Titoli & commodities al vaglio 2010

...una molla in carica :cool:

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Buon sabato a chi c'è e a chi arriverà....

Mah che stò a di....:rolleyes:

Scenario interessante a Piazza Affari: partirà il “festival del buy”?15.10.2010 08:58

Di seguito riportiamo l’intervista sull’indice Ftse Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Gabriele Bellelli, trader indipendente e analista tecnico finanziario.

L’indice Ftse Mib è riuscito a violare la resistenza dei 21.000 punti, da lei segnalata nell’ultima intervista. C’è campo libero per ulteriori rialzi adesso? Quali sono le sue attese per le prossime sedute?

La situazione si fa interessante e resta da superare solo la media mobile a 200 giorni che è un livello di resistenza psicologica perchè praticamente tutti gli operatori del mondo ce l'hanno davanti agli occhi. Ed in genere fa sentire il suo peso.
Se il Ftse Mib la rompe al rialzo, credo che possa partire il "festival del buy".
Fino ad una settimana fa a scalpitare erano i titoli minori, mentre questa settimana stanno mostrando rialzi supportati da volumi anche le blue chips. Personalmente ritengo che sia il preludio di una rottura al rialzo.

Fiat si è reso protagonista di un poderoso rialzo che lo ha spinto in poche sedute a toccare quota 12 euro, ma ha guadagnato posizioni anche Exor. Quali indicazioni operative ci può fornire per questi due titoli?

Entrambi i titoli si muovono al rialzo da tempo e sono quindi all'interno di una tendenza rialzista primaria. In questi contesti l'ideale è acquistare su debolezza quando il mercato corregge e disegna un minimo.
Non è possibile indicare un livello operativo o un'area a cui acquistare adesso perchè devono prima cominciare a scendere.
Il consiglio è quindi di aspettare una correzione di qualche punto percentuale ed il delinearsi di una nuova ripartenza per mettere il titolo in portafoglio.
ultime sedute spunti positivi sono arrivati dai titoli del lusso e in particolare da Bulgari e Luxottica. Come valuta l’impostazione di questi due titoli e quali strategie ci può consigliare per entrambi?</B>

Si, il lusso sta tornando di moda a Piazza Affari.
Mi piace parecchio Luxottica che sopra la resistenza di 20,50 euro potrebbe essere una preda interessante.
Bulgari deve fare i conti con una salita vericale e quindi presenta un grado di rischio maggiore. In ogni caso il livello di resistenza è posto a 7,50 euro e qualora si intervenisse in acquisto, consiglio di cautelarsi con uno stop loss sotto 7,10 euro.

Banco Popolare e Banca Popolare di Milano hanno mostrato minore forza relativa rispetto al settore di riferimento. Consiglierebbe di sfruttare questa debolezza per nuovi acquisti? Quali sono i livelli da seguire con attenzione ora?

Entrambi i titoli hanno una impostazione ribassista. La differenza è che Banca Popolare di Milano sembra tentare l'inversione mentre Banco Popolare sembra non voler terminare la corsa.
Banco Popolare sarebbe da shortare sotto 4,25 euro.
Attenzione anche al supporto di 3,42 euro su Banca Popolare di Milano: qualora il titolo dovesse scendere al di sotto di questo livello, si potrebbe intervenire al ribasso.

In caso di prosecuzione del rialzo del mercato, quali sono i titoli che potranno regalare maggiori soddisfazioni? A quali consiglia in particolare di guardare ora?

Fino a quando il mercato non rompe al rialzo ed in tal caso scatterebbe il "festival del buy", c'è molto fumo e poco arrosto.
In ogni caso, mi piace Fondiaria sopra 8,40 euro che potrebbe invertire la propria tendenza e impostare un futuro al rialzo.
Non male anche Interpump che si potrebbe acquistare intorno a questi prezzi con stop loss sotto 4,80 euro.
In settimana nel portafoglio gratuito illustrato sul mio sito Trading & mercati finanziari: analisi tecnica - segnali operativi e didattica erano entrati Pirelli e banca generali alla rottura delle rispettive resistenze.
 
Borse sorde alle parole di Bernanke. Si teme per deflazione e disoccupazione 15.10.2010 20:59

Non più tardi di due giorni fa la Federal Reserve, tramite i verbali dell’ultima riiunione di politica monetaria, aveva confermato le attese del mercato in merito all’adozione di nuove misure di quantitative esasing per offrire sostegno all’economia. La conferma è arrivata quest’oggi direttamente da Ben Bernanke, impegnato in un discorso tenuto circa un’ora prima dell’avvio degli scambi a Wall Street.
Nell’ambito di una conferenza organizzata dalla Fed di Boston, il numero uno della Banca Centrale americana ha affermato che ci sono le condizioni per pensare ad ulteriori azioni di politica monetaria. Bernanke ha dichiarato che a giustificare un simile intervento è da una parte l’elevato tasso di disoccupazione e dall’altra la bassa inflazione. Un prolungato periodo di forte disoccupazione metterebbe a rischio la ripresa, mentre i contenuti livelli di inflazione aumentano più del previsto il rischio di deflazione.
La dinamica dei prezzi al consumo si mantiene ancora al di sotto della soglia minima individuata dagli obiettivi informali della Fed. Anche per questo motivo sui livelli attuali, le limitazioni imposte da un tasso di interesse nominale a zero sono troppo forti, alzando sopra il livello auspicabile la minaccia di una deflazione.
L’inflazione è destinata a rimanere molto contenuta anche durante il 2011 quando perdurerà l’elevata disoccupazione. Per il prossimo anno Bernanke si aspetta in ogni caso una crescita dell’economia più tonica e più vicine al potenziale di lungo termine. Fino a questo momento però si è avuta una ripresa meno robusta di quela auspicata, motivo per cui la Fed è pronta a mettere in campo nuove armi per dare un sostegno alla congiuntura.
Bernanke ha spiegato che se da una parte ci sono le condizioni per adottare nuove misure di stimolo,
dall’altra la Banca Centrale americana dovrà procedere con molta cautela. Questo perchè le politiche non convenzionali hanno dei costi e dei limiti che devono essere presi in considerazione nel momento in cui si valuta se usarle e soprattutto con quale aggressività farvi ricorso.
Le misure straordinarie non sono infatti usuali per la Fed che nelle sue decisioni dovrà tenere conto di diversi fattori, modulando l’enitità delle stesse sulla base dell’outlook economico e delle condizioni finanziarie.
Nel corso del suo intervento Bernanke non ha fornito indicazioni aggiuntive sulle future misure di quantitative easing. Tra i vari interventi possibili si potrebbe anche considerare l’impegno della Fed a mantenere i tassi di interesse bassi per un periodo di tempo prolungato. Un’altra opzione sarebbe quella di aumentare gli acquisti di titoli di lungo termine, aumentando così gli assets in possesso della Banca Centrale.
Nessun indizio è stato inoltre fornito in merito ai tempi di attuazione delle nuove misure, anche se la scommessa del mercato è per il prossimo meeting della Fed in programma il 2 e 3 novembre prossimi. Le attese sono per un ammontare iniziale di almeno 500 miliardi di dollari, cui potrebbero aggiungersi ulteriori interventi successivamente.
In occasione della prossima riunione di politica monetaria non sono da escludere peraltro novità sul fronte del’inflazione, visto che la Fed potrebbe annunciare una revisione al rialzo del target di medio periodo.
Le parole di Bernanke non hanno avuto tuttavia un’eco particolare sui mercati azionari che hanno registrato un modesto movimento rialzista durato solo pochi minuti. Effetti più evidenti si sono avuto sul mercato dei cambi, basti pensare all’euro che dopo le dichiarazioni del numero uno della Fed è salito sui massimi di quest’anno rispetto al dollaro sopra quota 1,41, salvo poi tornare indietro e presentarsi in area 1,396 mentre scriviamo.
 
Piazza Affari: le attese per la seduta di lunedì 18 ottobre
15.10.2010 20:07

L’ultima seduta della settimana è stata vissuta in maniera contrastata dalle Borse europee che non sono riuscite a muoversi tutte nella stessa direzione, mostrando peraltro un andamento altalenante. In mattinata gli acquisti hanno sostenuto i listini che però nel pomeriggio hanno dovuto fare i conti con un incremento della volatilità per via dell’andameno incerto di Wall Street. A fine sessione il Cac40 e il Dax30 sono saliti rispettivamente dello 0,21% e dello 0,57%, mentre il Ftse100 si è mosso in controtendenza con un ribasso dello 0,42%.
Segno meno anche a Piazza Affari dove l’indice Ftse Mib ha terminato gli scambi a 21.062 punti, in calo dello 0,15%, dopo aver toccato un massimo a 21.207 e un minimo a 20.911 punti. Nonostante la flessione odierna, il bilancio settimanale è positivo visto che l’indice ha guadagnato l‘1,5% nelle ultime cinque sedute.
In avvio di ottava il Ftse Mib ha lottato ancora con la resistenza dei 20.800, superata la quale si è spinto mercoledì fino all’area dei 21.200. Livello quest’ultimo che è stato raggiunto anche ieri ed oggi, frenando per ora le velleità rialziste del mercato.
Con l’evoluzonione delle ultime sedute si è avuto un miglioramento del quadro tecnico del Ftse Mib che tuttavia non ha prodotto per il momento l’attesa accelerazione rialzista dopo l’interruzione della fase laterale delle settimane precedenti.
Fino a quando i corsi si manterranno al di sopra di area 20.900/21.000, l’indice potrà tentare un nuovo attacco all’ostacolo dei 21.200/21.250. Oltre questo livello si guarderà ai 21.500/21.600, corrispondenti ai massimi di agosto, prima di pensare ad un approdo in area 22.000, senza escludere estensioni rialziste fin verso i 22.500 nella migliore delle ipotesi.
Per quanto l’intonazione del mercato si confermi positiva,
c’è da notare la rarefazione dei volumi che stanno accompagnando gli ultimi spunti rialzisti e che getta un po’ un’ombra sulla bontà del movimento in atto e soprattutto sulla possibiltà che lo stesso prosegua nel breve.
Anche in ragione di ciò non sono da escludere dei ripiegamenti prima di nuovi rialzi e in questa direzione si guarderà in primis alla fascia supportiva dei 21.000/20.900. La violazione di questa aprirà le porte a correzioni verso i 20.600/20.500, la cui tenuta è essenziale per scongiurare ribassi più marcati in direzione dei 20.200 e dei 20.000.

Per la prima seduta della nuova settimana si segnala sul fronte macro Usa, oltre ai flussi netti di capitali esteri, il dato relativo alla produzione industriale di settembre, che dovrebbe mostrare un rialzo dello 0,2%, in linea con la lettura precedente.
In agenda anche l’indice Nahb riferito al mercato immobiliare che ad ottobre è atteso a 14 punti, in lieve rialzo dai 13 di settembre.
Sempre in America si segnala un discorso di Dennis Lockart, presidente della Fed di Atlanta.
Novità sono attese anche sul versante societario visto che prima dell’avvio degli scambi a Wall Street saranno diffusi i risultati trimestrali di Citigroup dai quali ci si attende un utile per azione di 0,06 dollari. Dopo il suono di chiusura si sposterà lo sguardo su Apple e Baidu.com

A Piazza Affari saranno da seguire i titoli del settore petrolifero dopo che i prezzi dell’oro nero sono scivolati verso area 81 dollari al barile in chiusura di settimana.
Sotto i riflettori anche Intesa Sanpaolo che ha firma l’accordo per l’acquisizione da Fondazione Monte Parma del 51% del capitale di Banca Monte Parma, a fronte di un esborso di 159 milioni di euro.
In generale suggeriamo di monitorare l’intero settore bancario in vista dei risultati trimestrali che saranno diffusi da Citigroup.
Tra i titoli a minore capitalizzazione ricordiamo che a partire da lunedì prossimo saranno revocate dalla quotazioni le azioni di Mediterranea delle Acque.
 
Peracchi vs Prechter: un anno dopo 15.10.2010 19:00

Abbiamo a lungo inseguito l’analista Valerio Peracchi perché ci rilasciasse questa intervista, in assoluta esclusiva, dopo la “dichiarazione di guerra” lanciata dallo stesso Peracchi contro Robert Prechter, con quelle affermazioni stentoree del 6 ottobre dello scorso anno (Peracchi vs. Prechter, il quale, ultimo, già all’epoca pronosticava catastrofi finanziarie) che squassarono un poco il mondo dell’analisi italiana, non abituata a confrontarsi così da vicino e ad armi pari con i “colleghi USA”.
Tante sono le domande che avremmo voluto rivolgere a Peracchi, ma alla fine abbiamo cercato di compiere una sintesi e ora vi riportiamo l’esito della nostra chiacchierata.

Valerio Peracchi, è autore del libro “L'Analisi Tecnica” (Hoepli Editore), incentrato sulla tecnica Candlestick e sulla Elliott Wave Theory.

Dr. Peracchi, è giusto un anno, anzi ormai di più, che ci eravamo sentiti in veste ufficiale. Vede, uno dei primari compiti di noi giornalisti risiede nella memoria.
Ora, la sua previsione in merito all’andamento dello S&P500, dall’anno scorso a oggi, forse non ha fatto neppure una grinza. Lei dichiarò testualmente:
Per gli esperti di Elliott, siamo (per essere ancora conservativi) almeno in una struttura di onde di grado Intermediate A-B-C di cui stiamo vivendo la prima (A) che dovrebbe condurre (per gli interessati al “sodo”) almeno a circa 1.230/1.260 punti di S&P500, entro gennaio/febbraio.
Qui – e solo qui – subentrerà un meccanismo correttivo più complesso, alla soglia del ribasso/movimento lateral-discendente, che sarà etichettabile come Onda (B) e che potrebbe durare anche parecchi mesi (fin verso agosto/settembre 2010?)
Dunque a questo punto cosa mi può dire di nuovo? Insomma, quale seguito attenderci?

In quest’anno si sono succeduti parecchi accadimenti forti, ma l’analisi (seria, perché è solo durissimo e profondissimo studio e non parliamo di analisi “classica” o “leggera”) ha visto bene, sinora. Ovviamente, in testa a tutto, dovrei spendere molte parole verso certi adulatori della mala fede, ma discutiamo di cose serie e il tempo è importante per ognuno di noi.
Innanzitutto e certamente occorre compiere un distinguo basilare su quanto Le dirò tra poco e che varrà essenzialmente per l’indice americano S&P500, poiché, per esempio, proprio la nostra borsa è rimasta molto attardata sia nei confronti del DAX sia dello stesso indice USA.
Infatti, quando mi contattò quel pomeriggio di un anno fa, ci trovavamo con lo S&P500 a 1.040 punti (ora 1.175 circa), col DAX a 5.500 (adesso quasi addirittura a 6.500) e col nostro FTSE-Mib a 22.800 (ora invece ancora poco sopra i 21.000 punti e dunque indietro di circa un 8%).
Ebbene, un anno è già trascorso, anzi di più, e ora riscontriamo un indice S&P500 ripartito seriamente alla volta dei massimi che furono poi segnati un po’ dopo (rispetto alla mia lettura pseudo-ciclica), ad aprile di quest’anno.
La brevità dunque dell’impianto correttivo (circa quattro mesi e mezzo) è l’unico fattore che ancora mi lascia qualche minimo dubbio, sul fatto che possa essere questo il movimento davvero importante.
Va anche detto che sui minimi di luglio qualche dubbio l’ho avuto io stesso, ma poi la tenuta dei 1.016 mi ha convinto: è però ovvio che passare tutto il giorno davanti ai monitor e in una fase laterale così snervante, nel brevissimo finisca per confondere più che far chiarezza.
Ora però valutiamo attentamente questo trend rialzista che potrebbe rivelarsi veramente risolutivo.

Importante e risolutivo (se non erro sono i due aggettivi da lei utilizzati), in che senso? Si attende dunque un rapido superamento dei massimi di aprile a 1.220-1.230 punti di indice?</B>

In effetti potrebbe essere proprio così. Avevo anche parlato di “nuovi massimi storici”, ma all’epoca avevo a disposizione pochissimi punti di riferimento precisi.
Oggi Le dirò che se il movimento deve essere davvero quello decisivo, lo sapremo soltanto al cospetto del livello ora più importante per l’indice americano: i 1.295 punti.
E non mi chieda perché, la prego.
Tuttavia, se passeremo quel livello, le probabilità di rivedere, già nel 2011, lo S&P500 sui massimi di sempre o almeno nei pressi di quota 1.500 (1.525?) si farebbero elevatissime.

Da quanto mi sta dicendo, siamo dunque in pieno bull market?

Qui la questione è molto più spinosa e ancor più complesso è sviscerarne i motivi.
Intanto se si fallisse su quota 1.295, anche la mia previsione dell’anno scorso si rivelerebbe in parte errata, poiché difficilmente si andrà oltre.
Per quanto riguarda più precisamente la domanda che mi pone, cercherò di soddisfare la sua curiosità in pochissime parole, ma le risponderò (forse a sorpresa!) in senso negativo, dicendole che questo (ipotetico per ora) rialzo è quasi in toto assimilabile a quello 2003-07 che era una correzione al bear market precedente e seguente la Internet Bubble (come non mi piace usare questi termini!).
In ogni caso coloro che catalogano come un bull market quella (e l’attuale) fase, volendo conteggiare davvero correttamente le onde, compiono un errore abbastanza grave (mi permetto di dirlo, in punta di piedi) e che conduce a interpretazioni – ovviamente – ancora più distorte.
Siamo piuttosto ancora in una fase ibrida, per così dire, che potrei definire “semi-correttiva” (ovviamente
“correttiva” del precedente ribasso).

Questo vuol dire che dovremo attenderci ancora nuove fasi di ribasso e non intendo semplici correzioni?

Non è troppo sbagliato ciò che mi chiede.Mai abbassare la guardia intanto. Per assurdo, poi, il nostro grado di attenzione dovrà aumentare qualora si assistesse al superamento dei vecchi massimi, risalenti all’ottobre 2007, a 1.565 punti di Standard&Poor’s500. Ma intanto, vediamo come ci si potrebbe arrivare e attraverso quali tappe.
Se superassimo il livello di 1.295 già entro la fine dell’anno, potremmo poi indirizzarci verso l’obiettivo successivo, abbastanza ravvicinato e a 1.340 punti.
E lì, tra 1.295 e 1.340 appunto, potrebbe esserci una bella lotta, un po’ come quello che abbiamo vissuto all’altezza dei 1.110/1.130 punti.
Superato anche il 1.340, gli step che ci separeranno dai massimi del 2007 (assai simili a quelli del 2000, ma non così per il Dow Jones) saranno a 1.410 e a 1.460 circa e poi allora sarà strada spianata verso quota 1.525/550 e potremo essere anche a aprile (o giugno) del prossimo anno.
Vi è una seconda ipotesi invece che vedrebbe ritardato questo scenario di circa tre/cinque mesi, ma l’essenza della questione non muterebbe.
Dopo, ecco che (ritengo) diverrà tutto più problematico, anche se il target esaustivo dell’intero movimento dovrebbe rimanere nell’area tra i 1.680 e i 1.750.
Le posso invece già dire sin d’ora che solamente ascese che vadano oltre i 1.920 punti di indice S&P500 ci metterebbero al riparo da qualsiasi azione ribassista e anche violenta.
Qualsiasi livello, superiore a 1.220/1.230, che si dovesse toccare – nuovi massimi compresi – ma inferiore a quella quota, mi lascerebbe rispondere sempre affermativamente all’ultima domanda che mi ha posto.

Giunti qui, non posso certo chiederle di essere più chiaro, ma una cosa ancora mi permetto di chiederla: un regalo per i nostri lettori, abituati a operare sui titoli del nostro indice!
Mi vorrebbe segnalare cinque/sei titoli da mettere in portafoglio e tenere lì?

Non richiede troppo impegno e lo faccio più che volentieri: tra i titoli del FTSE-Mib, indubbiamente non potrà mancare Saipem (anche se sembrerebbe “salita troppo”) e poi Prysmian, Bulgari e con attenzione Exor.
Tra le mid-cap, non mi farei mancare Tod’s e Banca Generali.
Per chi volesse invece diversificare (cosa assai importante in questo contesto), tra i titoli del DAX mi sembrano ancora molto interessanti:
Adidas, BASF (o Linde), Metro e Fresenius.
Tra quelli del CAC40, sceglierei:
CAP-Gemini, Air Liquide, Louis-Vuitton (attendendo la prima correzione), Schneider Electric e Danone.
Infine, pescando anche nell’EuroStoxx50:
un finanziario interessante potrebbe essere ING-Groëp, un energetico con pari caratteristiche potrebbe essere la spagnola Repsol e tra la tecno/elettronica l’olandese Philips e la tedesca SAP, che in precedenza avevo tenuto fuori dalle scelte, tra i titoli del DAX.
Insomma, abbiamo fatto dalla colazione alla cena e ora non posso far altro che augurare un buon week-end ai suoi lettori, considerato che siamo prossimi al fine settimana., nonché un ottimo trading.
 

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