Il premio Nobel Erik Maskin:
«Io comprerei i vostri Bot e Btp»
L'INTERVISTA. L'economista americano alla Confartigianato di Vicenza. Erik Maskin: «Ma bisogna cambiare il sistema delle agenzie di rating: vengono pagate dai clienti»
03/12/2011
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Eric Maskin, premio Nobel dell'Economia 2007. A pochi mesi dall'incontro con Amartya Sen, Confartigianato e Apindustria Vicenza hanno ospitato ieri un altro premio Nobel per l'economia, l'americano Eric Maskin. Parlare di economia è diffondere una nuova consapevolezza, dare più valore all'economia reale e, possibilmente, proteggerci da nuove, drammatiche crisi. E proprio "Crisi finanziarie: perché accadono e cosa si può fare" era il titolo della sua lectio magistralis tenuta al centro congressi di via Fermi.
Prof. Maskin, l'Europa sta vivendo la sua peggiore crisi dall'introduzione della moneta unica, ritiene probabile che l'eurozona crolli davvero?
Il crollo dell'euro è un rischio reale, ma misure prese a livello europeo possono senz'altro evitarlo, sono assolutamente ottimista. Questa, a differenza di altre, è una calamità evitabile: si tratta di collaborare e tutti sanno cosa va fatto.
Servono appunto misure che riguradino tutti gli Stati, quali?
Sarebbe di grande utilità un patto sugli eurobond per acquistare i debiti degli Stati membri e dissipare l'attuale fase di incertezza. Il problema fondamentale però è che esiste un potere economico centrale, ma non un' autorità fiscale unica. E nel lungo temine vedrei bene l'istituzione di autorità che avesse il potere di esigere tasse.
Il prossimo obiettivo europeo intanto è un patto fiscale. Ma può reggere un sistema basato solo su una moneta comune che ha in Germania e Francia i paesi di riferimento o servono "Gli Stati Uniti d'Europa"?
Germania e Francia sono leader perché hanno maggior peso, ma non sono gli unici stati membri. Per cui sì, penso che ci sia necessità di un sistema paragonabile a quello americano.
Il governo Monti sta preparando misure di per ridurre il debito e favorire crescita e occupazione. Come ottenere il risultato più efficiente?
Bisogna innanzitutto far ripartire l'economia, questo non è il tempo dei grossi tagli generalizzati sulla spesa pubblica o di essere ossessionati dalla riduzione del debito. L'Italia deve preoccuparsi dei mercati finanziari e gli eurobond potrebbero far dimenticare agli investitori le preoccupazioni legate al mercato italiano così il vostro Paese sarebbe più libero di stimolare la propria economia.
Ci pensa lei a convincere la Merkel sugli eurobond?
Guardi, senz'altro circostanze la convinceranno. Già che abbia accettato l'idea in futuro è passo nella giusta direzione.
Ma dove investe un Nobel per l'economia i suoi risparmi?
Non sono un grande investitore, il mio portafoglio è modesto e uso il principio che dovrebbe essere comune a tutti e cioè diversificare: investimenti trasversali in diversi asset e in diverse aree geografiche in Europa, Asia e paesi emergenti.
Negli anni '90 lei è stato anche consulente della Banca d'Italia sulle possibili riforme applicabili al sistema di aste dei Bot. Oggi i nostri titoli di Stato sono schizzati a livelli stellari. Li comprerebbe?
Sì, li comprerei assolutamente, non faccio investimenti individuali ma nel mio paniere li metterei.
Il ministro allo sviluppo economico Passera ha avanzato l'ipotesi di pagare con Btp le aziende creditrici dello Stato, che ne pensa?
Non è qualcosa che ho studiato, dovrei saperne di più.
La mancanza di regole ha generato la crisi del 2008 eppure non c'è stata la stretta che ci si aspettava sulle banche. Sono gli Stati che governano l'economia o sono loro?
Gli Stati hanno disatteso alla responsabilità del controllo, ma gradualmente stanno riaffermando la loro autorità. La crisi degli anni 30 originò regole che per 40 anni hanno fatto funzionare bene i mercati, ma si è creduto che non fossero più necessarie. Invece i cambiamenti dei mercati finanziari le impongono: oggi banche d'affari e hedge fund sono giganti senza alcuna normativa.
Le agenzie di rating che non avevano avvisato sulla pericolosità dei subprime continuano a dare voti a Stati e banche. Ma quanto sono credibili?
Le agenzie di rating non sono incentivate a fare valutazioni accurate perché vengono pagate dai loro stessi clienti, le banche. Se vogliamo avere un sistema migliore è necessario cambiare il sistema di pagamento di queste agenzie.
Cinzia Zuccon Morgani link:
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