«Sarebbe davvero inutile negare l'evidenza: il progetto di Futuro e Libertà vive un momento difficile, sta attraversando la fase più negativa da quando, con la manifestazione di Mirabello, ha mosso i primi passi». Così Gianfranco Fini, leader di Fli, nell'articolo che verrà pubblicato venerdì sul Secolo. L'intervento di Fini perché il gruppo al Senato di Futuro e Libertà, dopo Giuseppe Menardi, sta per perdere altri tre componenti: Franco Pontone, Mario Baldassarri e Maurizio Saia.
L'INTERVENTO - «Le polemiche e le divisioni esplose dopo l'Assemblea Costituente di Milano hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori del Presidente Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera». È quanto afferma il leader di Fli, Gianfranco Fini, che guarda all'allargamento della maggioranza come ad una «ipotesi verosimile, vista l'aria che tira nel Palazzo e le tante armi seduttive di cui gode chi governa» disponendo «di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente». Poi attacca: «La difficoltà di Fli e la ritrovata baldanza dei gerarchi del PdL sono fenomeni tutti interni al ceto politico, sentimenti di chi teme per il proprio status di ministro o di parlamentare o di chi aspira a divenire sindaco, assessore o per lo meno consigliere comunale». Infine conclude: «Ci riconosciamo e intendiamo agire nell'ambito dei valori e della cultura politica del centrodestra, senza alcuna ambiguità nè tantomeno senza derive estremiste o sinistrorse».
Franco Pontone (LaPresse)
PONTONE - Intanto il vice presidente di Fli, Italo Bocchino, ha convocato per venerdì la prima riunione della segreteria politica nazionale. Tornando a Pontone, sembra scontato che il senatore sia in procinto di lasciare il gruppo di Fli al Senato. La decisione, a quanto si apprende da fonti della maggioranza, è ormai presa. L'ex amministratore di An, non solo sta per formalizzare il suo addio al gruppo nel giro di poche ore, anche se gli è stato chiesto un rinvio di qualche giorno, ma avrebbe deciso di tornare nel Pdl. Nel voto di mercoledì sulla fiducia al decreto Milleproroghe, Pontone si era astenuto. Da tempo il senatore si sentiva «a disagio» dentro Fli. L'ex tesoriere di Alleanza nazionale, che per questo si era trovato direttamente coinvolto nel «caso» della casa di Montecarlo e nella vicenda Fini-Tulliani, già lo scorso 14 dicembre era indeciso se votare no alla sfiducia a Berlusconi come indicato dal suo partito. In precedenza aveva disertato le riunioni con Fini adducendo varie giustificazioni.
SAIA - «Sto valutando la situazione», ha detto Maurizio Saia ad Affaritaliani.it. «Fli, finché non si va al voto, non esiste. Esiste perché ci sono parlamentari che hanno messo in gioco la loro faccia e se vogliamo, chi ha lasciato il governo, anche le loro sedie. Finché non c'è questa prova sul territorio elettorale credo che la prima preoccupazione di chi governa il partito dovrebbe essere quella di tenere tutti i pezzi insieme. Le decisioni sono state sempre prese alla Camera e noi le abbiamo subite. C'è questo momento di concreto disagio, ci prendiamo qualche giorno ancora per ragionare».
BALDASSARRI - «Sono in profonda riflessione», confessa al Velino anche il senatore Mario Baldassarri, che in merito alla fuoriuscita annunciata di Menardi e quella ventilata di Pontone nelle prossime ore taglia corto: «No comment».
GUZZANTI - E anche Guzzanti torna con la maggioranza, aderendo al gruppo dei Responsabili alla Camera. «Ecco perchè oggi ho aderito al gruppo di Iniziativa responsabile: primo obiettivo, evitare le elezioni anticipate in assenza di un anti-Berlusconi in grado di vincere per la rivoluzione liberale di cui ha bisogno il Paese. Non faccio sconti a nessuno, meno che mai al presidente del Consiglio e confermo tutto, anzi rincaro la dose su mignottocrazia, putinismo, devastazione della democrazia parlamentare, schifo per la legge elettorale che deve essere cambiata», scrive Guzzanti sul suo blog, spiegando così la decisione di aderire al gruppo dei Responsabili. «Una maggioranza in questo senso -aggiunge - si può ancora trovare, cambiare la legge e soltanto allora andare a votare. Per ora devo soltanto rammaricarmi del fatto che il Terzo Polo in cui avevo tanto sperato ha soltanto prodotto pasticciate ipotesi di coalizioni col Pd, rinunciando cioè a contendere a Berlusconi il suo elettorato. Dunque è il momento di decisioni responsabili e anche scomode. So perfettamente quali sono le forche caudine che mi aspettano, ma ormai ho spalle larghe e esperienza di veterano».
Sì molto coerente sto Guzzanti, io non c'ho capito una mazza...
piegando il collo in un'altra direzione, vedo un FLI sempre più in difficoltà
evidentemente stare all'opposizione col pugnal fra i denti
è faticoso... meglio un comodo cadreghino