Tempo a Milano - Cap. 1

Stato
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[FONT=fs_lola_webregular]BTp Italia: partito collocamento, gia' raccolto 1 miliardo di euro[/FONT]

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 20 ott - La raccolta per il BTp Italia, la settima edizione che il Tesoro ha lanciato oggi sul mercato, ha gia' raggiunto la soglia di 1 miliardo di euro. Gli scambi sul MoT (la piattaforma su cui il titolo puo' essere acquistato) sono iniziati alle 9 di questa mattina. Le banche che seguono l'operazione sono Bnp Paribas (Banca Nazionale del Lavoro) e Monte dei Paschi di Siena Capital Services. Per questo titolo e' previsto un tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito e' pari a 1,15%. Il collocamento per i clienti retail e' previsto tra oggi e mercoledi' 22 ottobre, salvo chiusura anticipata.

Cel
(RADIOCOR) 20-10-14
 
NASDAQ 100 – ADX / ADM – TS – Livelli Intraday per il 20/10/2014


Average Daily Movement – 30 Days – Intraday Levels
entrata su close candela oraria… se superato il livello indicato

 
Giappone: si dimettono due ministri, duro colpo per primo ministro Abe



(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 20 ott - In Giappone due ministri donne hanno rassegnato le loro dimissioni nel giro di poche ore. Il ministro della Giustizia, Midori Matsushima, ha infatti lasciato il suo incarico qualche ora dopo della collega dell'Industria Yuko Obuchi. Dal suo arrivo al potere nel 2012, questo e' il colpo piu' duro per il primo ministro nipponico Shinzo Abe, che aveva voluto le due donne nella sua squadra e ha presentato pubbliche scuse per la situazione. Obuchi si e' dimessa per sospetti di irregolarita' nell'utilizzo del denaro pubblico mentre Midori Matsushima avrebbe violato il regolamento elettorale distribuendo piccoli ventagli con la sua foto e il suo nome agli elettori.

Red-Sim
(RADIOCOR) 20-10-14
 
La disinflazione si allarga a Cina e Usa. E c’è chi chiede nuova liquidità alla Fed

di Vito Lops


20 ottobre 2014



Adesso ci mancava anche il petrolio, penseranno i più critici nei confronti dell’economia globalizzata, dove il battito di ali di una quotazione da una parte del mondo è in grado di spostare gli equilibri alla velocità della luce anche nell’emisfero opposto. E l’ultimo battimo di ali è il prezzo del petrolio. Lo scorso anno il Brent del Mare di Londra viaggiava a 110 dollari al barile. La scorsa settimana è invece sceso sotto quota 80 dollari, segnando un calo vicino al 30% in 12 mesi. Una bella notizia per gli automobilisti che stanno risparmiando - con le dovute proporzioni con cui il calo della quotazione all’ingrosso si trasmette poi nella riduzione del prezzo alla pompa - qualche soldino. Ma, nel complesso, il calo violento del prezzo del petrolio ai minimi degli ultimi quattro anni non è una buona notizia. Molto semplicemente, perché indica che l’economia globale sta rallentando, ha meno bisogno di energia per funzionare.
La frenata della domanda di petrolio coinvolge i Paesi asiatici (in primis la Cina) ma anche Europa. Se a ciò aggiungiamo un eccesso di offerta (adesso anche gli Stati Uniti sono diventati forti produttori) abbiamo più chiare le motivazioni di questo vigoroso calo.

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L’arretramento delle quotazioni del greggio non è quindi preoccupante come dato di fatto ma come sintomo di un rallentamento economico globale. E può essere un fattore destabilizzante al punto da portare in disinflazione (rallentamento dell’inflazione) in più aree contemporaneamente. A settembre l’inflazione su base annua in Cina è scesa all’1,6%, un dato incredibilmente basso se si considera che dal 1986 al 2014 (compreso) il Paese ha registrato un’inflazione media del 5,72%. Negli Stati Uniti l’inflazione è scivolata all’1,7% a settembre contro il 2% di agosto. Siamo quindi sotto la media secolare (3,3% dal 1914 al 2014) e sotto il 2% considerata tanto dalla Federal Reserve quanto dalla Banca centrale europea la soglia obiettivo di medio periodo. Quanto all’Eurozona il dato medio viaggia allo 0,3% ma ci sono ben sei Paesi su 18 (fra cui l’Italia) ufficialmente in deflazione (decrescita dei prezzi che è considerata molto pericolosa dato che spinge i consumatori a rimandare gli acquisti alimentando una spirale recessiva).
I dati indicano quindi in modo inconfutabile che è evidente un processo di disinflazione globale, alimentato anche dalla discesa del prezzo del petrolio che, a sua volta, non è altro che lo specchio di un rallentamento del ciclo economico globale (oltre che di un’eccesso di offerta). Secondo Credit Suisse un ulteriore calo del prezzo del petrolio del 10% fino a dicembre farebbe scendere le stime di inflazione per il 2015 nell’Eurozona sotto l’1%.
Detto questo, come se ne esce? Se l’Eurozona sta facendo davvero fatica a combattere la trappola di liquidità in cui è caduta e a far ripartire l’inflazione, Cina e Stati Uniti riusciranno in anticipo a scongiurare rischi di disinflazione? Secondo il presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, «se dovessero crescere i rischi di disinflazione, la Fed dovrà aumentare gli acquisti di titoli del Tesoro, ma dovrà essere una reazione disciplinata». Lo stesso aggiunge che i «mantenere i tassi a zero lungo porta a crescenti rischi di deflazione». In poche parole, il tasso di inflazione è tornato ad essere un market mover potente anche negli Stati Uniti. E c’è chi nella stessa Federal Reserve non esclude quindi il ricorso a una nuova fase di stimoli monetari (una sorta di quantitative easing 4) proprio mentre a fine ottobre il governatore Yanet Yellen dovrebbe annunciare il completamento del tapering (ovvero la fine degli stimoli monetari che attualmente viaggiano al ritmo di 15 miliardi di dollari al mese).
Mercoledì 22 ottobre ne sapremo di più quando verrà comunicato il dato dell’inflazione negli Usa a settembre. In caso di ulteriore frenata avrà ragione l’allarme lanciato da Bullard o preverrà la linea della Yellen che in un meeting venerdì scorso a Boston ha smorzato i toni («non rilascerò alcun commento di politica monetaria») dopo le dichiarazioni arrivate da Bullard il giorno prima sul possibile slittamento del termine del quantitative easing?
«La disinflazione globale è un rischio che si sta materializzando mese dopo mese. Il repentino rallentamento della crescita dei prezzi al consumo, dovuta principalmente al calo del prezzo degli energetici, coinvolge diverse aree geografiche a livello mondiale, non solo Usa ed Europa, ma anche Asia, come emerso dai recenti dati cinesi - spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig -. Occorre puntualizzare che, se la dinamica principale rimane condizionata dal calo del prezzo del petrolio, su alcune aree geografiche il drastico peggioramento delle prospettive inflattive risente del calo della domanda aggregata dovuta al pessimo stato di salute dell'economia. È chiaro il riferimento all'Europa, dove il rischio di deflazione (calo dei prezzi al consumo) è concreto».
«L'America è sempre più indipendente dalle dinamiche globali del prezzo del petrolio. Per altro il calo delle materie prime non energetiche è un fenomeno legato più all'effetto spot sull'offerta che non a fattori strutturali - spiega Donatella Principe, responsabile institutional business di Schroders -. A livello globale se vi sono rischi di deflazione, essi sono maggiormente legati ad altri due fattori: la debolezza della domanda in Europa unita all'elevato tasso medio di disoccupazione. Il mix di questi due fattori può generare una deflazione di stile giapponese, quella sì dannosa per l'economia. Il secondo fattore di rischio di deflazione globale è l'hard landing in Cina; sebbene in questo caso le ricadute maggiori sarebbero sui Paesi Emergenti più che su quelli sviluppati».
 
Ibm: in III trimestre utile netto crolla a 18 mln $, pesa cessione chip


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 20 ott - Ibm ha registrato nel terzo trimestre utili in calo del 99,6% a 18 milioni di dollari rispetto ai quattro miliardi dello stesso periodo dell'anno precedente. Il crollo dei profitti e' dovuto alla cessione della divisione chip, in perdita, per cui il gruppo dovra' sborsare 1,5 miliardi di dollari. Il fatturato e' sceso del 4% a 22,4 miliardi di dollari.

Red-Sim
(RADIOCOR) 20-10-14
 
ma bimbominkia vuole dare 80 euro alle mamme che hanno figli fino a 3 anni è una cosa comica per come la vedo io....Poi per i redditi fino a 90.000 euro. Boh, stiamo in mano ad un pazzo che si sta comprando le persone con 80 euro...I suoi 53 euro netti in più al mese ad una mamma cosa cambiano?
Ma perchè non da soldi ai disoccupati senza tutele?
Io non ho preso 80 euro perchè nei primi 6 mesi dell'anno ho guadagnato più di 15000 euro per fortuna al mese ma poi i restanti mesi sono fermo senza ammortizzatori....
Ma cmq non ho bisogno dei 50 euro, li faccio molto più velocemente col trading.
Perchè non ha dato 160 euro a chi ha solo un monoreddito? Mi dispiace per chi l'ha preso ma vedere moglie e marito che prendono entrambi gli 80 euro mi fa incazxare e poi i pensionati muoiono.

Vi avviso più di una volta ha detto che il risparmio degli italiani è il più alto del mondo......traetene le conclusioni
 
che significa che non è in excel?
Che non puoi mettere l'algoritmo in excel che te lo disegna?
Intendi questo?

Se ho la formula si.

Succede questo in particolare in Italy.
Ultimamente mi è capitato col "Supertrend".
Ho trovato alcuni siti che mostravano le formule per
costruirlo. Ma erano incomplete e di questo non si
veniva avvisati. Però c' era la proposta di acquistare un
ebook. Immagino che in questo caso avrebbero dato le
formule mancanti.

Squallidi rigattieri.

Invece in un sito estero ho trovato le formule integrali
che ho copiato su un foglio Excel.

Esempio di correttezza: gratis naturalmente perchè copiate dall' autore originale.
 
Stato
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