stefanofabb
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Linker » Chi boicotta riforme e crescita
Il governo ha proposto riforme su riforme, ha varato provvedimenti in quantità ma di queste decisioni una percentuale inferiore al 20% sono diventate effettive, come ha puntualmente verificato il Sole 24 Ore in un suo articolo del 14/11 Perché? Un solo vero motivo: i provvedimenti votati in Parlamento vengono sistematicamente affossati, modificati, alterati dai burocrati che il governo tecnico non ha potuto cambiare secondo quello che in altri paesi va sotto l’etichetta di ‘spoil system’. Personaggi oscuri che rispondono forse a lobby politiche, forse solo a se stessi e alla strenua difesa dei loro privilegi di casta.
Ma la proposta, pur auspicata dal presidente del Consiglio, non è neppure arrivata in Parlamento: da mesi la burocrazia la blocca. Perché? Semplice: eliminare questo o quel sussidio significa chiudere l’ufficio ministeriale che lo amministra e assegnare il dirigente che lo guida a un diverso incarico. Ciò per lui significa perdere il potere che deriva dall’amministrare ingenti risorse pubbliche. È così che i dirigenti si oppongono sempre e comunque a riduzioni della spesa che amministrano, indipendentemente dal fatto che serva, o meno, a qualcosa. Ma basta questo per bloccare una riforma che anche i partiti in Parlamento auspicano? Perché la burocrazia ha questo potere? Fino a qualche anno fa i funzionari erano di fatto inamovibili: i ministri andavano e venivano, ma i dirigenti dei ministeri rimanevano. Non è più così. Oggi gli alti funzionari si possono sostituire, e tuttavia nulla è cambiato.
Il motivo del loro potere è più sottile e ha a che fare con il monopolio delle informazioni. La gestione di un ministero è una questione complessa, che richiede dimestichezza con il bilancio dello Stato e il diritto amministrativo, e soprattutto buoni rapporti con la burocrazia degli altri ministeri. I dirigenti hanno il monopolio di questa informazione e di questi rapporti, e hanno tutto l’interesse a mantenerlo. Hanno anche l’interesse a rendere il funzionamento dei loro uffici il più opaco e complicato possibile, in modo da essere i soli a poterli far funzionare. E così quando arriva un nuovo ministro, animato dalle migliori intenzioni (soprattutto se estraneo alla politica e per questo più propenso al cambiamento), a ogni sua proposta la burocrazia oppone ostacoli che appaiono incomprensibili, ma che i dirigenti affermano essere insormontabili.
blackmac.Si è cosi; il paese lo devono rendere tale alle loro entrate esorbitanti e che portano via 150 mila miliardi all'anno come stipendi, mettendo in difficoltà le aziende piccole(le grosse fanno il loro interesse o viceversa) ;questo paese bisogna mantenerlo a tu per tu con parametri che iniziano a stare stretti a molti e loro non si tolgono un €.
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