Italia ultima in Europa per la crescita pro capite, peggio di Grecia e Cipro
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Tra il 1996 e il 2013 l'
Italia, tra i 28 Paesi dell'Unione europea e le dieci principali economie Ocse, è il Paese che ha registrato
la più bassa dinamica di crescita economica. È quanto emerge da un'analisi dell'
Ufficio Studi Confcommercio.
Il
Pil pro capite dell'Italia è aumentato negli ultimi diciassette anni di appena il 2,1%, ben lontano dalle altri grandi economie europee, come Francia (+18%), Spagna (+24,5%), Germania (+25,4%) e Regno Unito (+31,9%), e a una distanza incolmabile rispetto ai Paesi dell'Est e del Nord Europa cresciuti a tassi che vanno dal +47,8% dell'Ungheria fino al +168% della Lituania.
L'Ufficio Studi Confcommercio sottolinea che il
divario emerge sia nel periodo pre-crisi (1996-2007), con una crescita inferiore di 10 punti alla media europea,
sia nel periodo successivo (2008-2013), nel quale la riduzione del Pil pro capite è stata superiore a quella degli altri Paesi.
"Tutto questo conferma non solo che le debolezze strutturali del nostro Paese sono precedenti ed estranee all'introduzione della moneta unica, ma soprattutto che sebbene la crescita sia un problema che riguarda nel complesso tutta l'Europa, la maggiore difficoltà a riprendere il cammino della ripresa è una caratteristica tutta italiana", si legge nell'analisi contenuta nel rapporto "Fiscalità e crescita economica".
L'Ufficio Studi Confcommercio indica che le
principali cause per la debole performance della nostra economia sono l'eccessiva pressione fiscale, le inefficienze della P.A. e una struttura dei costi sfavorevole all'attività di impresa.
Redazione Borsainside