche americane: 181 miliardi di dollari contro 150, secondo il Financial Times, che cita un'analisi dell'agenzia di ricerca Creditflux. Se le banche europee fossero state più stabili, caute, meglio controllate e meno spregiudicate, allora questo non sarebbe accaduto.
Le perdite delle banche europee sono da addebitare al massiccio acquisto di derivati sui mercati americani. Esse hanno altresì prodotto in proprio un certo numero di derivati, ma la maggior parte proveniva da oltreoceano. Allora, possiamo ancora gettare la colpa sugli Stati Uniti? Tanto per cominciare, le banche europee non erano costrette all'acquisto, e coloro che esercitavano i controlli potevano anche impedir loro di accumulare riserve così ingenti. Ma lo hanno fatto, perché lo ritenevano redditizio. Oggi l'Europa deve affrontare tre distinte tempeste, che complessivamente rischiano di infliggere ingenti danni. Una viene dai derivati americani. Un'altra, tuttavia, viene dall'aumento delle insolvenze sui prestiti nel mercato immobiliare europeo, dove i prezzi sono ora in discesa, in particolare in Irlanda, Gran Bretagna, Spagna e Francia. La terza, imminente, ha l'aspetto di una progressiva recessione economica, aggravata dai tagli al prestito effettuati dalle banche, che provocheranno parecchi fallimenti, sia familiari che aziendali, che andranno a sommarsi nuovamente alle perdite e alle sofferenze bancarie. L'incertezza sulla reale portata di queste difficoltà e sulle debolezze ancora nascoste nei bilanci bancari basta oggi ad affossare i mercati azionari.
Come sempre, però, l'insicurezza principale e immediata riguarda quello che i governi possono fare per arginare il problema. I mercati saranno anche più capaci dei governi per stanziare i capitali, inventare tecnologie e interpretare le preferenze della gente, ma in tempo di crisi solo i governi dispongono di risorse sufficienti per trovare una via d'uscita, perché rappresentano l'intera nazione e tutti i suoi contribuenti. Nazione: parola d'importanza cruciale. Il governo Usa ha suscitato polemiche tra i suoi contribuenti per l'impiego di denaro pubblico allo scopo di nazionalizzare prima due gigantesche società ipotecarie, poi la compagnia di assicurazioni Aig ed ora per acquistare debiti per 700 miliardi di dollari. Ma almeno ha agito, e lo ha fatto più celermente e risolutamente di quanto non fece il governo giapponese durante la crisi finanziaria degli anni '90.
Quasi certamente sarà costretto a intervenire nuovamente, con un altro enorme pacchetto destinato a iniettare nuovo capitale nelle banche. E così dovrà fare anche l'Europa. Ma il problema in Europa è che ci sono tante nazioni, che rifiutano di cooperare tra di loro. È un dato inevitabile, ma anche deludente e preoccupante. È inevitabile, perché i distinti governi nazionali saranno sempre dalla parte del proprio elettorato e dei propri contribuenti. Per questo l'Irlanda si è affrettata, la settimana scorsa, a garantire i suoi depositi bancari malgrado il rischio di destabilizzare i sistemi finanziari degli altri Paesi europei, risucchiando i depositi; ed è per questo che l'Olanda si è precipitata a nazionalizzare la quota olandese di Fortis, la banca belga in difficoltà che l'aveva appena acquistata dall'ex banca olandese, Abn-Amro. È deludente constatare come questi governi non riescono a coordinarsi gli uni con gli altri, malgrado i regolari incontri e la moneta unica. La lezione da trarre, sia dagli interventi americani che dalla crisi finanziaria giapponese degli anni '90, è che alla fin fine il sistema bancario sarà stabilizzato soltanto dallo sforzo del governo per ricapitalizzare le banche. Questo può e deve essere fatto tramite «titoli preferenziali» contro capitale, proprio come ha fatto il grande investitore Warren Buffett con Goldman Sachs a New York: a lui andrà un dividendo annuale del 10 per cento, e questo possono esigere anche i governi.

In Europa, al momento, la ricapitalizzazione verrà effettuata da ogni singolo Paese, e probabilmente con pacchetti diversi varati dai singoli governi, il che potrebbe sortire l'effetto opposto, ovvero la destabilizzazione. Per questo motivo, è un vero peccato che la proposta di Francia e Olanda, condivisa anche dall’Italia, a favore di un fondo collettivo di ricapitalizzazione per l'Unione Europea sia stata così fermamente respinta dalla Germania, oltre che da altri Paesi membri. È una soluzione che, prima o poi, si rivelerà indispensabile. E più l'Europa aspetta, tanto maggiori saranno le risorse da destinare al progetto.
Bill Emmott
07 ottobre 2008
 

shabib

Forumer storico
Qualche giorno fa parlavamo delle pressioni inflattive provenienti dall'asia, stagflazione ecc ecc.
Ovviamente a bocce ferme.
Ma le bocce non si fermano mai, e la Cina sta schiattando, e le pressioni inflattive globali ora diminuiscono grandemente...............
terzo di quel tesoretto, infatti, è andato a finanziare il paese più indebitato del pianeta: non sia mai che ai "maledetti americani" salti in mente di combinare qualche altro brutto scherzo.


e' paradossale che proprio i campioni del comunismo si siano fatti fregare ...la fregatura cmq e' sopratutto del popolo , :rolleyes: che aveva cercato di gudagnare in borsa sulla falsariga dei piccoli capitalisti , tuttavia non scordiamo che i 1800 mld di $ stanno nelle casse dello stato cinese e che se questo sara' capace , ne potra' ridare benefici alla sua popolazione :D ...insomma i cinesi si sono fatti la prima vaccinazione , adesso sta al loro stato varare misure atte a far fruttare i $ e mantenere il benessere interno anche con acquisizioni all'esterno...(con tutti quei $ si possono comprare fisicamente industrie e assets fisici notevoli)...:cool:
 

alan1

Forumer storico
Non c'è nessun reale rapporto economico tra la borsa cinese e la sua economia.

Quella borsa ha solo una partecipazione speculativa, non rifletta nessun fondamentale economico.

C'è invece un rapporto tra la borsa USA e l'economia USA,
l'economia cinese è influenzata dall'economia USA e quindi dalla borsa USA.

Ma l'economia cinese, se è vero che soffrirà la crisi globale, è anche vero che soffrirà meno di altre, giacchè produce manufatti indispensabili e di ampio consumo globale.

L'economia è fatta di cicli, con le naturali enfasi di esagerazione e sgomento umane, ma rimane la tendenza di fondo di lungo periodo che ha carattere fondamentale.

La direzione verso l'inflazione globale è ormai tracciata,
come tutte le cose non assume la forma di una linea retta, ma zizzagherà, lasciando intendere che vi siano alterazioni momentanee.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Premesso che come gia sottolineato piu volte questa crisi me la immaginavo spostata di un paio d'anni in avanti in quanto pensavo che avrebbero ancora un po perseguito il profitto sfrenato della leva finanziaria devo dire che quello che sta avvenendo è proprio quello che mi aspettavo sebbene immaginassi le banche centrali nel loro complesso piu aggressive.

Personalmente il mercato per il momento non ha apprezzato gli avvenimenti accaduti secondo me per diversi motivi:

1)Mancata reazione congiunta delle autorità monetarie e politiche
E' evidente che reazioni diverse e non coordinate possono accentuare ancora di più gli squilibri già esistenti portando ulteriore dislocazione di capitale nel sistema. Il voler a tutti i costi sostenere la diversità delle varie realtà ha in realtà contribuito ad ulteriore differenziazione e quindi ad ulteriori debolezze sistemiche
2)Evidenza assoluta che la politica e le banche centrali avevano la volontà di ridurre ai minimi termini il cosidetto sistema delle shadow banking, cioè quel sistema nato al di fuori del meccanismo tradizionale bancario e sviluppatosi in maniera abnorme. Il ricatto sulle materie prime è stata sicuramente la goccia che ha fatto traboccare il vaso...
3)timore che ora occorrano politiche monetarie maggiormente accomodanti in quanto è evidente che il contagio si sta trasmettendo all'economia reale

Ora cosa può permettere ai mercati di reagire a questa situazione molto negativa?

1)Una riduzione degli spread sui tassi a breve.
Dai commercial paper all'OIS al libor i tassi a breve segnalano una mancanza assoluta di fiducia sistemica superiore a quella vista nel 1987. In realtà anche se lentamente alcune mosse messe in piedi dalla FED quali il pagamento degli interessi sui soldi depositati presso la FED, l'intervento sul mercato dei fondi monetari e l'intervento con il riacquisto di MBS sul mercato dell'immobiliare dovrebbero nel giro di qualche tempo ridurre la tensione su questi tassi.

2)Un intervento coordinato delle autorità monetarie a sostegno dell'economia reale, se non direttamente coordinato almeno indirettamente

3)Un bottom dell'economia reale che sarebbe aiutata dagli interventi monetari in corso.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Non c'è nessun reale rapporto economico tra la borsa cinese e la sua economia.

Quella borsa ha solo una partecipazione speculativa, non rifletta nessun fondamentale economico.

C'è invece un rapporto tra la borsa USA e l'economia USA,
l'economia cinese è influenzata dall'economia USA e quindi dalla borsa USA.

Ma l'economia cinese, se è vero che soffrirà la crisi globale, è anche vero che soffrirà meno di altre, giacchè produce manufatti indispensabili e di ampio consumo globale.

L'economia è fatta di cicli, con le naturali enfasi di esagerazione e sgomento umane, ma rimane la tendenza di fondo di lungo periodo che ha carattere fondamentale.

La direzione verso l'inflazione globale è ormai tracciata,
come tutte le cose non assume la forma di una linea retta, ma zizzagherà, lasciando intendere che vi siano alterazioni momentanee.


Sono molto daccordo con te, anche se i fenomeni inflattivi si manifesteranno con lentezza perchè le forze deflazionistiche in occidente tenderanno a compensare le spinte inflazionistiche ma molto probabilmente si potrà vivere una seconda ondata di crescita inflazionistica commodities oriented e successivamente un movimento inflattivo derivante dall'aumentata ricchezza dei paesi orientali.
Però secondo me ci saranno dei trend controciclici anche molto forti legati alle fasi di crisi del prossimo ciclo rialzista condotto dai paesi orientali
 

dan24

Forumer storico
Sono molto daccordo con te, anche se i fenomeni inflattivi si manifesteranno con lentezza perchè le forze deflazionistiche in occidente tenderanno a compensare le spinte inflazionistiche ma molto probabilmente si potrà vivere una seconda ondata di crescita inflazionistica commodities oriented e successivamente un movimento inflattivo derivante dall'aumentata ricchezza dei paesi orientali.
Però secondo me ci saranno dei trend controciclici anche molto forti legati alle fasi di crisi del prossimo ciclo rialzista condotto dai paesi orientali


e la supercazzola dove la mettiamo? :D
 

shabib

Forumer storico
Non c'è nessun reale rapporto economico tra la borsa cinese e la sua economia.

Quella borsa ha solo una partecipazione speculativa, non rifletta nessun fondamentale economico.

C'è invece un rapporto tra la borsa USA e l'economia USA,
l'economia cinese è influenzata dall'economia USA e quindi dalla borsa USA.

Ma l'economia cinese, se è vero che soffrirà la crisi globale, è anche vero che soffrirà meno di altre, giacchè produce manufatti indispensabili e di ampio consumo globale.

L'economia è fatta di cicli, con le naturali enfasi di esagerazione e sgomento umane, ma rimane la tendenza di fondo di lungo periodo che ha carattere fondamentale.

La direzione verso l'inflazione globale è ormai tracciata,
come tutte le cose non assume la forma di una linea retta, ma zizzagherà, lasciando intendere che vi siano alterazioni momentanee.

OTTIMI GIPA E ALAN , se ho capito bene vostro importante pensiero , quindi la fregatura grossa resta solo ad una sparuta minoranza di piccoli capitalisti cinesi senza rischio contagio alla massa ? ( che poi se si terranno le loro azioni cinesi in futuro sicuramente si rifarebbero....)
 

gipa69

collegio dei patafisici
OTTIMI GIPA E ALAN , se ho capito bene vostro importante pensiero , quindi la fregatura grossa resta solo ad una sparuta minoranza di piccoli capitalisti cinesi senza rischio contagio alla massa ? ( che poi se si terranno le loro azioni cinesi in futuro sicuramente si rifarebbero....)

il capitalismo cinese ha bisogno di ristrutturazione e non può evitare crisi cicliche come qualunque capitalismo ma quando un sistema economico è basato comunque sulla creazione di manufatti che il mondo utilizza regolarmente ed ha una struttura demografica tale che consente una crescita dei consumi interni regolare e forte che nell'arco di qualche anno potrebbe compensare eventuali riduzione dei consumi in altre aree del globo direi che qualche problema in meno degli altri lo potrà avere....
 

shabib

Forumer storico
il capitalismo cinese ha bisogno di ristrutturazione e non può evitare crisi cicliche come qualunque capitalismo ma quando un sistema economico è basato comunque sulla creazione di manufatti che il mondo utilizza regolarmente ed ha una struttura demografica tale che consente una crescita dei consumi interni regolare e forte che nell'arco di qualche anno potrebbe compensare eventuali riduzione dei consumi in altre aree del globo direi che qualche problema in meno degli altri lo potrà avere....

giustissimo....:up: e condivido

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