TRA I TANTI MEZZI DI TRASPORTO, LA FANTASIA E' QUELLO CON CUI VIAGGIO Di PIU'...

In Italia le regioni più sensibili al radicalismo islamico sono Lombardia e Veneto.
L’ultimo caso di foreign fighter conduce sulle strade di Bulciaghetto piccola frazione del Lecchese.
Qui Alice Brignoli e Mohamed Koraichi si sono sposati, radicalizzati e partiti per la Siria assieme ai loro tre figli piccoli.
Sempre qui, Valbona Berisha, donna di origini albanesi, ha lasciato la sua casa popolare di Barzago alla volta della Siria portando con sé il figlio di sette anni.
Anche per lei Daesh è la “terra promessa”. L’Is – ha ricostruito l’intelligence – le paga più di mille dollari per poter addestrare il figlio al jihad.

“Questo è un problema – spiega la fonte –, l’Is oggi è un grande network criminale in grado di offrire un welfare alternativo”.
 
E poi c’è la provincia italiana che sempre più spesso fornisce al Califfato aspiranti martiri.

“È un dato oggettivo, tra Lecco e Como abbiamo registrato già tre casi, se la grande città garantisce un buon grado d’integrazione questo viene a mancare nelle zone rurali del nord Italia”.

Comuni che s’infilano l’uno dentro l’altro, dritti lungo strade provinciali, aree vittime della crisi economica, dove anche l’italiano fa fatica a interagire con la società locale.
E poi c’è il grado di radicalizzazione dei nostri Salah. La temperatura è in netta crescita.

Questo confermano le attività d’intercettazione e monitoraggio. In Lombardia, ad esempio, sono più di dieci i casi sotto la lente degli investigatori e nessuno a Milano.

“Quello che notiamo – spiega l’antiterrorismo – è un grado di consapevolezza altissimo per il martirio”.

Chi si radicalizza è già disposto a morire.
Come il tunisino di 38 anni Kamel Ben Hamida, residenza brianzola e rapporti antichi con l’ala radicale della moschea di viale Jenner.

Scriveva Hamida (espulso nel novembre scorso): “Odio l’Italia, sono pronto al martirio”
 
L’assenza di rete se da un lato limita attentati clamorosi, dall’altro complica le indagini.

“Oggi noi investighiamo singoli casi ed è difficile, più semplice quando c’è un’organizzazione dentro la quale infiltrarsi”.

Insomma, i nostri Salah fanno sul serio.
Sono pronti a partire e a morire per Allah.
Quello che ancora non si registra è il fenomeno dei return, cioè coloro che dopo aver combattuto rientrano in Italia.
Fenomeno che proprio a Milano si registrò dopo l’11 settembre, quando nel novembre 2001 in viale Bligny 42 fu scoperta una cellula attiva di al Qaeda.
 
:dietro:Gli investigatori col tempo hanno imparato a conoscerli. “Sono molto giovani – spiega una fonte dell’antiterrorismo –, conducono una vita occidentale, l’obiettivo è mimetizzarsi per poi colpire. Fisicamente non sono riconoscibili”. Sono donne e uomini, imprenditori e casalinghe.

Poi l’ultima frontiera: le forze dell’ordine. “Da un po’ di tempo – svela l’antiterrorismo – registriamo matrimoni tra nostri agenti e donne musulmane, colleghi che dall’oggi al domani iniziano a seguire le regole della nuova religione”.
Quello che finora resta solo un fenomeno sociale, rischia di creare gravi problemi dal punto di vista informativo. :vado::vado:

Forse in Italia... come in Europa... non si sono ancora resi conto che questa gente fa progetti a lungo termine (ancora ci chiamano Crociati :(). Non si integrano perchè a volte non ne hanno la possibilità... ma anche perchè manca la volontà!! Abbiamo allevato una serpe in seno... e questo è solo l'inizio!!


Buongiorno a tutti :uhm:
 
:)

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Non si integrano perchè non vogliono integrarsi. Non perchè non ne hanno le possibilità od oppurtunità.

I nostri migranti andavano all'estero per ragioni economiche. Questi lo fanno con altri fini. Non certo l'integrazione.
La maggior parte è stata allevata con l'odio per il nemico....ed il nemico siamo noi.
Per colpire i popoli occidentali che li hanno combattuti nei secoli scorsi.

Non hanno dimenticato.
 
Non si integrano perchè non vogliono integrarsi. Non perchè non ne hanno le possibilità od oppurtunità.

I nostri migranti andavano all'estero per ragioni economiche. Questi lo fanno con altri fini. Non certo l'integrazione.
La maggior parte è stata allevata con l'odio per il nemico....ed il nemico siamo noi.
Per colpire i popoli occidentali che li hanno combattuti nei secoli scorsi.

Non hanno dimenticato.

Integrazione vuol dire che noi rispettiamo la tua diversità... ma tu rispetti ed accetti la nostra cultura... visto che decidi di condividerla (nessuno ti obbliga a venire in Europa... se non ti piace... vai in un Paese arabo... con la tua stessa cultura!!).
Invece, per puro buonismo, alimentiamo il falso mito del "volemose tutti bene"... e questi sono i risultati!!!
 

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