WALL STREET: tornano timori rialzo tassi Fed, rendimento Tresury decolla
MILANO (MF-DJ)--Wall Street tratta in calo dopo la pubblicazione dei
dati americani sul mercato del lavoro che hanno stracciato il consenso,
aumentando di fatto la possibilita' di un rialzo dei tassi di interesse
gia' a giugno.
Il Dow Jones lascia sul terreno lo 0,5%, l'S&P 500 lo 0,39% e il Nasdaq
Composite lo 0,08%.
"Al di la' dei ribassi odierni", puntualizza uno strategist a
MF-Dowjones, "non e' escluso che Wall Street possa attraversare una fase
correttiva" in attesa della prossima riunione del Fomc o delle eventuali
indicazioni dal presidente Janet Yellen.
I dati macroeconomici americani "sono stati estremamente brillanti sul
fronte della creazione dei posti di lavoro ed e' anche molto buona la
discesa della disoccupazione al 5,5%, sempre piu' verso il target della
Fed, obiettivo che sembrava quasi irraggiungibile fino a qualche mese fa",
puntualizza uno strategist a MF-Dowjones.
"L'unica leggera delusione", aggiunge l'esperto, "riguarda i salari che
sono saliti solo dello 0,1% m/m mentre il consenso si aspettava un +0,2%".
Comunque sia la reazione dei mercati "e' evidente: il dollaro si e'
rafforzato nettamente" con l'euro/usd che e' sceso sotto 1,09 "e il
rendimento del Treasury ha accelerato al rialzo" fino al 2,21%.
I numeri sul mondo del lavoro statunitense sono stati "anche questo mese
straordinariamente positivi", aggiunge Filippo Diodovich, strategist di
IG, puntualizzando che solitamente a febbraio, visto il clima avverso, si
registrano dati non molto brillanti. "Invece i nuovi posti di lavoro hanno
quasi raggiunto le 300.000 unita', portando la media degli ultimi 12 mesi
a 266.000 e confermando l'efficacia delle politiche economiche
dell'amministrazione Obama e della Federal Reserve. Da sottolineare anche
la forte diminuzione della disoccupazione giovanile al 17,1%".
La Fed "monitorera' ancora i fondamentali, soprattutto l'inflazione, ma
le attese di un rinvio a settembre 2015 di un rialzo del costo del denaro
sono diminuite notevolmente dopo tali cifre macro cosi' brillanti.
Crediamo che gia' dal prossimo meeting i membri del Board decideranno di
togliere l'aggettivo paziente nella forward guidance, facendo si' che ad
ogni riunione si discutera' del rialzo dei tassi d'interesse. Ora e'
probabile un aumento del costo del denaro gia' da giugno", conclude
Diodovich.
L'aumento di 295.000 unita' dei non farm payroll e l'ulteriore calo
della disoccupazione americana al 5,5% dimostrano che, anche se la
crescita dei salari resta debole, "la Fed non puo' traccheggiare sul
rialzo dei tassi di interesse", ribadisce Paul Dales, economista senior di
Capital Economics.
I dati sul mercato del lavoro statunitense "sono omogeneamente
positivi", sottolineano gli economisti di
Intesa Sanpaolo
, puntualizzando
che, "per quanto riguarda i salari, che sappiamo essere importanti per le
decisioni della Fed, la variazione dello 0,1% m/m soltanto non preoccupa
perche' segue un aumento ampio a gennaio. Le indicazioni dal mercato del
lavoro restano in linea con un'accelerazione".
Per esempio Walmart ha recentemente concesso aumenti inattesi, ben al di
sopra del salario minimo. "La piena occupazione e' ormai vicina e la
svolta dei tassi non puo' tardare", concludono gli esperti. "I mercati
hanno reagito ampiamente e sembra che finalmente cominci a essere prezzata
una probabilita' significativa di rialzo dei tassi in estate".
I dati macroeconomici statunitensi "raccontano una storia che conosciamo
bene: gli occupati salgono piu' delle attese e la disoccupazione continua
a scendere, ma i salari non riescono ad accelerare", aggiunge Christoph
Balz, analista di Commerzbank. Per l'esperto "la solida ripresa del
mercato del lavoro americano suggerisce che il rialzo dei tassi si sta
avvicinando, ma, in assenza di pressioni al rialzo sui salari, il Fomc
potrebbe voler aspettare segnali piu' chiari di recupero dell'inflazione
verso il target della Fed".
Sempre sul fronte macro, la bilancia commerciale degli Stati Uniti ha
registrato a gennaio un deficit di 41,75 mld usd, in calo rispetto al dato
del mese precedente rivisto da 46,56 mld usd a 45,60 mld usd. Le
esportazioni si sono attestate a 189,41 mld usd e le importazioni a 231,16
mld usd. Il deficit di gennaio e' leggermente superiore al consenso che si
attestava a 41,5 mld usd.
alb
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