Peracchi vs Prechter: un anno dopo 15.10.2010 19:00
Abbiamo a lungo inseguito l’analista Valerio Peracchi perché ci rilasciasse questa intervista, in assoluta esclusiva, dopo la “dichiarazione di guerra” lanciata dallo stesso Peracchi contro Robert Prechter, con quelle affermazioni stentoree del 6 ottobre dello scorso anno (Peracchi vs. Prechter, il quale, ultimo, già all’epoca pronosticava catastrofi finanziarie) che squassarono un poco il mondo dell’analisi italiana, non abituata a confrontarsi così da vicino e ad armi pari con i “colleghi USA”.
Tante sono le domande che avremmo voluto rivolgere a Peracchi, ma alla fine abbiamo cercato di compiere una sintesi e ora vi riportiamo l’esito della nostra chiacchierata.
Valerio Peracchi, è autore del libro “L'Analisi Tecnica” (Hoepli Editore), incentrato sulla tecnica Candlestick e sulla Elliott Wave Theory.
Dr. Peracchi, è giusto un anno, anzi ormai di più, che ci eravamo sentiti in veste ufficiale. Vede, uno dei primari compiti di noi giornalisti risiede nella memoria.
Ora, la sua previsione in merito all’andamento dello S&P500, dall’anno scorso a oggi, forse non ha fatto neppure una grinza. Lei dichiarò testualmente:
Per gli esperti di Elliott, siamo (per essere ancora conservativi) almeno in una struttura di onde di grado Intermediate A-B-C di cui stiamo vivendo la prima (A) che dovrebbe condurre (per gli interessati al “sodo”) almeno a circa 1.230/1.260 punti di S&P500, entro gennaio/febbraio.
Qui – e solo qui – subentrerà un meccanismo correttivo più complesso, alla soglia del ribasso/movimento lateral-discendente, che sarà etichettabile come Onda (B) e che potrebbe durare anche parecchi mesi (fin verso agosto/settembre 2010?)
Dunque a questo punto cosa mi può dire di nuovo? Insomma, quale seguito attenderci?
In quest’anno si sono succeduti parecchi accadimenti forti, ma l’analisi (seria, perché è solo durissimo e profondissimo studio e non parliamo di analisi “classica” o “leggera”) ha visto bene, sinora. Ovviamente, in testa a tutto, dovrei spendere molte parole verso certi adulatori della mala fede, ma discutiamo di cose serie e il tempo è importante per ognuno di noi.
Innanzitutto e certamente occorre compiere un distinguo basilare su quanto Le dirò tra poco e che varrà essenzialmente per l’indice americano S&P500, poiché, per esempio, proprio la nostra borsa è rimasta molto attardata sia nei confronti del DAX sia dello stesso indice USA.
Infatti, quando mi contattò quel pomeriggio di un anno fa, ci trovavamo con lo S&P500 a 1.040 punti (ora 1.175 circa), col DAX a 5.500 (adesso quasi addirittura a 6.500) e col nostro FTSE-Mib a 22.800 (ora invece ancora poco sopra i 21.000 punti e dunque indietro di circa un 8%).
Ebbene, un anno è già trascorso, anzi di più, e ora riscontriamo un indice S&P500 ripartito seriamente alla volta dei massimi che furono poi segnati un po’ dopo (rispetto alla mia lettura pseudo-ciclica), ad aprile di quest’anno.
La brevità dunque dell’impianto correttivo (circa quattro mesi e mezzo) è l’unico fattore che ancora mi lascia qualche minimo dubbio, sul fatto che possa essere questo il movimento davvero importante.
Va anche detto che sui minimi di luglio qualche dubbio l’ho avuto io stesso, ma poi la tenuta dei 1.016 mi ha convinto: è però ovvio che passare tutto il giorno davanti ai monitor e in una fase laterale così snervante, nel brevissimo finisca per confondere più che far chiarezza.
Ora però valutiamo attentamente questo trend rialzista che potrebbe rivelarsi veramente risolutivo.
Importante e risolutivo (se non erro sono i due aggettivi da lei utilizzati), in che senso? Si attende dunque un rapido superamento dei massimi di aprile a 1.220-1.230 punti di indice?</B>
In effetti potrebbe essere proprio così. Avevo anche parlato di “nuovi massimi storici”, ma all’epoca avevo a disposizione pochissimi punti di riferimento precisi.
Oggi Le dirò che se il movimento deve essere davvero quello decisivo, lo sapremo soltanto al cospetto del livello ora più importante per l’indice americano: i 1.295 punti.
E non mi chieda perché, la prego.
Tuttavia, se passeremo quel livello, le probabilità di rivedere, già nel 2011, lo S&P500 sui massimi di sempre o almeno nei pressi di quota 1.500 (1.525?) si farebbero elevatissime.
Da quanto mi sta dicendo, siamo dunque in pieno bull market?
Qui la questione è molto più spinosa e ancor più complesso è sviscerarne i motivi.
Intanto se si fallisse su quota 1.295, anche la mia previsione dell’anno scorso si rivelerebbe in parte errata, poiché difficilmente si andrà oltre.
Per quanto riguarda più precisamente la domanda che mi pone, cercherò di soddisfare la sua curiosità in pochissime parole, ma le risponderò (forse a sorpresa!) in senso negativo, dicendole che questo (ipotetico per ora) rialzo è quasi in toto assimilabile a quello 2003-07 che era una correzione al bear market precedente e seguente la Internet Bubble (come non mi piace usare questi termini!).
In ogni caso coloro che catalogano come un bull market quella (e l’attuale) fase, volendo conteggiare davvero correttamente le onde, compiono un errore abbastanza grave (mi permetto di dirlo, in punta di piedi) e che conduce a interpretazioni – ovviamente – ancora più distorte.
Siamo piuttosto ancora in una fase ibrida, per così dire, che potrei definire “semi-correttiva” (ovviamente
“correttiva” del precedente ribasso).
Questo vuol dire che dovremo attenderci ancora nuove fasi di ribasso e non intendo semplici correzioni?
Non è troppo sbagliato ciò che mi chiede.Mai abbassare la guardia intanto. Per assurdo, poi, il nostro grado di attenzione dovrà aumentare qualora si assistesse al superamento dei vecchi massimi, risalenti all’ottobre 2007, a 1.565 punti di Standard&Poor’s500. Ma intanto, vediamo come ci si potrebbe arrivare e attraverso quali tappe.
Se superassimo il livello di 1.295 già entro la fine dell’anno, potremmo poi indirizzarci verso l’obiettivo successivo, abbastanza ravvicinato e a 1.340 punti.
E lì, tra 1.295 e 1.340 appunto, potrebbe esserci una bella lotta, un po’ come quello che abbiamo vissuto all’altezza dei 1.110/1.130 punti.
Superato anche il 1.340, gli step che ci separeranno dai massimi del 2007 (assai simili a quelli del 2000, ma non così per il Dow Jones) saranno a 1.410 e a 1.460 circa e poi allora sarà strada spianata verso quota 1.525/550 e potremo essere anche a aprile (o giugno) del prossimo anno.
Vi è una seconda ipotesi invece che vedrebbe ritardato questo scenario di circa tre/cinque mesi, ma l’essenza della questione non muterebbe.
Dopo, ecco che (ritengo) diverrà tutto più problematico, anche se il target esaustivo dell’intero movimento dovrebbe rimanere nell’area tra i 1.680 e i 1.750.
Le posso invece già dire sin d’ora che solamente ascese che vadano oltre i 1.920 punti di indice S&P500 ci metterebbero al riparo da qualsiasi azione ribassista e anche violenta.
Qualsiasi livello, superiore a 1.220/1.230, che si dovesse toccare – nuovi massimi compresi – ma inferiore a quella quota, mi lascerebbe rispondere sempre affermativamente all’ultima domanda che mi ha posto.
Giunti qui, non posso certo chiederle di essere più chiaro, ma una cosa ancora mi permetto di chiederla: un regalo per i nostri lettori, abituati a operare sui titoli del nostro indice!
Mi vorrebbe segnalare cinque/sei titoli da mettere in portafoglio e tenere lì?
Non richiede troppo impegno e lo faccio più che volentieri: tra i titoli del FTSE-Mib, indubbiamente non potrà mancare Saipem (anche se sembrerebbe “salita troppo”) e poi Prysmian, Bulgari e con attenzione Exor.
Tra le mid-cap, non mi farei mancare Tod’s e Banca Generali.
Per chi volesse invece diversificare (cosa assai importante in questo contesto), tra i titoli del DAX mi sembrano ancora molto interessanti:
Adidas, BASF (o Linde), Metro e Fresenius.
Tra quelli del CAC40, sceglierei:
CAP-Gemini, Air Liquide, Louis-Vuitton (attendendo la prima correzione), Schneider Electric e Danone.
Infine, pescando anche nell’EuroStoxx50:
un finanziario interessante potrebbe essere ING-Groëp, un energetico con pari caratteristiche potrebbe essere la spagnola Repsol e tra la tecno/elettronica l’olandese Philips e la tedesca SAP, che in precedenza avevo tenuto fuori dalle scelte, tra i titoli del DAX.
Insomma, abbiamo fatto dalla colazione alla cena e ora non posso far altro che augurare un buon week-end ai suoi lettori, considerato che siamo prossimi al fine settimana., nonché un ottimo trading.