Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato

marketinsight.it - EUROZONA - PMI PRELIMINARE DI DICEMBRE IN CALO
Secondo la lettura preliminare di dicembre, l'indice Pmi
manifatturiero dell'Eurozona si è attestato a 51,4 punti, in
calo rispetto ai 51,8 punti di novembre e del consensus.
L'indice Pmi servizi si è attestato anch'esso a 51,4 punti, in
diminuzione rispetto ai 53,4 punti del mese precedente e delle
attese. Il Pmi Composite, che raggruppa manifatturiero [...]
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marketinsight.it - ITALIA - A OTTOBRE ORDINATIVI INDUSTRIALI +2% A/A E -0,3% M/M
A ottobre gli ordinativi industriali registrano una lieve
diminuzione congiunturale (-0,3%) dopo il calo del 3,1% di
settembre, rivisto da -2,9 per cento. L'indice grezzo degli
ordinativi segna invece un aumento tendenziale del 2,0%, rispetto
al precedente -1% di settembre, rivisto da -0,9 per cento.
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Wall Street: futures Usa in calo, focus su dati macro
Si prevede un avvio di seduta in calo per Wall Street, con i
futures sui principali indici statunitensi che si muovono sotto
la parità. A poco meno di un'ora dall'apertura il contratto
sul Dow Jones e sull'S&P500 cedono entrambi lo 0,90%, ment5re
il future sul Nasdaq perde l'1,14%. Gli investitori devono
digerire la debolezza dei dati cinesi su produzione industriale
e vendite al dettaglio, che fanno tenmere un rallentamento
della seconda maggiore potenza economica mondiale, oltre che
gestire i timori sull'Europa legati alla crescita e ai fronti
caldi di Francia e Italia. Dal fronte macro intanto sono
giunte le vendite al dettaglio negli Stati Uniti che hanno
segnato un +0,2% a novembre, mese in cui prende il via lo
shopping natalizio. Ora si attende l'aggiornamento sulla
produzione industriale, e l'indice Pmi manifatturiero e
servizi. Milano, Finanza.com
 
marketinsight.it - USA - RALLENTANO LE VENDITE AL DETTAGLIO A NOVEMBRE
A novembre le vendite al dettaglio degli Stati Uniti hanno
registrato una crescita su base mensile dello 0,2%, poco al di
sopra delle attese degli analisti (+0,1%). Il dato di ottobre è
stato rivisto al rialzo a +1,1% da +0,8% inizialmente comunicato.
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MILANO (Finanza.com)

"Il rallentamento della crescita europea, e in particolare di quella tedesca del terzo trimestre, ha spostato le probabilità implicite nella curva dei rendimenti europei del primo rialzo tassi della ECB da settembre 2019 a primavera 2020. Consideriamo questo repricing eccessivo: una leggera flessione dell'economia è fisiologica e salutare e non implica necessariamente una fase recessiva violenta". Così si legge nel report stilato dagli analisti di Assiom Forex, dal titolo "Signori, si scende!"

"Le financial conditions sono ancora accomodanti e i tassi negativi fanno male all'industria bancaria ed assicurativa. La ECB manterrà il termine del programma QE al 31 dicembre 2018 lasciando però aperta la possibilità di fornire il supporto necessario se qualche evento esogeno allontanerà la zona dal target di inflazione («below but close to 2%»)", continua il report.

Certo, osservano gli analisti, "la discesa del prezzo del petrolio complica ulteriormente la strategia futura della ECB: il crollo del 40% osservato nell'autunno del 2018 pone ulteriori dubbi sulla possibilità di osservare un rialzo dell'inflazione, considerando che nell'anno in corso le spinte inflazionistiche sono arrivate dai prezzi energetici e non da una spinta salariale".

Di conseguenza, "il contesto appena delineato induce a pensare che la ECB dovrà verosimilmente comportarsi in maniera più simile alla BOJ che non alla FED: archiviato il QE governativo per un problema di scarcity è ragionevole immaginare che possano essere introdotte nuove misure, tipo acquisto di equity europeo via ETF e rates (spread) targeting. La reale fattibilità di misure così dirompenti dipenderà dalla situazione politica europea. Difficilmente potrebbero essere implementate in caso di scontri di Paesi sovrani con le istituzioni europee, al contrario sarebbero ipotizzabili all'interno di uno scenario di nuova Europa che rimetta al centro temi di integrazione e di garanzia unica dei depositi, di unione bancaria e di un superministro europeo dell'economia con piani di investimento importanti per l'intera area".

Il commento di Assiom Forex viene diramato all'indomani delle dichiarazioni rilasciate da Mario Draghi, numero uno della Bce, nell'ultima conferenza stampa del 2018 successiva all'annuncio sulla decisione dei tassi. Draghi ha confermato che il piano di Quantitative easing terminerà alla fine di dicembre. Ma ha anche precisato che il QE fa parte ormai "degli strumenti permanenti" a disposizione della banca centrale.
 
Grafici cambi:

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In questo metodo di tassazioni ed DISincentivazioni caleranno ancora secondo il mio modesto giudizio. burocrazia a parte!!
Istat: in lieve calo nel 2016 gli imprenditori che hanno avviato una nuova attività
Calano nel 2016 gli imprenditori che hanno avviato una nuova
attività, poco meno di 369mila contro i 375mila di un anno
prima. A dirlo l’Istat delineando i profili die nuovi
imprenditori e delle imprese ad elevata crescita. Nel 34,6% dei
casi – dice l’istituto - si tratta di imprenditori che hanno
avviato circa 112mila imprese con dipendenti, nel 65,4% sono
lavoratori in proprio (quasi 10 punti percentuali in più
rispetto al 2015), corrispondenti a poco meno di 227mila nuove
imprese senza dipendenti. Calano tra i lavoratori in proprio le
quote di giovani (-4,3 punti percentuali), di laureati (-1,6
punti) e di stranieri (-1,2 punti). Al contrario aumentano tra
i neo imprenditori con dipendenti le quote di stranieri (+2,1
punti percentuali) e, in misura più limitata, di donne
imprenditrici (+0,5 punti). Buona la presenza femminile: oltre
un quarto dei nuovi imprenditori con dipendenti (29%) è donna,
quota che sale al 30,3% per le neo-imprenditrici in proprio. Le
imprenditrici con laurea magistrale superano gli uomini sia tra
i lavoratori in proprio (30,6% contro 18,2%) sia tra gli
imprenditori con dipendenti (11,1% contro 9,4%). Inoltre, dice
sempre l’Istat, quasi il 40% dei neo imprenditori in proprio
con una precedente esperienza professionale di imprenditore
decide di aprire la propria attività nello stesso settore
economico; tale percentuale sale al 56,8% se la precedente
occupazione è di lavoro dipendente. Infine in merito alle
imprese ad elevata crescita (High-growth firms), nella quasi
totalità dei casi gli imprenditori hanno più di 35 anni e sono
per lo più uomini mentre l’8,1% è di origine straniera., un
imprenditore su quattro ha almeno una laurea triennale mentre
quasi uno su tre svolge la propria attività in settori ad alto
contenuto tecnologico. Milano, Finanza.com
 

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