Tempo a Milano - Cap. 1

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S&P500 Index – ADX / ADM – TS V. 2.5 – Livelli Intraday per il 11/02/2015


Average Daily Movement – 30 Days – Intraday Levels
entrata su close candela oraria… se superato il livello indicato


 
uscito da short oil
avevo visto bene ma gain ridicolo

ora aspetto rimbalzo a testare la 10 e poi riprovo

ma lo short vero si fa solo quando perde la dma10

oppure se rimbalza sulla dma10
 

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La Germania potrebbe aiutare l'Europa con un pacchetto di stimoli, ma non lo farà

Il governo tedesco potrebbe teoricamente contrarre prestiti a rendimenti negativi se dovesse emettere oggi obbligazioni a breve termine. Anche i titoli creditizi a più lunga scadenza offrono attualmente rendimenti ai minimi storici. Il crollo dei rendimenti potrebbe essere forse una benedizione per la Germania e per l’Europa? Si, stando a due economisti del FMI (Fondo Monetario Internazionale). In effetti, perseguendo in modo poco lungimirante l’obiettivo “zero nero” (il pareggio di bilancio), il governo tedesco potrebbe commettere un errore a questo punto del ciclo economico, se l’Eurozona continuasse ad andare avanti senza variazioni al suo assetto attuale.
In un documento recente dal titolo “Das Public capital: How Much Would Higher German Public Investment Help Germany and the Euro Area?” gli economisti del FMI Selim Elekdag e Dirk Muir difendono la tesi a favore di un’enorme spinta alla spesa infrastrutturale in Germania. A loro avviso, un aumento della spesa pubblica tedesca contribuirebbe non solo a stimolare la domanda interna sul breve termine, ma anche ad aumentare la produzione interna a più lungo termine e ad avere ricadute positive su tutta l’Eurozona.
L’investimento pubblico in Germania è il secondo più basso all’interno dell’OCSE (1,5% del PIL), mentre l’investimento pubblico netto è negativo dal 2003. Anni di sotto investimento hanno condotto ad un deterioramento del patrimonio pubblico, mettendo in luce che è giunto il momento di incrementare la spesa nell’infrastruttura pubblica. E ci sono elementi, come ponti e reti ferroviarie ormai datati, per i quali un programma di infrastruttura simile sarebbe altamente auspicabile. Dato che i tassi medi del PIL tedesco sono in declino dal 1980 e al di sotto delle tendenze più recenti, l’economia tedesca potrebbe beneficiare enormemente di una spinta alla crescita economica e di ulteriori misure di stimolo. Contrariamente al consumo pubblico, che tende ad apportare una spinta di breve termine alla crescita economica se quest’ultima non è sostenuta, un aumento dell’investimento pubblico tedesco incrementerebbe il PIL in maniera più sostenibile sia nel breve che nel lungo termine in quanto i progetti di infrastruttura divengono patrimonio pubblico produttivo.
Secondo gli economisti del FMI un incremento dell’investimento pubblico tedesco pari allo 0,5% del PIL su 4 anni (in linea con le normative finanziarie della Germania) apporterebbe un incremento sostenuto dello 0,75% del PIL reale. Inoltre, in maniera altrettanto rilevante, il programma di spesa darebbe impulso alla crescita nella zona euro, con effetti di picco sul PIL reale di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna (congiuntamente) dello 0,3%. Questa ricaduta positiva nel resto dell’Eurozona avrebbe luogo tramite un paio di canali chiave. In primo luogo, gli effetti positivi per le altre nazioni dell’area euro sono apportati dalla domanda tedesca di un numero incrementato di prodotti ai suoi partner commerciali dell’Eurozona. In secondo luogo, il tasso di inflazione sarebbe più elevato in Germania per via dell’aumento di domanda, conducendo ad un deprezzamento del cambio reale effettivo per il resto dell’Eurozona, rendendo tali nazioni più competitive. Ciò è vitale in un momento in cui l’Europa farebbe il possibile per generare qualsiasi tipo di crescita.
Il declino delle aspettative di inflazione in tutta Europa, e la stabilizzazione delle prospettive delle nazioni periferiche, hanno portato ad un crollo dei rendimenti non solo in Germania ma anche nel resto d’Europa. Se i politici europei riuscissero a prendere la situazione in mano e a sfruttare i bassi rendimenti in offerta (come il presidente della BCE Mario Draghi li ha implorati di fare), concertando uno sforzo coordinato volto ad aumentare la spesa pubblica in tutta Europa, i risultati in termini di consumi economici sarebbero notevoli. Uno stimolo fiscale coordinato (definito come un incremento finanziato dai prestiti della spesa pubblica e pari all’1% del PIL su 2 anni) su tutta la zona euro potrebbe generare un aumento sostenuto dell’1,2 e dell’1,1% rispettivamente del PIL tedesco e di altri Paesi dell’area. Se tale tesi poggia su basi solide, perché il governo tedesco non agisce?
La risposta risiede nel punto di vista degli elettori tedeschi. La Germania teme di dover sovvenzionare all’infinito la periferia europea (un po’ come la Germania occidentale ha sovvenzionato la Germania dell’est per gli ultimi 25 anni senza intravedere la fine di questi sostegni). Per evitare che il governo tedesco debba pagare il conto dei paesi periferici indebitati, la Germania sta cercando di attuare una politica di austerità in tutta la zona euro. L’unico modo in cui la Germania può riuscirci è dando l’esempio. Se la Germania incrementasse la spesa pubblica e incorresse in deficit a questo punto, non avrebbe l’autorità (morale) di imporre misure di disciplina di bilancio ai Paesi periferici.
Quindi a questo punto il progetto “zero nero” è fondamentale per il governo tedesco e per il suo elettorato. Il tipo di sforzo congiunto di cui ha bisogno l’Europa, ovvero un insieme di politiche di stimolo fiscali e monetarie, sembra essere fuori portata. Senza lo sforzo concertato dei politici, è difficile immaginare che l’Europa arrivi a generare un tenore di vita migliore per i suoi 330 milioni di abitanti sul più lungo termine.


A cura di Anthony Doyle, Investment Director Retail Fixed Interest, M&G Investments
 
Apple vale oltre 700 miliardi di dollari, più del PIL della Svizzera

Nuovo record per Apple (US0378331005). La sua capitalizzazione di borsa ha raggiunto $710,7 miliardi, valore mai raggiunto prima da un'impresa statunitense. Apple vale ora più del PIL della Svizzera. Exxon Mobil (US30231G1022), la seconda impresa più capitalizzata al mondo, è lontanissima con un valore di mercato pari a poco più di $382 miliardi.Alla fine di gennaio Apple ha annunciato per il suo primo trimestre fiscale un utile di $18 miliardi. Il miglior risultato mai registrato nella storia di finanza. La montagna di denaro contante nelle casse è salita a $178 miliardi. E Apple dovrebbe ancora crescere. Gli analisti si attendono anche per il corrente ed il prossimo esercizio un aumento dei ricavi e dell'utile. Il titolo potrebbe quindi salire ulteriormente. Tra i broker il più ottimista a Wall Street è Cantor Fitzgerald con un target sul prezzo a $160.
Il miliardario e finanziere Carl Icahn, che ha investito massivamente in Apple, crede che il titolo arriverà a $200.


Redazione Borsainside
 
S&P: Una Grexit sarebbe gestibile

L'Europa sarebbe in grando di sostenere e gestire una "Grexit", ovvero un'uscita della Grecia dall'euro. Lo ha affermato Moritz Kraemer, capo analista di Standard & Poor's in un'intervista al "Boerse Zeitung".Kraemer ha spiegato che le somme che perderebbero i creditori in caso di una "Grexit" non sarebbero cosi' elevate se si considera la loro forza economica. Per la Germania, per esempio, le perdite maggiori deriverebbero dal salvataggio delle proprie banche piuttosto che dalla svalutazione totale delle obbligazioni greche.
Kraemer ritiene che anche i rischi di contagio siano limitati. "La forza economica della Grecia è decisamente bassa e l'intreccio con il resto dell'Eurozona è ancora più esiguo di quanto lasci pensare il valore aggiunto che crea".
Kraemer crede invece che un'uscita dall'euro avrebbe per la stessa Grecia degli effetti "disastrosi". Senza più crediti dai partner europei Atene dovrebbe avere infatti delle gravi difficoltà a finanziare le importazioni di energia, beni alimentari e medicinali.


Redazione Borsainside
 
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