Tiscali intraday 7 Luglio 2004

  • Creatore Discussione Creatore Discussione patt
  • Data di Inizio Data di Inizio
Quando di notte invece di dormire si sta davanti a un monitor...
1089256199computerguy.gif

capita di leggere questa(STUPENDA,trovata su FOL)e non si sa se :sad: o :-D

Scritto da Lina
e poi tu mi dicesti:<<Bambola, non c'è una lira.>>

In giro per il mondo, ormai, ci chiamano i maghi della finanza creativa; ha fatto scuola il duo doppia T (Tanzi, Tonna) di Collecchio che, per anni, è stato capace di "fabbricare" bilanci fasulli senza che i mercati finanziari di tutto il mondo se n'accorgessero. Anzi: la loro creatura (Parmalat) è stata premiata e promossa a livello di blue chip.

Diceva uno che se n'intendeva: "se devi dir palle, dille grosse; ci crederanno tutti più facilmente".

E dopo quelli di Collecchio, ci fù Tremonti (un grande esperto di paradisi fiscali, lo ha definito il governatore della Banca d'Italia): in tre anni di (sua) gestione del superministero dell'economia, tra dotte spiegazioni, sorrisetti arguti e battute acide, è riuscito a far sprofondare le finanze italiane a livello di paese sud-americano, conducendo l'economia al limite del collasso, schiacciata da un debito pubblico immenso e dalle tante palle che ci sono state costruite sopra.

Oggi, 3 luglio 2004, Giulio Tremonti "è stato dimesso" (i suoi compagni di governo lo hanno, calorosamente, costretto a "togliersi volontariamente di torno") e, finalmente, questo paese affronta la verità dei fatti: siamo allo sbando e sull'orlo della bancarotta, ma, come nel caso Parmalat, fino ad ieri eravamo inconsapevoli di quanto stava succedendo. La finanza creativa dell'ex-ministro Tremonti, è riuscita per tre anni (il duo Tanzi-Tonna c'è riuscito per oltre dieci) a mascherare la drammatica realtà dei numeri che, oggi, è esplosa in tutta la sua crudele evidenza; parafrasando un famoso film del principe De Curtis: "Bambole, non c'è una lira".

Il capo di Tremonti (colui che si è definito l'unto dal Signore), con la colpevole complicità di quanti lo hanno sostenuto (ma sono cominciate le defezioni, anche nella cerchia dei più intimi) ha, fino alla fine, agitato il fantoccio del nuovo miracolo economico, fatto di impossibili (se ne rendevano conto anche i bambini dell'asilo) riduzioni fiscali e ventate di ottimismo a casaccio; ciò che resta di lui, è l'immagine di un mediocre venditore di tappeti il quale, sfruttando una concentrazione di mass-media senza precedenti nella storia, è riuscito ad imbonire un pubblico di ingenui paesani, convincendoli a comprare la sua scadente mercanzia.

Diciamoci la verità: a Napoli si trova di molto meglio; gente con più talento e più destrezza verbale (non è un paragone blasfemo, ma un "suggerimento" che mi sento di dare a questa coalizione di governo).

E, dunque, adesso siamo a ragionare di 7 miliardi di euro di tagli di spesa da effettuare entro quest'anno e 28 miliardi di euro da fare entro l'anno prossimo; mentre quel venditore ambulante, prima delle europee, prometteva 12 miliardi di euro di riduzioni di imposte, sapeva già che, per riportare i conti in regola, doveva "trovare" 35 miliardi di euro (70.000 miliardi di vecchie lire) di riduzioni di spesa o di aumenti di imposta, per non farsi "richiamare" dalla UE.

Nonostante ciò, non ha esitato a lanciare quell'ennesima promessa impossibile, all'indirizzo degli ingenui paesani che, fin lì, avevano comprato la sua merce; per scoprire, però, che alcuni di quei sempliciotti, si erano, nel frattempo, fatti furbi e non credevano più alle sua "storie" (o cominciavano, finalmente, a farsi qualche domanda del tipo: "ma cheschì ci piglia mica per il cul?").

E così ha sacrificato (licenziandolo) il suo ministro Tremonti (il cardinale Mazzarino usava dire: cosa conta un ministro di fronte alla ragion di stato o al benessere del re?) pur di uscirne con la faccia non troppo imbrattata, contando, ancora una volta, sulla stupidità di coloro (per fortuna sempre meno) che pendono dalle sua labbra e comprano i suoi tappeti (Al Capone diceva: finché ci sono polli, perché non spennarli?).

Ormai, però, ahimé per lui (e per noi), si sta verificando la famosa profezia di Indro Montanelli: "l'unica maniera di liberarsi di Berlusconi è farlo governare, in modo che gli italiani si rendano conto di quanto sia incapace". E così ce ne stiamo liberando, pagando, però, un riscatto altissimo: il declino economico di questo paese, caduto tanto in basso quanto mai lo era stato dai tempi di Quintino Sella in poi, con la sola eccezione (forse) del ventennio fascista, quando un altro unto dal Signore (così diceva lui) condusse l'Italia al disastro militare ed alla rovina economica.

Ci pensino coloro che hanno comprato i suoi tappeti scadenti e facciano una seria analisi di coscienza; dobbiamo a loro se, oggi, questo paese che fu di poeti, santi e navigatori si trova a rincorrere un futuro che sembra nascondersi tra uno spot televisivo e la mimica gelatinosa di Emilio Fede; mentre tutto il resto sta crollando sopra le fondamenta che, quel venditore ambulante, ha costruito sulle chiacchiere fumose e le palle più spudorate.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto