Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume VI" (Gennaio 2014-Dicembre 2014)

Stato
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Petrolio greggio
68,38 +2,12 +3,20%
Gas naturale
3,98 0,11 -2,67%
Oro
1.203,40 +27,90 +2,37%
Argento
16,45 0,87 +5,56%
Rame
2,89 0,05 +1,70%
Grano
589,75 +11,25 +1,94%
 
(Teleborsa) - Che impatto ha avuto la crisi economica del 2008 sull'immigrazione, e come si stanno muovendo i flussi negli ultimi anni? La risposta a questa e molte altre domande sui movimenti migratori è contenuta nell'ultimo International Migration Outlook elaborato dall'OCSE.
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo spiega che tra il 2007 e il 2012 si è verificato un drastico calo dell'immigrazione all'interno dei Paesi OCSE (-12%) e che i segnali di recupero dell'economia intravisti nel 2013 hanno portato ad una inversione del trend. Lo scorso anno i flussi migratori sono infatti saliti dell'1,1%, pari a circa 3,82 milioni di persone. A far da traino i movimenti registrati in seno all'Unione Europea, in particolare verso la Germania, che nel 2013 ha accolto 450.000 immigrati, tre quarti dei quali provenienti da altre Nazioni UE. La Germania risulta la seconda meta più ambita dopo gli Stati Uniti, oltre che Paese con la maggior richiesta di asilo politico. Da rilevare che gli Stati Uniti mantengono lo scettro di Paese più ambito dagli immigrati, ma con un trend in declino. In discesa anche l'appeal di Italia, Portogallo e Spagna, soprattutto per la crisi economica e occupazionale di questi tre Paesi. Per quanto riguarda l'Italia, il flusso migratorio è crollato del 55% dal 2007 e il 2012, mentre tra il 2011 e il 2012 gli immigrati sono passati da 527 mila a 258 mila, pari ad un calo del 19%.
 
buonasera
Siamo tutti nella tenda a fumare il calumet della pace in attesa. Di cosa nessuno lo sa. Intanto fumiamo.

Un colpo di scena storico ci attende il prossimo 4 dicembre?

01/12/2014 17:41
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L’economia mondiale è ormai troppo globalizzata per far si che una sola nazione possa decidere le sorti (stentate) della ripresa (stentata) senza che anche le altre possano approfittarne o esserne penalizzate. L’esempio ci è stato dato più volte dall’orchestra delle banche centrali che hanno deciso di comune accordo (accordo più o meno ufficiale) di giostrare la situazione.

Fuori dalla crisi?

Il tutto per riuscire a smuovere le torbide acque della crisi. Cosa che potrebbe avvenire presto.
Ne sono convinti gli esperti di JP Morgan che hanno già fotografato una situazione che vede da un lato gli Usa, ormai ai massimi storici e con una situazione che, nell’immediato futuro, è destinata a normalizzarsi, dall’altro, invece, l’Europa che, nonostante le numerose incertezze, è pronta a salire sul trampolino di lancio della ripresa.

Complice anche il fatto che le ultime correzioni hanno permesso ai titoli del Vecchio Continente di essere ancora più appetibili rispetto ai livelli registrati all’inizio dell’anno, quando erano oggettivamente troppo costosi.
I fattori a favore

A favore anche una debolezza della moneta unica che favorirà export e aziende esposte sui mercati esteri a loro volta premiati da una ripresa seppur non eccelsa ma ad ogni modo sensibile.
Riflessi che si vedranno anche sul Pil con una stima di un punto percentuale per ogni 10% di calo dell’euro. Ma quello disegnato da JP Morgan è un quadro poliedrico formato da più tasselli che si andranno a comporre sulla scia dei numerosi provvedimenti presi dalla Bce. In primis le conseguenze dello stress test che, a detta della banca statunitense, permetterà una ripresa della fiducia nel sistema bancario e sulla solidità degli istituti.

Non ultimo, le ultime ondate in arrivo dalle operazioni di Tltro che permetteranno (finalmente?) un ritorno del credito.
Visione semplicistica?

Di certo una visione condivisa da più parti e senza dubbio perfettamente conscia del fatto che l’andamento dell’azionario è sempre più differente rispetto a quello della realtà dei fatti.
Fatti che, gravi per l’economia, hanno portato la paura anche sulla finanza, senza ricordare a chi investe la diversità dei due mondi. Ecco perchè da M&G Income Allocation ricordano che dal 2008, gli eccessivi timori hanno creato anche una eccessiva paura rispetto all’azionario di alcune zone.

“Bad News, Good News” che hanno portato all’entrata in scena sempre più massiccia delle banche centrali come sostegno. Fed BoJ, BoE, Bce (si spera) e persino la Banca Popolare cinese non fanno mistero di voler continuare la strada segnata da Ben Bernanke ex governatore della Federal Reserve, ormai 6 anni fa e chiusa (quasi di malavoglia) dalla colomba Janet Yellen, degna erede di Bernanke.

E poi, ciliegina sulla torta, la scelta del QE che, nell’interpretazione dell’ultima conferenza stampa di Mario Draghi, passata ai raggi X dagli esperti di Credit Suisse, sarebbe ormai imminente. Alla fine di certo c'è solo il fatto che, in caso di annuncio assisteremo alla chiave di volta della ripresa.

Tutta. In caso di un altra procrastinazione, potremo avere sia qualche dettaglio di più, sia la certezza che il 2015 sarà un anno a dir poco rovente con il rialzo dei tassi Usa in arrivo. Un colpo di scena storico ci attende il prossimo 4 dicembre?
Fonte: News Trend Online


http://www.webgif.org/gif_animate/animali/preistorici/immagini/05.htm
 
Buonasera, il referendum in Svizzera ha portato ad un no per quanto riguarda ll'eventuale aumento delle riserve auree...dopo una breve caduta siamo risaliti di brutto brutto...chi sa spiegare la cosa?
grazie
 
Prezzo del petrolio in caduta libera, Usa rallentano estrazione shaleoil

https://it.finance.yahoo.com/notizie/prezzo-petrolio-caduta-libera-usa-164629597.html

Con tutto sto casino dovrebbe esserci più concorrenza si spera e mantenere i prezzi bassi per favorire la crescita... col grosso contributo dei tassi al lumicino ovviamente.
Per il QE che, tutti si aspettano come imminente, non mi stupirei se il 4 dicembre finisse con un nulla di fatto. Per me resta un'incognita. Spero di sbagliarmi.
Infatti da quel che si legge in giro la maggior parte non si aspettano altro che Draghi ribadisca magari con maggior forza le stesse cose. Ma è sempre più evidente che ormai è questione di tempo perchè da sola l'inflazione di certo non alza la cresta.
 
Infatti da quel che si legge in giro la maggior parte non si aspettano altro che Draghi ribadisca magari con maggior forza le stesse cose. Ma è sempre più evidente che ormai è questione di tempo perchè da sola l'inflazione di certo non alza la cresta.

Più che un nulla di fatto Antonio per me avrà effetto "rebound" sui mercati e scenderanno con l'obbligazionario!Buona sera
 
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 01 dic - Ecco, in
collaborazione con Mps Capital Services, l'agenda dei
principali dati macroeconomici di domani con la valutazione
della loro rilevanza per i mercati finanziari. L'ora indicata
per la diffusione dei dati e' quella italiana.

USA - Spesa edilizia m/m, ottobre, h. 16,00
Precedente: -0,40% / rilevanza: ** 01-12-14 20:00:02
 
Stato
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