Federalismo, testo ko.
ROMA - Pareggio in commissione per il testo sul federalismo. La 'bicameralina' ha respinto il testo con un voto di parità, 15 a 15. Decisivo il voto del finiano Baldassarri.
Il parere è stato respinto con il voto compatto delle opposizioni: Terzo Polo, Pd e Idv hanno votato no raggiungendo quota 15, la stessa della maggioranza con i voti di Pdl, Lega e della senatrice Svp Helga Thaler.
Alla votazione ha partecipato anche il presidente della Commissione Enrico La Loggia.
MARONI A VERTICE A PALAZZO GRAZIOLI Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha raggiunto Palazzo Grazioli, dove è in corso un vertice della Lega Nord con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo il voto in Commissione Bicamerale sul federalismo municipale.
VERDINI: GOVERNO VA AVANTI «Il governo va avanti». Lo afferma Denis Verdini, coordinatore del Pdl, lasciando Palazzo Grazioli, dove è in corso un vertice tra Lega e Pdl, dopo il voto sul federalismo municipale.
TERZO POLO: ORA TESTO ORIGINALE «L'unica cosa che può fare il governo ora è tornare al testo originario». Lo dice la senatrice dell'Api Linda Lanzillotta commentando gli sviluppi del decreto sul federalismo dopo la bocciatura in commissione bicamerale del provvedimento sul fisco municipale. «Ogni soluzione diversa si tradurrebbe in un rischio per il sistema della finanza locale. Sarebbe saggio per il governo non assumersi questi rischi» ha aggiunto Lanzillotta in occasione della conferenza stampa che i rappresentanti in commissione del Terzo Polo hanno tenuto sui risultati del voto. Secondo Lanzillotta il risultato di oggi «deve portare la maggioranza alla presa d'atto che il muro contro muro non serve a fare le riforme»
. Anche per il senatore di Fli Mario Baldassarri «ora sta alla maggioranza decidere cosa fare.
Non sono un giurista ma mi dicono che ora si torna al testo del 4 agosto. Certamente - ha aggiunto Baldassarri - non potranno essere incorporate in quel testo le modifiche fatte in queste settimane». Allo stesso modo per i rappresentanti del Terzo Polo non potrà essere incluso nel decreto l'accordo raggiunto con l'Anci perchè, ricorda la Lanzillotta, «è il Parlamento la sede per la sintesi degli interessi».
BIG EVITANO CRONISTI No comment da parte di Umberto Bossi e Roberto Calderoli all'uscita da Palazzo San Macuto al termine del voto sul federalismo municipale. I due leader del Carroccio sono entrati velocemente in auto evitando i cronisti e le telecamere che li incalzavano. Stessa sorte per il ministro Giulio Tremonti che ha allontanato i giornalisti con un chiaro cenno della testa.
I tre sono comunque apparsi molto tesi e non hanno rilasciato alcuna dichiarazione: il solo Bossi si è lasciato andare ad un chiaro gesto mostrando il pugno mentre era in auto. Come a dire: siamo forti, non ci fermiamo.
BERSANI: GOVERNO SI FERMI «Adesso ci si fermi, non ci sono condizioni nè giuridiche nè politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione. Si creino condizione politiche nuove per un nuovo federalismo». Così Pier Luigi Bersani ha commentato la bocciatura del decreto sul federalismo municipale. «Un vero federalismo - afferma Bersani in una nota - è necessario e possibile. Quello che è stato respinto era un pasticcio. Adesso, ci si fermi. Non ci sono le condizioni nè giuridiche, nè politiche per andare avanti». «Berlusconi e Bossi - aggiunge il segretario del Pd - prendano atto della situazione. Si creino condizioni politiche nuove e si rifletta finalmente sulle proposte di un partito come il Pd, che ha le più forti e vere radici autonomiste».
LA LOGGIA: AVANTI SU NUOVO TESTO «Adesso si va avanti a fare il decreto». Così il presidente della Commissione Bicamerale per il federalismo fiscale, Enrico La Loggia, replica ai cronisti che gli chiedono se adesso si andrà alle urne dopo che è stato bocciato con un 15 a 15 il parere della commissione bicamerale per il federalismo fiscale sul fisco municipale. «Andiamo avanti», sottolinea La Loggia.
A chi gli chiede se si andrà avanti sul decreto originario oppure su quello che era contenuto nel parere della Bicamerale La Loggia replica: «Andiamo avanti su quello modificato perchè ha già ricevuto l'ok della commissione Bilancio del Senato».
BOSSI: "VOTO? VEDIAMO..."«Vediamo, vediamo...». Così il leader della Lega Umberto Bossi replica ai cronisti che gli chiedono se in caso di pareggio si andrà alle elezioni anticipate. Il ministro ha risposto ai giornalisti entrando a San Macuto per la riunione della commissione bicamerale sul federalismo. Lei cosa spera? «Che passi», risponde.
BALDASSARRI: VALUTAZIONE NON POSITIVA Mario Baldassarri, membro di Fli in commissione bicamerale sul federalismo, non ha sciolto i dubbi sul suo orientamento di voto. In sede di dichiarazione di voto ha infatti detto che «la mia valutazione non può essere positiva», lascionado così aperte le strade sia dell'astensione che del voto contrario al testo. Al termine del suo intervento Baldassarri ha sottolineato come anche se durante il dibattito in commissione si sia dimostrato che è possibile trovare delle convergenze e lavorare insieme per una riforma strutturale e che duri nel tempo,
il provvedimento attualmente comporta «meno autonomia per i Comuni e il rischio di un aumento della pressione fiscale». Per questo, ha evidenziato, «con profondo rammarico la mia valutazione sull'attuale testo del provvedimento non può essere positiva». Un giudizio che, di fatto, però lascia aperta anche la possibilità che il senatore si astenga anche se il suo giudizio sembrerebbe propendere per il no. Nel caso il senatore opti per l'astensione il provvedimento, a conti fatti, verrebbe approvato con 15 voti a favore e 14 contrari, mentre nel caso voti contro verrebbe respinto con un 15 a 15.
FRATTINI: PREMIER NON RICATTABILE [almeno non dall'opposizione... ma da Ruby sì] Come confermato dai servizi di sicurezza e dalla rete diplomatica, non vi sono «ipotesi circa una presunta ricattabilità del premier Berlusconi, nè notizie di tentativi di forme di pressione da parte di potenze straniere o di organizzazioni criminali». Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini rispondendo in aula al Senato ad un'interrogazione dell'opposizione in materia di politica estera del governo Berlusconi.
FINI: NON SIAMO A RIPARO DA DIFFICOLTA' «L'illusione che l'Italia fosse rimasta al riparo dalle difficoltà economiche e che avesse attraversato quasi indenne la crisi si è rivelata tale». È quanto si legge in un messaggio del presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, al seminario, organizzato dall'associazione 'libertiamò, sugli investimenti diretti esteri in Italia. «Occorre - spiega Fini - creare le condizioni per la ripresa, che passano certo dalla meritoria stabilità dei conti pubblici ma che hanno bisogno di una più intensa spinta riformatrice». «Come mostrano i dati più recenti sulla disoccupazione e sulla diminuzione del reddito reale delle famiglie italiane resi noti dall'Istat, la battuta d'arresto della crescita economica degli ultimi anni produce le sue inevitabili ricadute negative sul lavoro e sul reddito», si legge sempre nel messaggio inviato dal presidente della Camera. «La globalizzazione dei mercati è la sfida - sottolinea Fini nella nota - cui anche l'economia italiana si trova di fronte, siamo abituati a vedere gli aspetti legati all'impatto sulla produzione nazionale di importazioni a prezzi concorrenziali provenienti da paese lontani e quello della delocalizzazione di parte della produzioni nazionali. Ma tra le opportunità della globalizzazione vi è quella dell'interscambio degli investimenti produttivi». Quindi, per il presidente della Camera «è indispensabili attrarre in l'Italia investimenti di qualità, in grado di dare buona occupazione e contribuire all'innovazione e alla crescita». Questo, evidenzia Fini «è un punto di sofferenza dell'economia italiana, dal momento che il livello di investimenti di aziende straniere nel nostro territorio resta sotto i livelli dei principali paesi europei».