MATLEY
Forumer storico
buon giorno a tutti,
se il buon giorno si vede dal mattino.... oggi sarà una giornata di mierda...
avete letto l'articolo notturno di zero hedge?
lo pubblico anche qui:
Zero Hedge: Guida Commentata sulla Corsa alle Banche Europee (o sulla Fase Finale del Piano di Dominio Mondiale di Goldman)
Estratto di un lungo articolo di ZeroHedge, pubblicato anche su EconoMonitor, sulla crisi bancaria incombente e la longa manus della solita famigerata Goldman Sachs
23 novembre 2011 , ore 3:10 -
“Investitori nervosi in tutto il mondo stanno accelerando la loro uscita dal debito dei governi e delle banche Europee, aumentando il rischio di una stretta creditizia che potrebbe innescare un circolo vizioso. Le istituzioni finanziarie stanno svendendo i loro consistenti portafogli del debito pubblico Europeo e ignorando le nuove emissioni obbligazionarie di paesi come Spagna e Italia. E molti hanno deciso di non rinnovare i prestiti a breve termine alle banche Europee, che sono necessari per finanziare le operazioni giorno per giorno.“
Così comincia un articolo non di qualche blogger in iperventilazione, ma un articolo di copertina del venerabile New York Times, dal titolo “L’Europa teme una stretta creditizia mentre gli investitori Vendono i Titoli Obbligazionari.” Detto altrimenti, è ora in atto una corsa agli sportelli delle banche Europee, in cui praticamente tutte le banche svendono qualsiasi esposizione verso i paesi periferici.
Certo, considerando l’epico crollo che si è verificato la scorsa settimana dei prezzi dei titoli Italiani, Francesi, Austriaci, Ungheresi, Spagnoli e Belgi, con rendimenti alle stelle, e per di più dopo l’articolo “Sold To You”: European Banks Quietly Dumping €300 Billion In Italian Debt” che prevedeva proprio questo risultato, la notizia non è più una sorpresa. Tuttavia, sapere che tutti (con due eccezioni) hanno venduto il sistema finanziario Europeo dovrebbe far correre un brivido lungo la schiena di tutti coloro che sono ancora capaci di pensiero indipendente – perché, detto altrimenti, il più grande blocco economico del mondo si sta scollando, e il suo intero sistema finanziario è sull’orlo di un completo tracollo. E proprio per assicurarsi che non sono stati i vari bloggers, che già un anno fa avevano avvertito che tutto questo sarebbe accaduto , a portare alla iperventilazione il venerabile NYT, di seguito, con l’aiuto di Jernej Omahan di Goldman, presentiamo ai nostri lettori la guida commentata e sintetica per principianti della corsa agli sportelli pan-europea.
Ma prima qualche altro dettaglio dal NYT :
Ah, ma c’è una grande differenza: l’ultima volta, le banche non erano tutte dalla parte sbagliata della peggior mano di poker al mondo. Ora sì. E se le banche Europee iniziano un domino simile a una spirale di collasso, non ci sarà nessuno a salvare prima l’Europa, poi il Giappone, la Cina, gli Stati Uniti e infine il mondo.
Ma nel caso che qualcuno suggerisca che queste sono solo le divagazioni squilibrate del solito blogger, ecco Goldman Sachs con una spiegazione molto più fredda, calma e raccolta del motivo per cui tutti noi dovremmo farci prendere dal panico (il che ci porta al sublime: Goldman ha assunto tutti i punti chiave della politica nel continente Europeo, ma su questo diremo nella parte finale …)
Se volete sapere chi è l’altra istituzione, la risposta è la seguente: le obbligazioni italiane hanno ancora un salvagente. Le banche nazionali sembra che si stiano aggrappando ai loro maggiori assets. A dicembre scorso, gli stress test hanno mostrato che Intesa Sanpaolo aveva € 60 miliardi di debito Italiano. UniCredit e Banca Monte dei Paschi di Siena € 49 miliardi e € 32 miliardi rispettivamente. Risultati recenti indicano che tali partecipazioni sono cambiate poco.
In una telefonata con gli analisti, Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha detto “Continueremo a investire la maggior parte della liquidità in titoli di Stato Italiani. Crediamo che forniscano i rendimenti giusti in rapporto al costo. Quindi nessun cambiamento di politica da parte nostra. “
Eppure, secondo un banchiere di investimento che fa consulenza alle aziende sulle loro partecipazioni Italiane, la decisione delle banche nazionali di resistere potrebbe avere più a che fare con la loro incapacità di scaricare tali grandi importi in modo rapido e senza profonde perdite. In effetti, alcuni banchieri Italiani sembrano rassegnati alla situazione.
Anche le preoccupazioni sul capitale impediscono loro di vendere. “La questione chiave è relativa alla solvibilità e penso che hanno commesso un errore nel richiederci di mantenere più capitale”, ha detto l’amministratore delegato di una banca Italiana di medie dimensioni. “Per raggiungere questi livelli non possiamo vendere molto del nostro debito sovrano”.
Per riassumere: tutti stanno svendendo i titoli Europei, fatta eccezione per la BCE e le banche italiane, che non hanno scelta e invece devono raddoppiare e comprare di più. Nel frattempo, il mercato si sta sempre più prosciugando man mano che la liquidità evapora, la fiducia è scomparsa, e praticamente tutti si aspettano ora una ripetizione di Lehman Brothers.
Per inciso, è davvero così sorprendente che Goldman ora stia facendo del suo meglio per accelerare una corsa agli sportelli delle principali istituzioni finanziarie Europee, “improvvisamente” esponendo una verità che era lì da sempre? Durante la grande crisi finanziaria del 2008, il più grande vincitore dal crollo di Bear e Lehman è stato proprio Goldman, il “grande calamaro”. Questa volta, Goldman ha messo gli occhi sull’Europa e ha già fatto in modo che i suoi tentacoli stiano saldamente al controllo su tutti i posti giusti, quando il collasso arriva, come mostra l’Independent.
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E quando le banche saranno cadute come castelli di carte al centro di un di tornado, e il vuoto di potere finanziario avrà il disperato bisogno di essere riempito, chi interverrà ancora una volta se non … Goldman Sachs.
Articolo originale: The Complete and Annotated Guide to the European Bank Run (or the Final Phase of Goldman’s World Domination Plan)
se il buon giorno si vede dal mattino.... oggi sarà una giornata di mierda...
avete letto l'articolo notturno di zero hedge?
lo pubblico anche qui:
Zero Hedge: Guida Commentata sulla Corsa alle Banche Europee (o sulla Fase Finale del Piano di Dominio Mondiale di Goldman)
Estratto di un lungo articolo di ZeroHedge, pubblicato anche su EconoMonitor, sulla crisi bancaria incombente e la longa manus della solita famigerata Goldman Sachs
23 novembre 2011 , ore 3:10 -
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Così comincia un articolo non di qualche blogger in iperventilazione, ma un articolo di copertina del venerabile New York Times, dal titolo “L’Europa teme una stretta creditizia mentre gli investitori Vendono i Titoli Obbligazionari.” Detto altrimenti, è ora in atto una corsa agli sportelli delle banche Europee, in cui praticamente tutte le banche svendono qualsiasi esposizione verso i paesi periferici.
Certo, considerando l’epico crollo che si è verificato la scorsa settimana dei prezzi dei titoli Italiani, Francesi, Austriaci, Ungheresi, Spagnoli e Belgi, con rendimenti alle stelle, e per di più dopo l’articolo “Sold To You”: European Banks Quietly Dumping €300 Billion In Italian Debt” che prevedeva proprio questo risultato, la notizia non è più una sorpresa. Tuttavia, sapere che tutti (con due eccezioni) hanno venduto il sistema finanziario Europeo dovrebbe far correre un brivido lungo la schiena di tutti coloro che sono ancora capaci di pensiero indipendente – perché, detto altrimenti, il più grande blocco economico del mondo si sta scollando, e il suo intero sistema finanziario è sull’orlo di un completo tracollo. E proprio per assicurarsi che non sono stati i vari bloggers, che già un anno fa avevano avvertito che tutto questo sarebbe accaduto , a portare alla iperventilazione il venerabile NYT, di seguito, con l’aiuto di Jernej Omahan di Goldman, presentiamo ai nostri lettori la guida commentata e sintetica per principianti della corsa agli sportelli pan-europea.
Ma prima qualche altro dettaglio dal NYT :
La fuga dal debito sovrano e dalle banche Europee ha attraversato il globo. Istituzioni Europee come la Royal Bank of Scotland e i fondi pensione nei Paesi Bassi hanno fatto vendite pesanti nei giorni scorsi. E all’inizio di questo mese, Kokusai Asset Management in Giappone ha scaricato quasi $ 1 miliardo di debito Italiano.
Allo stesso tempo, le istituzioni Americane si stanno tirando indietro sui prestiti anche alle più forti banche in Europa. Quando un certificato di deposito da 300 milioni di dollari detenuto da Vanguard, Fondo del mercato monetario da 114 miliardi di dollari, verso la Rabobank nei Paesi Bassi, è venuto a scadenza il 9 novembre, Vanguard ha deciso di lasciare che il prestito scadesse e ha spostato i soldi fuori dall’Europa. Rabobank gode di un rating AAA ed è considerata una delle più potenti banche del mondo.
I fondi del mercato monetario Americano, a lungo tra i principali fornitori di dollari alle banche Europee attraverso prestiti a breve termine, sono diventati nervosi. I gestori dei fondi hanno tagliato le loro partecipazioni nei titoli emessi dalle banche della zona euro dal picco di 261 miliardi dollari a maggio, a un calo del 54 per cento, secondo JPMorgan Chase Research.
Questo quadro vi ricorda qualcosa? Dovrebbe: “Gli esperti dicono che il ciclo di ansia, di vendite forzate e di oneri finanziari in aumento ricorda i mesi prima del collasso di Lehman Brothers nel 2008, quando la preoccupazione sui mutui subprime negli Stati Uniti andò in metastasi in una crisi del mercato globale”.Allo stesso tempo, le istituzioni Americane si stanno tirando indietro sui prestiti anche alle più forti banche in Europa. Quando un certificato di deposito da 300 milioni di dollari detenuto da Vanguard, Fondo del mercato monetario da 114 miliardi di dollari, verso la Rabobank nei Paesi Bassi, è venuto a scadenza il 9 novembre, Vanguard ha deciso di lasciare che il prestito scadesse e ha spostato i soldi fuori dall’Europa. Rabobank gode di un rating AAA ed è considerata una delle più potenti banche del mondo.
I fondi del mercato monetario Americano, a lungo tra i principali fornitori di dollari alle banche Europee attraverso prestiti a breve termine, sono diventati nervosi. I gestori dei fondi hanno tagliato le loro partecipazioni nei titoli emessi dalle banche della zona euro dal picco di 261 miliardi dollari a maggio, a un calo del 54 per cento, secondo JPMorgan Chase Research.
Ah, ma c’è una grande differenza: l’ultima volta, le banche non erano tutte dalla parte sbagliata della peggior mano di poker al mondo. Ora sì. E se le banche Europee iniziano un domino simile a una spirale di collasso, non ci sarà nessuno a salvare prima l’Europa, poi il Giappone, la Cina, gli Stati Uniti e infine il mondo.
Ma nel caso che qualcuno suggerisca che queste sono solo le divagazioni squilibrate del solito blogger, ecco Goldman Sachs con una spiegazione molto più fredda, calma e raccolta del motivo per cui tutti noi dovremmo farci prendere dal panico (il che ci porta al sublime: Goldman ha assunto tutti i punti chiave della politica nel continente Europeo, ma su questo diremo nella parte finale …)
Le banche del centro hanno tagliato il debito GIIPS di € 42 miliardi (-31%) nel 3° trimestre, una manifestazione di effetti collaterali del PSI (Private Sector Involvement)?
Nel 3° trimestre del 2011, le banche dal ‘centro’ hanno tagliato le loro partecipazioni nette al debito sovrano GIIPS di € 42 miliardi (circa un terzo), per lo più Italiano (€ 26 mld), Spagnolo (€ 7 miliardi) e Greco (markdown di € 7 miliardi ). Banche Francesi e del Benelux hanno tagliato la maggior parte delle loro esposizioni, di € 21 miliardi e € 9 miliardi, rispettivamente. I Portafogli GIIPS sono rimasti invariati con le banche della periferia.
Il PSI (Private Sector Involvement) Greco stabilisce un precedente rischioso, a nostro avviso, perché la prospettiva di tagli ‘volontari’ può diventare un modello per la soluzione delle crisi GIIPS e provocare quindi la riduzione delle esposizioni. Le banche del centro Europa hanno ora € 88 miliardi di obbligazioni sovrane GIIPS rimanenti. Ci aspettiamo che diminuiscano. Problematicamente, si osserva che le riduzioni dei bonds GIIPS non si traducono in acquisti di obbligazioni ‘core’, ma in un aumento dei depositi presso la BCE.
Ci aspettiamo che questo trend si estenda nel 4° trimestre e che conduca, in ultima analisi, alla riduzione dei titoli obbligazionari GIIPS a lungo termine da parte delle banche principali.
Il PSI Greco – e il taglio ‘volontario’ del 50% – ha cambiato la percezione del rischio delle obbligazioni GIIPS. Ha creato il preconcetto che il PSI sarà utilizzato come modello per aiutare gli altri sovrani GIIPS a migliorare le loro finanze pubbliche. Anche se i politici negano. Le banche, d’altra parte, esprimono la loro visione della probabilità dell’evento attraverso i cambiamenti nelle loro esposizioni nette.
E’ importante sottolineare che la decisione di una banca di detenere debito sovrano normalmente non è espressione di una preferenza di investimento. Piuttosto, si tratta di una decisione in merito alla gestione della liquidità. Perché le banche cercano attività ‘senza rischi’ che possano essere utilizzate per accedere alla liquidità in qualsiasi momento, in particolare nella fase di crisi. I regolatori continuano a trattare il debito sovrano come una garanzia di altissima qualità e senza rischi (0% di rischio ponderato). Con l’ammissibilità al rifinanziamento pieno, le banche sono normalmente incoraggiate a detenere debito sovrano, e il suo (selettivo) passaggio da una attività ‘risk free’ a attività ‘a rischio’ è quindi inaspettato e altamente dannoso.
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Tutti, tranne due istituzioni hanno svenduto i PIIGS (o GIIPS come Goldman preferisce chiamarli). Sicuramente, uno dei due sfortunati con il compito di acquistare tutto quello che viene venduto sul mercato secondario è, naturalmente, la BCE: la stessa banca che tutti accusano di non fare abbastanza.Nel 3° trimestre del 2011, le banche dal ‘centro’ hanno tagliato le loro partecipazioni nette al debito sovrano GIIPS di € 42 miliardi (circa un terzo), per lo più Italiano (€ 26 mld), Spagnolo (€ 7 miliardi) e Greco (markdown di € 7 miliardi ). Banche Francesi e del Benelux hanno tagliato la maggior parte delle loro esposizioni, di € 21 miliardi e € 9 miliardi, rispettivamente. I Portafogli GIIPS sono rimasti invariati con le banche della periferia.
Il PSI (Private Sector Involvement) Greco stabilisce un precedente rischioso, a nostro avviso, perché la prospettiva di tagli ‘volontari’ può diventare un modello per la soluzione delle crisi GIIPS e provocare quindi la riduzione delle esposizioni. Le banche del centro Europa hanno ora € 88 miliardi di obbligazioni sovrane GIIPS rimanenti. Ci aspettiamo che diminuiscano. Problematicamente, si osserva che le riduzioni dei bonds GIIPS non si traducono in acquisti di obbligazioni ‘core’, ma in un aumento dei depositi presso la BCE.
Ci aspettiamo che questo trend si estenda nel 4° trimestre e che conduca, in ultima analisi, alla riduzione dei titoli obbligazionari GIIPS a lungo termine da parte delle banche principali.
Il PSI Greco – e il taglio ‘volontario’ del 50% – ha cambiato la percezione del rischio delle obbligazioni GIIPS. Ha creato il preconcetto che il PSI sarà utilizzato come modello per aiutare gli altri sovrani GIIPS a migliorare le loro finanze pubbliche. Anche se i politici negano. Le banche, d’altra parte, esprimono la loro visione della probabilità dell’evento attraverso i cambiamenti nelle loro esposizioni nette.
E’ importante sottolineare che la decisione di una banca di detenere debito sovrano normalmente non è espressione di una preferenza di investimento. Piuttosto, si tratta di una decisione in merito alla gestione della liquidità. Perché le banche cercano attività ‘senza rischi’ che possano essere utilizzate per accedere alla liquidità in qualsiasi momento, in particolare nella fase di crisi. I regolatori continuano a trattare il debito sovrano come una garanzia di altissima qualità e senza rischi (0% di rischio ponderato). Con l’ammissibilità al rifinanziamento pieno, le banche sono normalmente incoraggiate a detenere debito sovrano, e il suo (selettivo) passaggio da una attività ‘risk free’ a attività ‘a rischio’ è quindi inaspettato e altamente dannoso.
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Se volete sapere chi è l’altra istituzione, la risposta è la seguente: le obbligazioni italiane hanno ancora un salvagente. Le banche nazionali sembra che si stiano aggrappando ai loro maggiori assets. A dicembre scorso, gli stress test hanno mostrato che Intesa Sanpaolo aveva € 60 miliardi di debito Italiano. UniCredit e Banca Monte dei Paschi di Siena € 49 miliardi e € 32 miliardi rispettivamente. Risultati recenti indicano che tali partecipazioni sono cambiate poco.
In una telefonata con gli analisti, Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha detto “Continueremo a investire la maggior parte della liquidità in titoli di Stato Italiani. Crediamo che forniscano i rendimenti giusti in rapporto al costo. Quindi nessun cambiamento di politica da parte nostra. “
Eppure, secondo un banchiere di investimento che fa consulenza alle aziende sulle loro partecipazioni Italiane, la decisione delle banche nazionali di resistere potrebbe avere più a che fare con la loro incapacità di scaricare tali grandi importi in modo rapido e senza profonde perdite. In effetti, alcuni banchieri Italiani sembrano rassegnati alla situazione.
Anche le preoccupazioni sul capitale impediscono loro di vendere. “La questione chiave è relativa alla solvibilità e penso che hanno commesso un errore nel richiederci di mantenere più capitale”, ha detto l’amministratore delegato di una banca Italiana di medie dimensioni. “Per raggiungere questi livelli non possiamo vendere molto del nostro debito sovrano”.
Per riassumere: tutti stanno svendendo i titoli Europei, fatta eccezione per la BCE e le banche italiane, che non hanno scelta e invece devono raddoppiare e comprare di più. Nel frattempo, il mercato si sta sempre più prosciugando man mano che la liquidità evapora, la fiducia è scomparsa, e praticamente tutti si aspettano ora una ripetizione di Lehman Brothers.
Per inciso, è davvero così sorprendente che Goldman ora stia facendo del suo meglio per accelerare una corsa agli sportelli delle principali istituzioni finanziarie Europee, “improvvisamente” esponendo una verità che era lì da sempre? Durante la grande crisi finanziaria del 2008, il più grande vincitore dal crollo di Bear e Lehman è stato proprio Goldman, il “grande calamaro”. Questa volta, Goldman ha messo gli occhi sull’Europa e ha già fatto in modo che i suoi tentacoli stiano saldamente al controllo su tutti i posti giusti, quando il collasso arriva, come mostra l’Independent.
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E quando le banche saranno cadute come castelli di carte al centro di un di tornado, e il vuoto di potere finanziario avrà il disperato bisogno di essere riempito, chi interverrà ancora una volta se non … Goldman Sachs.
Articolo originale: The Complete and Annotated Guide to the European Bank Run (or the Final Phase of Goldman’s World Domination Plan)