Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato IV° (Gennaio 2012 - Dicembre 2012)

Troppi debiti e titoli di stato: banche in crisi fino al 2020 | Linkiesta.it

La crisi delle banche europee è destinata a durare ancora per molti anni. Probabilmente, fino al 2018, o forse fino al 2020. La colpa è del deleveraging, la riduzione delle attività e dell’indebitamento. Un fenomeno che, secondo le stime del Fondo monetario internazionale (Fmi), è destinato ad aumentare nel corso del prossimo anno, per poi raggiungere il suo picco fra il 2014 e il 2016. Del resto, come aveva previsto Morgan Stanley già un anno fa, questo processo costerà al sistema bancario europeo fra i 1.500 e i 2.500 miliardi di euro. Una cifra immensa, che potrebbe anche aumentare se la stagnazione economica dovrebbe essere lo scenario dei prossimi anni.

Oltre al deleveraging, a spaventare diverse banche d’investimento c’è anche una scadenza precisa. Si tratta della fine delle linee di credito che si sono create dopo il lancio delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Long-term refinancing operation, o Ltro) da parte della Bce fra il dicembre 2011 e il febbraio 2012. Secondo il pensiero di Hsbc i 1.030 miliardi di euro che la Bce ha fornito alle banche dell’eurozona per consentir loro di sostenere gli Stati sul mercato obbligazionario primario rischiano di essere un problema peggiore della Grecia. Nel lungo termine, infatti, gli istituti di credito dovranno fronteggiare la fine di questa stampella. Una sorta di fiscal cliff del sistema bancario dell’eurozona.



 
Bund di menta....
vai a chiudere il gap di oggi sotto i 145
e se proprio non chiedo troppo anche l'altro gap del 02/12 u.s.
Chiedo troppo ehhh.... :D
 
buongiorno a tutti.

ogni volta che il pagliaccio ci delizia con qualche simpatico scherzetto gli effetti non tardano a farsi sentire.

:D
 
Articolo di ieri...

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Draghi: BCE e tassi di interesse. Cosa aspettarsi dal meeting di domani?

Pubblicato il 05 12 2012 alle 14:28 da Federica Agostini




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Domani sarà di nuovo il giorno della Banca Centrale Europea e di Mario Draghi: la BCE apporterà un taglio di 25 punti base sui tassi di interesse oppure terrà duro sull’attuale 0.75%?
E’ questa la domanda ricorrente: cosa bisogna aspettarsi dal meeting di domani?
Nonostante alcune possibili pressioni sul taglio, è opinione pressoché condivisa degli analisti che per questo meeting del 6 dicembre 2012, la Banca Centrale Europea decida di non intervenire sul proprio riferimento, lasciandolo invariato allo 0.75%.
BCE: perché non intervenire?

Secondo gli analisti del Wall Street Journal, la BCE lascerà i tassi invariati per il quinto mese di seguito, scegliendo di non allentare la propria politica monetaria a fronte del supporto necessario per la ripresa economica di molti paesi della zona Euro.
Le decisioni di Draghi e della Board BCE saranno in parte dettate dai rapporti economici che prevedono possibilità di ripresa nel 2013, sebbene sia quasi certo che durante il suo discorso di domani, Mario Draghi lasci aperta la porta per un possibile taglio ai tassi di interesse all’inizio del prossimo anno, nel caso in cui le economie del blocco dei 17 dovessero continuare a peggiorare.
Zona Euro: la ripresa tra i dati poco piacevoli

Bisogna notare come nella zona Euro, la disoccupazione abbia raggiunto l’11.7% durante il mese di ottobre, mentre, secondo i dati Markit relativi al mese di novembre, l’attività del settore manifatturiero ha vissuto il nono mese di contrazione, e il settore dei servizi permane in zona di contrazione da ben dieci mesi.
Secondo Marco Valli della UniCredit, nei paesi dell’Euro stanno cominciando a materializzarsi i primi segni di miglioramento ciclico dell’economia e, sebbene qualche membro del Consiglio possa spingere per un taglio di 25 punti base, è inverosimile che la BCE porti avanti questo punto adesso.
Si aggiunga che lo stesso Vice-presidente, Victor Constancio ha affermato che al momento la politica moentaria della BCE è "veramente accomodante", come a dire, è difficile immaginare di fare di più.
BCE: tassi di interesse e accesso al credito

Con un tasso di rifinanziamento al minimo storico dello 0.75%, lo scenario preferibile da parte della Banca Centrale Europea dovrebbe essere quello in cui siano i mercati a continuare a far scendere i tassi di interesse sui paesi oppressi dal debito.
In altre parole, dal lancio del programma OMT (codizionale, ma teoricamente illimitato) i tassi sui titoli di Stato sono scesi soprattutto nelle zone periferiche dell’Euro, raggiungendo anche in Italia un minimo di due anni.
Ma i mercati non sono ancora del tutto sicuri, i dati rilasciati questa settimana mostrano chiaramente come l’accesso al credito da parte delle aziende sia ancora piuttosto sconveniente: i prestiti scendono in Spagna, Italia e Grecia, mentre aumentano nelle zone "core" dell’Euro.
Come lo stesso Draghi ha sottolineato durante la conferenza stampa del 9 ottobre, il problema del taglio ai tassi di interesse è che non contribuisce ad uniformare il mercato dell’Eurozona, ma anzi tende ad acuirne la frammentazione che determina il prezzo e la disponibilità del credito non sulla forza intrinseca delle imprese, ma sulla loro locazione geografica.
Conferenza Stampa BCE: cosa non perdere

Ma la conferenza stampa di domani attirerà l’attenzione anche per le previsioni trimestrali ed il primo outlook per le economie della zona Euro nel 2014.
Le ultime previsioni stimavano che all’inizio del prossimo anno l’inflazione avrebbe raggiunto l’1.9%, se le previsioni di domani dovessero scendere al di sotto (dunque, allontanarsi dal riferimento al 2%), allora potrebbe essere un suggerimento riguardo alla possibilità di nuovi tagli all’inizio dell’anno.
La conferenza stampa di domani, presieduta dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi e dal suo Vice, Victor Constancio, inizierà alle 14:30 e sarà trasmessa in diretta streaming (disponibile su Forexinfo), bisogna dunque ricordare che, come sempre accade durante gli interventi di Mario Draghi, in quei momenti i mercati sperimenteranno fasi di elevata volatilità.
 
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