Grecia ancora nella bufera all’indomani dell’Eurogruppo. Il debito di Atene potrebbe pesare su banche francesi
Il mercato non distoglie l'attenzione dalla questione Grecia all'indomani del vertice dei ministri dell'Euro Zona, conclusosi con un nulla di fatto. La pausa sarà però breve: il caso Atene verrà nuovamente preso in considerazione dai ministri in un nuovo meeting straordinario che si svolgerà domenica sera a Lussemburgo, prima degli incontri in agenda il 20-21 e del 23-24 giugno tra i leader Ue. Nei prossimi giorni, il 17 giugno, è previsto anche il faccia a faccia franco-tedesco tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente Nicolas Sarkozy durante il quale il caso greco verrà sicuramente affrontato.
In uno scenario fortemente intricato si inserisce l'articolo pubblicato oggi dal Financial Times, che cita nell'articolo un documento della commissione europea. In bilico rimane il piano proposto dalla Germania che prevede il coinvolgimento degli investitori privati. In questa fase la domanda è una: cosa implicano in concreto i singoli piani?
Tra le opzioni, quella appoggiata dal Governo di Berlino, prevede la possibilità di stanziare 20 miliardi di euro di aiuti per ricapitalizzare le banche greche da parte dei Paesi della Zona euro. Il quotidiano britannico rimarca come quest'ulteriore iniezione di liquidità è legata al piano di salvataggio proposto dalla Germania con il coinvolgimento degli investitori privati. Ci sarebbero altre due ipotesi, caldeggiate da Francia e Bce, per scongiurare il coinvolgimento degli investitori privati. Le altre proposte sarebbero improntate sullo schema "Vienna initiative", ovvero una sostituzione volontaria dei titoli in scadenza, che andrebbe ad allontanare il rischio default.
"L'impressione che ho è che qualche passo avanti sia stato fatto", commenta Luca Mezzomo, responsabile area macroeconomica di Intesa Sanpaolo. "Se è vero quel documento della Commissione europea, gli elementi che sono contenuti confermerebbero la posizione della Bce sulla pericolosità di una soluzione che possa comportare un selected default". "Mi sembra dunque che sposti abbastanza lo scenario per la partecipazione degli investitori privati". Secondo Mezzomo, la posizione tedesca, anche dall'esame della Bce, ne risulta indebolita. E al tempo stesso l'istituto di Francoforte, fermo sin dall'inizio sulle sue posizioni, sta avendo nuovi appoggi. Un sostegno è arrivato ieri anche dal candidato unico all'EuroTower e Governatore uscente della Banca d'Italia, Mario Draghi, che ha detto "no" al default della Grecia.
Intanto oggi, mentre le proteste in Grecia proseguono, il Parlamento ellenico ha iniziato il dibattito sul budget 2011-2015. Tra le tappe fondamentali per il Paese ellenico il voto finale sul budget atteso tra il 28-30 giugno.
L’esposizione delle banche francesi al debito sovrano greco viene analizzata da Moody's. L'agenzia di rating ha infatti messo sotto osservazione per un possibile declassamento il giudizio su BNP Paribas, Société Générale e Crédit Agricole. “La principale ragione delle tre possibili revisioni è l'esposizione della banche al debito sovrano greco, sia attraverso posizioni dirette in titoli di Stato, che tramite prestiti concessi al settore privato", spiega Moody’s nella nota odierna. Una decisione che mette sotto pressione i tre titoli che cedono oltre l’1% a Parigi. Giù BNP Paribas e Crédit Agricole che cedono rispettivamente l’1,64% e l’1,75%. Ribassi superiori al 2% per Société Générale che perde il 2,24%.
Economia mondiale e rischio Grecia, la view di Dexia A.M
“Una ristrutturazione, soprattutto se dovesse comportare una cancellazione dei debiti, potrebbe essere molto rischiosa: il Portogallo e l’Irlanda conoscerebbero rapidamente la stessa evoluzione e la Spagna si troverebbe allora direttamente nel mirino dei mercati”. E’ il commento di Florence Pisani, economista di Dexia AM sulle voci circolanti da alcuni giorni e relative a un’imminente ristrutturazione del debito greco. La tesi è contenuta nelle prospettive economiche e finanziarie diffuse da Dexia Asset Management.
L’analisi contiene una view sostanzialmente positiva sull'economia mondiale. “Negli Stati Uniti – si legge nella sintesi del rapporto - l’economia è chiaramente ripartita e la ripresa dallo choc del 2008 continuerà a sostenere la crescita nel 2011”. Anton Brender, capo economista di Dexia Asset Management sottolinea che: «le esportazioni dovrebbero beneficiare in particolare della crescita mondiale e della debolezza del dollaro; la ripresa della domanda dovrebbe inoltre stimolare le aziende a perseguire il piano di investimenti in attrezzature». Persino l’investimento residenziale, secondo Dexia A.M. dovrebbe ripartire, tuttavia da livelli estremamente depressi. La pressione al ribasso sui prezzi immobiliari dovrebbe comunque perdurare, fintantoché le condizioni d’accesso al credito immobiliare rimangono difficili. Per il 2012 Dexia prevede una decelerazione della crescita dal 2,7% al 2,5%, con un tasso di disoccupazione che scenderà gradualmente. In questo contesto, la Federal Reserve resterà accomodante, pur sorvegliando attentamente le anticipazioni di inflazione.
Confortante anche la visione sull’Europa. “Per l’Eurozona nel suo insieme – si legge nel documento - la ripresa sembra divenire quasi auto-sostenuta. L’attività economica è guidata dalle esportazioni e gli investimenti produttivi sono in progressiva crescita. Il miglioramento atteso del mercato del lavoro e una moderazione dell’inflazione nel 2012 permetterebbero finalmente un‘accelerazione moderata dei consumi”. In generale, malgrado le restrizioni sui piani di bilancio, nel 2011 la crescita è vista avvicinarsi al 2 per cento. Con una crescita nuovamente a livelli normali e con aspettative inflazionistiche al rialzo, Dexia si attende chela BCE sarà costretta ad un innalzamento dei tassi, ma con prudenza, al fine di evitare un forte apprezzamento dell’euro.
capo: gentilmente passami qualcosa di nuovo... tutte queste news le ho lette nel 2009 
