Expo: Euromilano in crisi, da Intesa e Unipol no a ricapitalizzazione
Ma la banca converte 60 mln di crediti in attesa cessioni (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 03 set - Corsa contro il tempo per il salvataggio di Euromilano, la societa' immobiliare a cui fanno capo i terreni adiacenti all'Expo e partecipata da Intesa Sanpaolo (43%), Unipol (15%), cooperative (25%) e dalla Canova di Marco Brunelli (supermercati Finper, con il 17%). I debiti sono ormai arrivati a 360 milioni (257 milioni banche, di cui 177 milioni in scadenza entro l'anno, e 103 milioni verso fornitori) a fronte di attivi per 395 milioni. I soci, secondo quanto ricostruito da Radiocor, dopo aver archiviato un bilancio 2013 chiuso con una perdita salita a 42,6 milioni (dal rosso di 11,3 milioni) non sono disponibili a iniettare nuove risorse e la proposta di un aumento di capitale da 10 milioni di euro avanzata dal cda e' stata respinta. Intesa Sanpaolo ha accettato di convertire parte del debito (60 milioni) in strumenti partecipativi, ma non vuole apportare nuovo equity anche perche' ha gia' il 43,43% della societa'. Gli altri soci hanno chiuso i rubinetti e, potendo, sarebbero pronti a farsi da parte. Un possibile partner c'era, ma la sua proposta e' stata bocciata a fine anno, e adesso se ne cerca un altro. A questo punto resta la strada delle cessioni per cercare un po' di ossigeno. Nel 2013 una parte dell'area di Cascina Merlata - adiacente ai terreni Expo - e' finita in un fondo di social housing che realizzera' le residenze per il personale che lavorera' all'Expo durante l'evento (raccolti 63 milioni fra Cassa Ragionieri e Cdp) e adesso si punta a vendere lo spazio destinato ad accogliere un centro commerciale da 60mila mq. Euromilano, secondo indiscrezioni, e' in trattativa con il gruppo francese Scc della famiglia ungherese De Balkany attiva in Italia con quattro strutture, ma il fallimento della cooperativa di costruzione Cesi di Imola (comproprietaria dell'area) complica una transazione che vale circa 70 milioni. Una soluzione andra' trovata anche per l'area dell'ex Alfa Romeo di Arese che rappresenta l'altro grande asset di Euromilano e sui cui si e' aperta una faida interna con l'azionista Brunelli. La strada tracciata per Euromilano e' quella delle cessioni: 'La vendita dell'asset di Merlata Mall - spiega la societa' nel bilancio - consentira' a Euromilano di avere una prospettiva di liquidita' da destinarsi alla copertura dei fabbisogni originati dagli interventi di urbanizzazione dell'intera area di cascina Merlata. L'Expo portera' sull'area svincoli stradali e dopo la fine dell'evento ci saranno anche le residenze lasciate libere dalle delegazioni che offriranno una potenziale clientela per il centro commerciale. Ma quella dello shopping center non e' l'unica cessione prevista. Le cooperative riunite in Prospettive Urbane dovrebbero acquistare circa settemila mq (il progetto ne prevede complessivamente 390mila) e hanno chiesto - e ottenuto - che Intesa Sanpaolo finanzi l'operazione. Marco Brunelli, attraverso Canova 2007, dovrebbe invece acquistare la quota detenuta da Euromilano nell'ex Alfa di Arese (123 milioni di debiti e 21,7 di perdite nel 2013). Ma l'operazione e' tutt'altro che semplice perche' Euromilano e il patron dei supermercati Finper sono ai ferri corti: Brunelli e' disponibile a rilevare il 24% di Particom Uno per 8,5 milioni, ma in cambio vuole uscire da Euromilano di cui detiene il 17%. La trattativa al momento e' saltata. Intanto a fine luglio e' partita una guerra epistolare in cui Brunelli chiede a Euromilano di continuare a sostenere finanziariamente il progetto sull'ex Alfa di Arese come previsto dagli accordi del 2009. La storia dei terreni dell'ex Alfa di Arese e' complicata. Sotto Particom Uno che detiene 150mila mq dell'area c'e' un'altra societa', la Aglar (760mila mq sempre dell'area di Arese), controllata al 79% da Particom Uno e con quote minori da una societa' lussemburghese fallita che aveva dato il suo 15% in pegno al Banco di Brescia (gruppo Ubi), dallo stesso Brunelli con il 5% e dall'ex senatore Riccardo Conti con lo 0,8%; Conti e' il politico coinvolto nella vendita di via della Stamperia a Roma: il 31 gennaio 2012 compro' un immobile per 26 milioni e lo rivendette nel giro di qualche ora all'Enpap per 44,5 milioni; da quell'operazione parti' un'inchiesta della magistratura. Se le cessioni sono la possibile ancora di salvezza per Euromilano, nel breve periodo il gruppo immobiliare milanese resta comunque in difficolta'. Lasciando il cda dopo pochi mesi dalla nomina, il presidente Giovanni La Croce e' stato netto con i soci a fine luglio: nel sottolineare il risanamento avviato, ha ammonito che 'molto, pero', e' il lavoro che ancora deve essere fatto e i nodi, non semplici, che devono essere sciolti, a partire dalla messa in sicurezza di EuroIm01', proprietaria di un'area a Cinisello Balsamo, vicino a Milano 'alla definizione dei rapporti con l'azionista Canova, alla razionalizzazione del debito, alla definizione della cosiddetta variante compensativa Expo con gli enti locali fondamentale per la dismissione del centro commerciale, dismissione che costituisce l'architrave del piano industriale'. Lo stesso La Croce raccomandava anche l'aumento di capitale da 10 milioni per far fronte alle perdite per 42,6 milioni del 2013 che hanno ridotto il capitale sociale poco sopra il milione di euro. In assemblea, dopo aver sottolineato che la ricapitalizzazione e' 'funzionale e necessaria all'implementazione del business plan della societa'' ha preso atto della decisione contraria dei soci 'pur rimanendo della propria opinione' come ha fatto mettere a verbale. Il consiglio era in scadenza e La Croce, che era stato chiamato da Intesa Sanpaolo a mettere ordine (come emerge dal bilancio di Prospettive Urbane) non e' stato confermato dai soci che hanno scelto Luigi Borre' nuovo presidente e confermato Alessandro Pasquarelli amministratore delegato. Perche' e' saltata la ricapitalizzazione e' facile da spiegare: Unipol non ha piu' un interesse sulla societa', le cooperative rosse e bianche riunite in Prospettive Urbane non sono riuscite nemmeno a seguire in toto l'ultimo aumento di capitale da 12 milioni varato nel corso del 2013, Brunelli vive la sua partecipazione in Euromilano da separato in casa. L'unico gruppo che continua a sostenere Euromilano, in qualche modo, e' rimasto Intesa Sanpaolo. Il valore della partecipazione nella societa' e' stato portato a zero, ma restano da difendere i crediti. Come emerge dalla semestrale della banca, Ca de' Sass ha confermato affidamenti per 180 milioni, in parte (60 milioni) attraverso la conversione di crediti in strumenti partecipativi. Tuttavia la prima scadenza e' a breve dal momento che il 30 settembre va in scadenza la proroga di un finanziamento in pool da 75 milioni capofila Intesa Sanpaolo. E sempre entro fine anno, un altro finanziamento concesso da Ca de' Sass dovra' scendere da 130 a 80 milioni. Allo stato dell'arte, tuttavia, l'impresa appare difficile senza un intervento dei soci anche sul capitale.
Mau-
(RADIOCOR) 03-09-14