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S&P sull’Europa

Nella sua Opinion Page sul New York Times, il Nobel Krugman sottilinea le cause che stanno dietro il downgrade di massa di S&P, e che i politici Europei continuano ad ignorare...

di Paul Krugman –

Il downgrade di S & P di un gruppo di sovrani Europei non è stata una sorpresa. Quel che è stato sorprendente – e che è andato sotto silenzio in quasi tutte le storie che ho letto – era il motivo per cui S & P è stato così pessimista.

Crediamo anche che l’accordo [ultimo piano di salvataggio euro] si basi solo su un riconoscimento parziale della causa della crisi: che le attuali turbolenze finanziarie si spiegano anzitutto con la dissolutezza fiscale alla periferia della zona euro. A nostro avviso, tuttavia, i problemi finanziari della zona euro sono anche una conseguenza dei crescenti squilibri esteri e delle divergenze di competitività tra il centro dell’UEM e la cosiddetta “periferia”. Pertanto, crediamo che un processo di riforma che si basi soltanto sul pilastro dell’austerità fiscale rischi di diventare controproducente, in quanto la domanda interna diminuiràe, a causa delle crescenti preoccupazioni dei consumatori sull’occupazione e sul reddito disponibile, riducendo le entrate fiscali nazionali.
 
buon giorno Matley, che mattiniero!

chiedi al boss quando si schioderà sto gas ...:wall: spero che prima o poi un rimbalzo a doppia cifra lo faccia...:help:
a fine novembre sono entrato e come al solito mi sta scornando di brutto.
un saluto a tutti!
 
Auto blu: governo preme per riduzione

In arrivo anche tetti agli stipendi degli alti dirigenti pubblici

Non solo liberalizzazioni nell’agenda del nuovo esecutivo, ma anche auto blu e altri interventi che mirano a realizzare i propositi di equità in precedenza preannunciati dal premier. Si tenta infatti di ridurre ulteriormente i costi della macchina burocratica statale, che molte volte ha sollevato scandali ed indignazione visto lo spreco di denaro pubblico che veniva realizzato.

AUTO BLU COSTI DA RIDURRE SECONDO TAR

Giro di vite più ampio sulle auto blu dopo che il Tar, chiamato in causa da alcune associazioni di consumatori, ha stabilito che il recente decreto del 3 agosto sulle limitazioni all’uso delle auto pubbliche debba essere esteso a quasi tutte le amministrazioni centrali e locali. Ha posto rimedio alla “svista” un decreto del presidente del consiglio redatto dal ministro della funzione pubblica Patroni Griffi. Nel disposto le normativo si legge che limitazioni saranno estese anche agli organi costituzionali, agli enti locali ed alle Regioni. Pertanto anche i componenti di Camera. Senato, Corte costituzionali, Comuni e Regioni dovranno attenersi alle direttive che impongono una limitazione del 50 per cento dell’utilizzo delle auto ad uso non esclusivo, l’utilizzo delle auto ad uso esclusivo per le sole autorità politiche, e nuove norme anche in materia di utilizzo di auto senza autista ( cosiddette auto grigie) per lo svolgimento di attività di servizio.
Viene inoltre previsto che il nuovo acquisto di auto blu sia immediatamente comunicato alla funzione pubblica in modo tale che quest’ultima possa effettuare i dovuti monitoraggi e, se ricorrono i presupposti, applicare anche i dovuti accorgimenti. Anche per quanto riguarda l’uso del mezzo pubblico, viene incentivato stabilendo che debba essere utilizzato ogni volta che consenta risparmi per la P.A. indipendentemente da altri fattori.

AUTO BLU IN ITALIA: OLTRE 50 MILA MEZZI NEL PARCO AUTO

Il Dpcm segue la chiusura del censimento in merito al parco auto in possesso delle amministrazioni pubbliche. Sebbene molte fra le amministrazioni interpellate non abbiano fornito risposta le auto censite ammontano a circa 50 mila, in netto calo rispetto alle 72 mila che sono state rilevate nel 2011. Il grosso della fetta di auto blu e grigie è dei Comuni, i quali ne dichiarano 27 mila. Seguono le provincie con oltre 5.800 auto e poi le regioni con ben 2570 vetture. I ministeri ed i vari organi a rilevanza nazionale possono invece contare su un parco vetture di 3449 auto.

RIDUZIONE AUTO BLU: I RISPARMI CHE DERIVANO DALLA STRETTA

Inoltre nel rapporto è stata anche posta particolare enfasi al fatto che, grazie all’opera di razionalizzazione delle spese iniziata nel 2010, i risparmi nel biennio 2012 – 2014 dovrebbero raggiungere la cifra di 900 milioni di euro con circa 660 milioni di spese in meno per le amministrazioni locali e 240 milioni di euro in meno di spesa per le amministrazioni centrali. Dal 2015 addirittura i risparmi arriveranno alla rilevante cifra di 500 milioni di euro annui grazie al fatto che ogni singolo veicolo verrà monitorato per constatare l’effettivo utilizzo. Uniche vetture escluse dal controllo ministeriale sono quelle blindate utilizzate per motivi di sicurezza, e le auto usate da polizia, carabinieri e per scopi di sicurezza.

STIPENDI DIRIGENTI PUBBLICI: VERSO INTRODUZIONE LIMITE

Inoltre, grazie alle norme del decreto Salva Italia, saranno finalmente posti dei tetti agli stipendi delle più alte cariche pubbliche. Sarà lo stesso premier Monti a decidere il livello massimo degli alti dirigenti e la norma potrà essere applicata agli amministratori e presidenti di società come Poste Italiane, Fincantieri, Rai ed Anas solo per citare qualche esempio.
Il potere concesso al senatore Mario Monti ricalca quello che il presidente Usa Obama concesse ad un suo collaboratore per limitare gli stipendi di numerosi dirigenti statali. Feinberg, questo il nome del responsabile controllo stipendi Usa, ha limitato di fatto lo stipendio a 500 mila dollari annui per la sola parte fissa ed in alcuni casi ha anche concesso degli aumenti.
Tetto massimo -Nella normativa italiana, sebbene da molti anni si tenti di ricondurre a cifre più ragionevoli gli importi erogati a numerose cariche pubbliche, la nuova norma fissa un tetto massimo di stipendio pari a quello erogato al primo presidente della Corte di Cassazione. Quindi il tetto limite sarà di 311 mila euro lordi,pari al contributo erogato a questa figura. Tuttavia il premier, sentite le commissioni parlamentari competenti, potrà anche fissare un tetto più basso. Inoltre è previsto che per i dipendenti pubblici chiamati a funzioni dirigenziali presso ministeri o enti pubblici nazionali l’indennità aggiuntiva erogata non debba superare il 25 per cento del trattamento economico complessivo.

SOCIETA’ A PARTECIPAZIONE STATALE NON QUOTATE

Per i vertici delle società di Stato non quotate in borsa verranno stabilite dalle fasce, tracciate sulla base di opportuni indicatori, in modo da stabilire lo stipendio da erogare. Anche in questo caso la componente variabile non potrà superare il 30 per cento della componente fissa percepita
 
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