Linker » Due domande che aspettano risposte
Il grafico dice che l’Italia è tenuta in piedi solo dalle
esportazioni, senza sarebbe un dramma. Purtroppo
esportano solo il 20% delle imprese italiane. Esportare oggi è più facile da un lato e più difficile dall’altro. L’uso dell’e-commerce permette oggi anche a una micro-impresa sconosciuta di trovare spazi sui consumatori esteri a basso costo. 10 anni fa era impensabile, oggi è fattibile. Esportare bene è più difficile perché occorre rispettare standard elevati, rispondere ad attese di consumatori sulla qualità e affrontare i mercati esteri con piani solidi non all’avventura. Su questo fronte lo Stato ha fallito, due volte. Una perché l’ICE non è mai stato considerato universalmente efficace, la seconda perché proprio l’ICE doveva trasformarsi in una macchina da guerra competitiva e neppure il governo Monti ha completato l’opera rimasta a mezza strada. Se vogliamo raddoppiare il numero di imprese che esportano o ciascuno si da da fare si arrangia o tocca alle associazioni di categoria: Confindustria, Confartigianato, CNA possono e devono avviare progetti seri a supporto degli associati senza aspettare che sia pronta la nuova Agenzia dell’Export. Non c’è tempo da perdere.
Ecco io mi aspetterei di trovare le risposte nel 3° manifesto per la crescita che ABI, Confindustria, Rete Imprese Italia, Legacoop e altri andranno a sottoscrivere. Fatti, non parole. Ognuno porti acqua al mulino.
Pronto a ospitare su questo blog buoni esempi di iniziative serie per aiutare le PMI a esportare di più e meglio.
Chiudo con una piccola cosa segnalata da un piccolo imprenditore ieri, per spiegare velocemente come si può essere competitivi sui mercati curando la qualità che gira all’estero. Leggete se avete tempo questo articolo, parla di come
LEGO si prende cura dei propri clienti.