DEBITO PUBBLICO: L’ITALIA MIGLIORE D’EUROPA (E NON È UNO SCHERZO)
Economia 2 Risposte »
Tempo fa abbiamo pubblicato
un articolo del prof. Alberto Bagnai, che mostrava, con l’ausilio di stime ufficiali, come la
spesa pubblica italiana (al netto degli interessi sul debito pubblico) sia perfettamente in linea con la media degli altri paesi europei e addirittura
inferiore alla spesa pubblica di paesi virtuosi come Finlandia o Austria. Ora, il giornalista svizzero Marcello Foa propone uno studio, tanto incredibile quanto censurato, che mostra chiaramente come
anche il debito pubblico italiano sia tutt’altro che elevatissimo, rispetto agli altri paesi (Svizzera compresa). Perchè allora i mezzi di informazione di massa, gli economisti salottieri ed i politici continuano a creare nell’opinione pubblica una percezione della realtà così alterata? Chi ha interesse a far credere all’italiano medio che la colpa della crisi economica sia da indentifcarsi nella spesa pubblica e nel debito pubblico? Forse gli stessi che
suggeriscono all’Italia di cedere le sue riserve auree? Buona riflessione.
Nexus Edizioni
Debito pubblico: l’Italia migliore d’Europa (e non è uno scherzo)
La fonte è molto autorevole: la Neue Zürcher Zeitung (Nzz). L’autore dello studio molto competente in materia: l’economista Bernd Raffelhüschen, professore di Scienze finanziarie presso l’Università di Friburgo, in Germania. La conclusione è molto sorprendente:
l’Italia è il Paese che ha il debito pubblico più sostenibile d’Europa.
Possibile? Sì, se si considera oltre al
debito esplicito anche quello implicito ovvero gli impegni già presi dallo Stato per i decenni a venire e legati in particolare all’invecchiamento della popolazione: dunque le pensioni in maturazione nei prossimi anni, la spesa sanitaria che dovrà essere sopportata da una popolazione più anziana; il tutto considerando il saldo primario dello Stato.
Lo studio risale al 2011 ed è passato praticamente inosservato (in Italia ne aveva parlato
Rischio calcolato), la
Nzz lo ha ripreso e lo ha integrato con un altro studio estendendo il panel anche alla Svizzera.
Il risultato non cambia: l’Italia resta il Paese numero uno dell’Europa, molto più sostenibile della Germania perché negli anni, paradossalmente, passati ha fatto i “compiti a casa” e si propone come il Paese, in prospettiva, con il più basso incremento di spese per pensioni, sanità e assistenza per anziani; gli altri Stati, invece, si sono accontentati di monitorare il debito esplicito, lasciando che la struttura di queste spese assumesse delle proporzioni tali da esplodere da qui a qualche anno: hanno guardato solo alla punta dell’iceberg, come scrive Gerhard Schwarz, oggi direttore del think tank svizzero Avenir Suisse, sulla Neue Zürcher Zeitung.
Il grafico che potete trovare qui non mente (mi spiace è solo in tedesco ma facilmente interpretabile). E se la nostra fosse una classe politica seria, dovrebbe iniziare a ripensare il Paese partendo da questi dati, sventolandoli alla stampa internazionale, menzionandoli continuamente alla Bce, al Fmi.
E invece non solo dormono tutti: la stampa dov’è? Il centrodestra che fa? Perché nessuno vanta i meriti di un risanamento strategico che solo le politiche iper restrittive di Monti e gli effetti sciagurati e scandalosi del Mes (Meccanismo europeo di stabilità ovvero Fondo Salva Stati) possono compromettere?