macroeconomia
Euro-16: Fmi, permane recessione ma segnali di miglioramento
MILANO (MF-DJ)--L'area euro rimane in recessione, e nonostante vi siano
timidi segnali di ripresa previsti per il 2010 l'outlook rimane incerto.
Tre elementi chiave, secondo il Fondo Monetario Internazionale, pesano
sulla ripresa: le forti tensioni del sistema finanziario, una domanda
debole che si somma ad una fragile confidenza dei consumatori, e una
rigidita' strutturale del mercato del lavoro.
In particolare, il declino dovrebbe attenuarsi entro il secondo semestre
del 2009 e aprire la strada ad una possibile ripresa dal primo semestre
del 2010. L'uso minore della leva finanziaria, le ristrutturazioni delle
aziende e la crescita della disoccupazione pesano sulla domanda interna,
ma il progressivo bilanciamento degli squilibri a livello globale e il
tasso di cambio relativamente forte limiteranno il supporto esterno alla
crescita della Ue. Sul medio termine, nell'area euro il mercato del lavoro
e la produzione rimarranno rigidi, mentre i bilanci fiacchi del privato e
l'enorme ruolo giocato dal pubblico sembrano costituire un freno per la
crescita. I rischi al rialzo del Pil possono essere dati dal basso livello
di inventario, da una domanda circoscritta e da un'ulteriore declino nel
costo del credito, che potrebbe supportare un primo rimbalzo
dell'attivita' economica. Sui rischi al ribasso, invece, pesa un'ulteriore
indebolimento dell'abilita' della finanza di supportare la domanda, sia a
livello globale che europeo, oltre ad un brusco riassetto degli squilibri
esterni e un'ulteriore deterioramento dell'attivita' economica dei
soggetti chiave. Nonostante le politiche europee abbiano ridotto i rischi,
e' possibile un ritorno della pressione finanziaria all'interno dell'area
euro, che potrebbe avere delle conseguenze negative sulle economie
emergenti o aggravare la crisi in Europa centrale.
Per il Fondo monetario internazionale, dunque, e' necessario un
approccio proattivo, che consiste in una revisione complessiva delle
posizioni finanziarie delle banche per stabilire la loro necessita' di
capitale e la loro probabilita' di sopravvivenza, accompagnato da
un'azione di follow up che includa l'apertura dei bilanci, la
ricapitalizzazione e, dove necessario, la ristrutturazione delle
istituzioni finanziarie coinvolte.
La politica monetaria deve mantenere una posizione di supporto, tenendo
presenti sia gli svantaggi che le strategie d'uscita. Gli esperti del Fmi
sono favorevoli a mantenere bassi i tassi di interesse continuando a
fornire finanziamenti a tempo indeterminato a tassi fissi fino a quando
persistera' la pressione alla disinflazione.
Sulle politiche fiscali, con la prospettiva di una lenta ripresa, il Fmi
ritiene che la politica di stimoli fiscalidebba continuare fino al 2010,
facendo attenzione a non diminuire gli stimoli, mentre si sta discutendo
di un possibile annuncio dei piani di consolidamento fiscale, da
implementare non appena l'economia ritornera' a partire.
Dal momento che la crisi sta tagliando la crescita potenziale, le
riforme strutturali sono assolutamente necessarie, soprattutto a supporto
della ripresa economica e per rendere la forza lavoro correlata al
mercato.