Crisi: Migliora solidità economica delle famiglie, ma non al sud
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Le famiglie italiane si sentono economicamente più solide. A ottobre l’indice
SEF Confesercenti SWG – che misura su una scala da 1 a 100 la Solidità Economica percepita dalle famiglie italiane – sale a quota 58, con un balzo di due punti su luglio e segnando il valore più alto da dicembre 2013.
L’opinione pubblica percepisce dunque il trend positivo, anche se emerge un’Italia a tre velocità: nord fuori dalla crisi, centro che prova a ripartire, mentre il sud è ancora al palo. In particolare sul fronte dei
redditi: il 16% delle famiglie del Mezzogiorno non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, la stessa percentuale registrata nel trimestre precedente ed il doppio esatto della quota rilevata al nord (8%).
“C’è un miglioramento percepibile – indica Confesercenti – ma la lunga crisi economica ha approfondito le distanze tra le macro aree del Paese. Le famiglie delle regioni meridionali, in particolare, fanno fatica ad uscire dalle difficoltà, recependo dopo e più debolmente delle altre i segnali di ripresa. Da questo punto di vista è apprezzabile il piano straordinario di interventi previsto per il Mezzogiorno nella Legge di Stabilità: ma in passato ce ne sono stati altri, rivelatisi alla fine quasi tutti inefficaci. Dobbiamo cambiare passo: ora serve un approccio strutturale, che favorisca le attività – come quelle commerciali, turistiche e culturali – che non possono delocalizzare”.
L’indice di solidità economica delle famiglie italiane – SEF - segnala il livello di solidità che i nuclei familiari ritengono di avere. L’indice è composto di cinque indicatori relativi ai nuclei familiari: redditi, situazione finanziaria, consumi, percezione diacronica, qualità della vita sul territorio di appartenenza.
Redazione Borsainside