Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume VI" (Gennaio 2014-Dicembre 2014)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
A metà o inizio 2012 il Gasolio lo pagavo fino ad 1,59 €; ora costa 10 cent in meno(dove costa meno) e dicevano che era colpa del governo o possibile inflazione che nemmeno c'era! ..ora costa 10 cento in meno e la spesa al supermarket si fa col 20% di sconto(del totale)ed in molti settori si vende con sconti su quell'ordine.Comunque oggi guardando una delle strade più trafficate d'Italia; ROMEA ,SS309 e dintorni si scorge un inaridimento lavorativo e non ci sono auto in giro e pochi camion..ha voglia Renzi di promettere che nei prossimi anni se si assume per tre anni indeterminati(non so cosa voglia dire tre anni) da parte dell'azienda,non si pagano tasse per tot. anni..meglio che vada ad imparare che le tasse si devono pagare in modo equo anche per il lavoratore e non promesse vane!!:eeh::eeh:
buongiorno Stefano
anche dalle nostre parti non si vede movimento logistico purtroppo,
quando si formano code e'perche un autotreno non riesce a uscire dalla rotatoria non pensata per loro. c'e'chi pensa che ci si muova ancora con l'Ape per trasportare merci (forse e'quello che si aspettavano i nostri politici !!!??? trasportare idee tante idee solo idee.... che idea,facciamo credere a tutti che muoviamo un sacco di idee!:wall::wall: )
 
Un inizio di settimana negativo per Wall Street. Dopo aver
fluttuato intorno alla parità per la maggior parte della
seduta, gli indici statunitensi hanno imboccato con decisione
la via dei ribassi appesantiti dai timori per la ripresa
economica mondiale, che persistono in assenza di nuove
indicazioni macro. A fine giornata l'indice Dow Jones ha
ceduto l'1,35%, mentre l'S&P5400 è sceso dell'1,65%,
terminando al livello più basso da maggio scorso. Il Nasdaq ha
segnato un -1,46%. Tra i titoli, in luce Fca (Fiat Chrysler
Automobiles) che ha chiuso a 8,92 dollari nel suo primo giorno
di quotazione a Wall Street. Oggi sono attesi i conti di JP
Morgan, Citigroup e Wells Fargo.

Milano, Finanza.com
 
buongiorno Stefano
anche dalle nostre parti non si vede movimento logistico purtroppo,
quando si formano code e'perche un autotreno non riesce a uscire dalla rotatoria non pensata per loro. c'e'chi pensa che ci si muova ancora con l'Ape per trasportare merci (forse e'quello che si aspettavano i nostri politici !!!??? trasportare idee tante idee solo idee.... che idea,facciamo credere a tutti che muoviamo un sacco di idee!:wall::wall: )

La situazione di contingenza è arrivata ad un bivio importante braga (occupazione e rinnovo realtà lavorative).Mi sforzo di pensare che vengano ristrutturate e per creare occupazione,per ora non vedo una luce! Ps: Devo dire che occupandomi di immobili anche li non ce la passiamo meglio ed è tutto fermo..lo si vede dai cartelli (VENDESI)affissi ai balconi e la gente non affitta per paura di rimanere incastrati.Ci hanno messo davanti una realtà fittizia e se andremo avanti cosi anche le banche non potranno continuare a tenere tutti questi scatoloni vuoti a prezzi alti a libro..insomma un paese che è più fermo che mai:wall:Buon giorno
 
A proposito dell'inflazione negativa oggi sono rimasto sorpreso dalla massa di offerte che i supermercati stanno facendo almeno qui a Verona: Migross mille prodotti (tutti di marca) con sconti dal 25 al 45% :eek:.

Rivenduto Mps a 1,0090, doppio intraday.

buogiorno Prospero
Costrette a cessare l'attività "per aver esaurito il credito a disposizione". Unimpresa: "Per imposta sugli immobilichiesti finanziamenti per 4 miliardi".
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Sempre più imprese chiedono prestiti in banca per pagare le tasse. Poi alcune chiudono per esaurimento credito.



MILANO (WSI) - Per pagare le tasse le imprese chiedono prestiti in banca, o utilizzano le linee di credito già in essere per versare il dovuto all’erario. Alle volte, anche costringendosi a chiudere.

Tre imprese su 5 delle associate a Unimpresa, da una indagine condotta dall’associazione tra i suoi 130 mila iscritti, hanno dichiarato di essere ricorse al credito bancario per pagare le tasse. Un dato che si traduce nel 63% delle pmi.

Per Unimpresa la corsa al finanziamento è stata determinata dall’Imu sopratutto per quanto riguarda i conti del saldo in molti casi di gran lunga più oneroso dell’acconto. «Le richieste di finanziamento ci sono state», spiega a ItaliaOggi il segretario generale di Unimpresa Sergio Battaglia, «e addirittura ci sono stati casi di imprese che dopo aver scelto di pagare le tasse hanno chiuso l’attività per aver esaurito il credito a disposizione.»

Ed è l’imposta versata sui capannoni e gli immobili industriali quella ad aver pesato di più. In linea con i dati a consuntivo resi noti dal dipartimento delle finanze (si veda ItaliaOggi del 13/2/2013) anche Unimpresa evidenzia che i più colpiti sono operatori turistici (alberghi), le piccole industrie (capannoni), e la grande distribuzione (supermercati).

«Per saldare l’imposta sugli immobili sono stati chiesti finanziamenti per 4 miliardi», calcola Unimpresa. Per l’associazione è il segnale di uno degli ultimi risvolti della crisi finanziaria internazionale e della recessione economica, a cui si è aggiunto, un inasprimento della pressione fiscale.

Oltre 81.900 pmi associate a Unimpresa, dunque, hanno chiesto soldi alle banche, lo scorso anno, per rispettare le scadenze tributarie. Le rilevazioni sono state effettuate a partire dall’inizio del 2013, attraverso le 60 sedi di Unimpresa sparse su tutto il territorio nazionale.

Oltre all’Imu, è l’Irap l’altra tassa che mette in difficoltà gli imprenditori italiani, tenuto conto che l’imposta regionale sulle attività produttive si paga anche quando i bilanci sono in perdite dunque in assenza di utili. Quanto all’Imu, evidenzia Unimpresa in una nota: «incrociando i risultati del sondaggio del Centro studi Unimpresa con i dati del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, secondo cui l’Imu 2012 relativa alle imprese è stata pari a 6,3 miliardi di euro, si può sostenere che per effettuare i versamenti sono stati contratti nuovi prestiti per quasi 4 miliardi di euro (3,96 mld)».
 
buongiorno
L'avvertimento del tedesco Fischer: "Merkel sta distruggendo l'Europa"

Stampa Invia Commenta (1) di: Tonia Mastrobuoni | Pubblicato il 14 ottobre 2014| Ora 08:50

"Bisogna prepararsi seriamente alla fine del progetto europeo". Berlino sta condannando il Sud Europa alla «trappola» della spirale dei debiti.
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Joschka Fischer, ex ministro degli Esteri tedesco, attacca la politica di austerity della Cancelliera Angela Merkel.



ROMA (WSI) - È «deprimente» constatare che se la maggioranza della Bce non avesse seguito le decisioni di Mario Draghi ma le obiezioni dei tedeschi, a quest’ora «l’euro non esisterebbe più».

Ed è altrettanto avvilente, per un politico di razza come Joschka Fischer, ammettere che il suo Paese sia attualmente il più grande pericolo per l’Europa.

«Se non cadono i tabù tedeschi», ossia la messa in comune dei debiti e una maggiore integrazione finanziaria, e se non si esce dallo stallo provocato dalla politica dei «piccoli passi», tanto cara ad Angela Merkel e bollata come pragmatismo «pigro» e «difensivo», l’epilogo tragico è certo.

«Bisogna prepararsi seriamente alla fine del progetto europeo» scrive l’ex ministro degli Esteri tedesco nel suo nuovo libro dal titolo eloquente, «Scheitert Europa?» («L’Europa fallisce?» Kiepenheuer & Witsch) che è anzitutto un durissimo atto di accusa contro la Germania della Cancelliera.

L’ex enfant prodige dei Verdi tedeschi, figura chiave dei governi Schroeder, traccia un bilancio amaro della crisi, che ha messo in luce una verità fondamentale sulla moneta unica: era stata progettata «per il bel tempo».

L’uragano della bolla immobiliare americana e lo scoppiare della Grande crisi l’hanno colta impreparata. Ma se lo tsunami da subprime ha preso piede nel Vecchio continente, è anche per l’incapacità di molti politici di capirne la portata. Un anno dopo il crash, il ministro delle Finanze Peer Steinbrueck continuava a parlare di «crisi americana».

Senza accorgersi che «i lembi del suo frac stavano già prendendo fuoco», scrive Fischer, che alle sue spalle si era accesa la miccia greca. E nell’autunno caldo del 2008, Angela Merkel si rese responsabile di una decisione che contribuì secondo l’ex ministro degli Esteri ad accelerare il disastro finanziario: rifiutò una soluzione comune europea sin dall’inizio, inaugurò il triste filone dell’«ognun per sé».

Fischer ritiene inoltre devastante l’austerità «alla tedesca», perché ha imposto ai Paesi del Sud Europa una deflazione interna dei salari e dei prezzi che avrebbe ora bisogno di essere mitigata da una «soluzione comune per tutti i debiti pregressi». Bloccando quest’opzione, Berlino sta condannando il Sud Europa alla «trappola» della spirale dei debiti, cioè a non uscire mai dalla crisi. E il politico accusa il suo Paese di avere la memoria troppo corta, in questo accanimento pedagogico contro i partner meridionali.

«Sorprendente», scrive, che la Germania abbia dimenticato la storica Conferenza di Londra in cui l’Europa nel 1952 le abbonò tutti i debiti. Senza quel regalo, «non avremmo riconquistato la credibilità e l’accesso ai mercati», la Germania «non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miracolo economico».

All’inizio della crisi, osserva Fischer, l’Europa si è trovata nella situazione di un viandante che attraversando il fiume viene travolto da una piena. Ha tre opzioni: tornare indietro, restare fermo o andare avanti. Guidata dalla Germania, leader riluttante, Paese egemone «suo malgrado», l’Europa ha scelto la seconda opzione, di restare dov’era. Merkel ha delegato al «governo sostitutivo dell’eurozona», come Fischer chiama la Bce, l’onere del salvataggio. Ma si tratta di una soluzione, alla lunga, destinata a fallire.

Né Schmidt, né Kohl, è l’affondo finale di Fischer, avrebbero reagito in modo così «indeciso» e «con lo sguardo rivolto all’indietro» alla crisi come la Cancelliera: avrebbero anzi approfittato dell’impasse per fare un altro passo importante verso l’integrazione europea.
 
Nel mese di settembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo
in Italia per l’intera collettività (Nic), al lordo dei
tabacchi, diminuisce dello 0,4% su base mensile e dello 0,2% su
base annua (la stima provvisoria era -0,1%). Lo rende noto
l'Istat. L’inflazione acquisita per il 2014 scende allo 0,2%
dallo 0,4% di agosto.
Milano, Finanza.com
 
Inflazione acquisita per 2014 scende a 0,2% da 0,4% agosto

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 14 ott - Il ribasso
mensile dell'indice generale - spiega l'Istat - e' imputabile
innanzitutto al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai
trasporti (-4,8%) - influenzati da fattori stagionali - e, in
misura piu' contenuta, alla diminuzione congiunturale dei
prezzi degli Energetici non regolamentati (-0,6%);
contribuisce, inoltre, il calo dei prezzi dei Servizi
ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,1%),
anch'essi condizionati da fattori stagionali.
L'inflazione acquisita per il 2014 scende allo 0,2% dallo
0,4% di agosto.
Rispetto a settembre 2013, i prezzi dei beni diminuiscono
dello 0,6% (lo stesso valore di agosto) e il tasso di
crescita dei prezzi dei servizi resta stabile allo 0,6%.
Pertanto il differenziale inflazionistico tra servizi e beni
non varia rispetto ad agosto 2014.
 
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 14 ott - I prezzi dei
beni alimentari, per la cura della casa e della persona -
prosegue la nota - aumentano dello 0,1% su base mensile e
fanno registrare un tasso tendenziale nullo (da -0,2% del
mese precedente). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di
acquisto risultano stabili in termini sia congiunturali sia
tendenziali (la crescita annua ad agosto era +0,2%).
L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta
dell'1,9% su base mensile e diminuisce dello 0,1% su base
annua (la stima preliminare era -0,2%), con un
ridimensionamento di un decimo di punto percentuale della
flessione rilevata ad agosto (-0,2%). L'indice nazionale dei
prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati
(FOI), al netto dei tabacchi - conclude la nota dell'Istat -
diminuisce dello 0,4% su base mensile e dello 0,1% rispetto a
settembre 2013.
 
Buongiorno a tutti :). Pare che se arriviamo a 131 ci arriviamo molto lentamente...
Ieri dopo aver preso Luxottica a 37,71 me ne sono liberato in perdita a 37,45 e da quanto vedo è anche andata bene, vedo ora che è pure sospesa :eek:, un grande fondatore e troppi eredi veri o presunti che arraffano rischiando di mandare tutto a catafascio, un caso classico. Naturalmente sto tentando di rientrare in Mps. Fatto ora a 0,9895.
 
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Buongiorno a tutti :). Pare che se arriviamo a 131 ci arriviamo molto lentamente...
Ieri dopo aver preso Luxottica a 37,71 me ne sono liberato in perdita a 37,45 e da quanto vedo è anche andata bene, vedo ora che è pure sospesa :eek:, un grande fondatore e troppi eredi veri o presunti che arraffano rischiando di mandare tutto a catafascio, un caso classico. Naturalmente sto tentando di rientrare in Mps. Fatto ora a 0,9895.

Valutiamo bene l'azionario Antonio..intanto che non vedo i test delle banche mi tengo quei pochi pezzi di MPS(0,99) pronto a mediare a rialzo se testa la res.di 1,04 circa,,ma bisognerà aspettare ancora secondo me!una buona giornata:)
 
Stato
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