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Trading Plan Btp 2048 next week

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Buongiorno IsTheEnd.

Qualche giorno fa avevo commentato alcuni tuoi post auspicando, in generale, un atteggiamento costruttivo e che offrisse agli altri una possibilità di crescita soprattutto culturale.
Prendo spunto da questo tuo intervento, le cui freccette commentate sono chiare.
Dal punto di vista dell'analisi tecnica, di cui ripeto sono molto a digiuno, ti va di commentare il disegno e farci comprendere i razionali dei disegni e di come si arriva alla determinazione dei punti di riferimento?
Va bene che non siamo a scuola di analisi tecnica, eccetera, però sarebbe bello.

Buona domenica a tutti, con l'occasione.
 
Sai bene che non mi interessa aver ragione...i dati oggettivi con grafici alla mano dell'andamento delle quotazioni, dicono che mezzo mondo, da diverse settimane, sta vendendo E QUESTO E' UN DATO INOPPUGNABILE. Che poi queste vendite siano il preludio di un rimbalzo mega galattico solo il futuro ce lo potrà svelare...di certo sono ormai 2 mesi che c'è un sanguinamento continuo...ognuno interpreti come vuole...

Vedi l'allegato 534094


Buongiorno !

Si il calo che abbiamo fatto dal 13/12 settembre ha sancito la fine dei rialzi delle quotazioni e la spinta a scendere non sembra ancora essere esaurita.
I dati macro e le parola dei governatori delle banche centrali USA e BCE hanno però sottolineato i timori per un infla che non sale, per una economia che potrebbe tornare in recessione tutte cause posisbili di una discesa dei corsi azionari più che obbligazionari e invece per adesso vediamo il contrario.
Anche la prossima sarà una settimana interssante per i BTP per capire se è venuta l'ora di un rimbalzo e per vederne la sua forza.
 
commentare il disegno e farci comprendere i razionali dei disegni e di come si arriva alla determinazione dei punti di riferimento?
L'analisi tecnica è una bussola per consentire in base alla propria esperienza e conoscenza dell'assett sottostante di avere una propria visione operativa subordinata sempre al corretto approccio risk/reward che si vuole affrontare e nel rispetto e corrispondenza di altri parametri ritenuti importanti. Evidenziare con una semplice linea discendente la presenza di una resistenza dinamica in se e per se non serve a molto se la tua sensibilità e conoscenza di quel bene su cui vuoi operare non è allenata e testata. Se in sintesi non hai visto come quel determinato asset reagisce storicamente e statisticamente alla rottura di resistenze non riesci a dare una direzione a quello che fai. Ma anche avendo ricevuto la tua direzione la stessa in ossequio alla dinamicità e mutevolezza dei mercati va sempre posta in linea con quello che è il tuo grado di rischio e di profitto. Ciò significa saper individuare un punto di uscita qualora il mercato vada nella direzione opposta e un punto di uscita qualora tu abbia visto giusto. Queste capacità non nascono dall'oggi al domani ma richiedono tanto tempo e conoscenza di cosa compri . La paura di tanti è di beccarsi tanti stop loss e così perdere sempre soldi. Ma è la stessa paura del chirurgo di sbagliare l'operazione, dell'avvocato di perdere le cause, del pilota di fare incidenti.......insomma tutti hanno la sana paura di sbagliare......l'unico antitodo a non sbagliare non è il non cimentarsi in qualcosa ma il provare traendo profitto dall'errore e cercando di capire come rimediare. Il problema qui come in tanti forum è cercare il mago di turno pronto eventualmente a screditarlo qualora non indovini il prezzo di acquisto.......senza fare qualcosa per colmare il gap educativo.........se si vuole fare gestione dinamica dei propri soldi non c'è altra possibilità che lo studiare mercati e tecniche e anche se stessi.......se invece non si vuole o non si può farlo allora bisogna cercare qualcuno di cui fidarsi .......e qui casca l'asino perché spesso in finanza chi è consulente ha enormi conflitti di interesse, ma ce ne sono sicuramente di eccellenti e preparati ma che a me non interessa conoscere perché ritengo di poterne farne a meno. Non è per presunzione ma per mio approccio caratteriale e credo che le cose fatte da se sono sempre fatte meglio che dagli altri. Concludo quindi dicendo che quel trading plan indicato non è altro che una mia visione soggettiva e quindi fallace che però prevede un punto di uscita a tutela della posizione e del capitale. Nasce unicamente dal ritenere che il prezzo dopo aver rotto la trendline discendente ed aver fatto il movimento di pullback correttivo possa ripartire al rialzo in direzione di quel target, ma qualora andasse invece a ritroso passando anche quella che è una base di un triangolo allora preferisco uscire per precauzione. Il piano prevede il pieno rispetto di un'altra regola importante nel trading è cioè che il potenziale target di profitto sia almeno il doppio della perdita.
C'è poi anche un'altra verità scomoda e cioè che non tutti possono fare i chirurghi , gli avvocati ed i piloti.........quindi perché se si continua eventualmente a perdere soldi si vuole insistere a fare i trader? Ed in questo Baroni dice una verità SACROSANTA. ABBASSO I TRADER DELLA DOMENICA E I COSIDDETTI PICCOLI TRADER CHE CRESCONO. Il suo grosso e grande errore però è quando ne fa una sua premessa senza distinguo credendo che i trader ed i tiralinee siano degli stolti. Non esistono solo gli algoritmi e le notizie diffuse dai grandi insider a poter determinare ed interpretare le direzioni dei mercati. SERVONO ANCHE I DANNATI TIRALINEE
 
Ultima modifica:
Pagina 1 e 8 IL Sole 24 Ore di oggi.I LIMITI DELL’EUROZONA di Sergio Fabbrini: Christine Lagarde ha appena iniziato la sua presidenza della Banca centrale europea (Bce). Avrà un compito difficile. La realtà economica cambia in continuazione e lei dovrà rispondere alle nuove sfide senza ricorrere a precedenti ricette. Così fece Mario Draghi, che ha governato la Bce ricorrendo ad un metodo basato sulla combinazione (ha detto nella sua lectio all’Università Cattolica di Milano il 12 ottobre) di competenza tecnica, coraggio decisionale e umiltà intellettuale. A prescindere dalle sue intenzioni, con quel metodo Draghi ha salvato l’euro, ma ha anche contrastato i populismi che hanno assediato l’Eurozona. Di qui, la sua duplice legacy politica. In primo luogo, Draghi ha contrastato il populismo, personificando la legittimazione delle élite, nello specifico di quelle tecniche. Alla base del populismo vi è il rifiuto delle élite, considerate corrotte e incompetenti, e l’esaltazione del popolo, concepito come un’entità intimamente sana. In quel rifiuto sono confluiti molti fattori, come l’insicurezza economica, la diffusione delle diseguaglianze, il declino del proprio status sociale, la nostalgia per un passato mitizzato. Tuttavia, un fattore che ha contribuito a fare esplodere il populismo è consistito nella percepita inadeguatezza di chi aveva posizioni di comando. In particolare, nei Paesi più colpiti dalle crisi. Se chi comanda è “uno di noi”, allora ognuno di noi può prenderne il posto (pensando di fare meglio). L’inadeguatezza delle élite al potere ha così giustificato la loro sostituzione con nuove élite (che si sono poi dimostrate peggiori di quelle precedenti). Nel caso di Draghi, la critica populista non ha funzionato. Tant’è che è stato criticato dall’interno dell’establishment economico-finanziario, piuttosto che dal suo esterno.—Continua da pagina 1 Qualcuno ci ha provato (come Matteo Salvini), sostenendo che le sue scelte non erano legittime perché nessuno l’aveva mai eletto, ma ha dovuto ben presto ritirarsi in buon ordine. Per criticarlo, occorreva salire al suo livello intellettuale e personale, possibilità preclusa ai professionisti della campagna elettorale permanente. È stata la legittimità personale di Draghi che ha reso la Bce un’istituzione rispettata, proteggendola dai venti del populismo. In secondo luogo, Draghi ha contrastato il populismo riconoscendo i limiti strutturali della istituzione che ha governato. Sono stati quei limiti che hanno alimentato i sentimenti di insoddisfazione e di disagio tra molti cittadini europei (in particolare dei Paesi del sud). Contrariamente ai difensori del “reale è razionale”, Draghi ha insistito a sostenere che il reale è tutt'altro che razionale. Se i conservatori (come i governatori delle banche centrali della Germania, dei Paesi Bassi, dell’Austria e persino della Francia) continuano ad assegnare le responsabilità del disagio agli stessi cittadini disagiati, Draghi ha invece ricondotto quel disagio alle basi contradditorie dell’Eurozona. È il compromesso di Maastricht che non ha funzionato come ci si aspettava. Nel 1992 si pensò di costruire un’Eurozona basata su un’unica politica monetaria e molteplici (oggi, diciannove) politiche fiscali e di bilancio. Con l’assunzione che, queste ultime, sarebbero evolute verso una reciproca convergenza, per via dei meccanismi vincolanti introdotti con il successivo Patto di stabilità e crescita. La crisi dell’attuale decennio ha dimostrato invece che quella convergenza non è scontata, in particolare quando in gioco vi sono politiche che hanno effetti redistributivi (che avvantaggiano alcuni e danneggiano altri). Effetti difficilmente contrastabili attraverso il coordinamento tra i governi, coordinamento che al contrario esalta l’asimmetria di potere tra questi ultimi. È evidente che tale asimmetria ha favorito i Paesi più forti economicamente (la Germania e la cosiddetta lega anseatica dei Paesi del nord), a danno di quelli più deboli economicamente (i Paesi del sud dell’Europa). Tant’ è che il disagio sociale, che ha alimentato i movimenti populisti, è esploso in questi ultimi, anche se ora comincia a trasferirsi pure ai Paesi del nord. Per questo motivo, Draghi ha continuato ad insistere (fino all’ultimo suo intervento, in qualità di presidente della Bce, lunedì scorso) che l’Eurozona ha bisogno di un suo bilancio, da utilizzare sia in funzione anticiclica che per promuovere la crescita (attraverso investimenti per infrastrutture e per la conversione ambientale e digitale). Dunque, l’attuale modello di governance economica adottato nell’Eurozona non è l’unico possibile. Vi è almeno un altro modello alternativo, quello basato sulla relativa indipendenza finanziaria del centro dell’Eurozona dagli stati membri (e dai loro trasferimenti finanziari) che la costituiscono. Naturalmente, il passaggio a questo secondo modello richiederà tempo. Come ha detto lo stesso Draghi nella sua lectio alla Università Cattolica di Milano, negli Stati Uniti «il bilancio federale ha assunto un vero ruolo solo negli anni Trenta del secolo scorso. Oggi pochi penserebbero di ritornare indietro». Vi è quindi un’alternativa alla posizione (interessata) di chi continua a contrapporre la riduzione dei rischi (nei Paesi del sud) alla condivisione degli stessi (da parte dei Paesi del nord). Naturalmente, un bilancio federale dell’Eurozona non è una garanzia che venga utilizzato per politiche che riducano il malessere sociale che ha alimentato il populismo. Tuttavia, senza quel bilancio, tali politiche non potrebbero neppure essere concepite. Insomma, Mario Draghi ha consegnato a Christine Lagarde un’istituzione consapevole e un metodo di leadership per governarla. Quest’ultimo ricorda le lezioni, tenute nel 1919 dal sociologo tedesco Max Weber (1864-1920), sulla scienza e la politica come professioni. Il leader, disse Weber in quell’occasione, deve essere preparato a fare i conti, quando decide un particolare corso di azione, «con le conoscenze conosciute così come con le conosciute non-conoscenze». E, nell’intraprendere quel corso d’azione, deve sentire, «con il cuore e con l’anima», il senso di responsabilità per le conseguenze delle scelte che sta prendendo, non già rifugiarsi dietro alle sue buone intenzioni. Buone élite sono necessarie (anche se non sufficienti) per contrastare la cattiva politica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
 
...quel trading plan indicato ... nasce unicamente dal ritenere che il prezzo dopo aver rotto la trendline discendente ed aver fatto il movimento di pullback correttivo possa ripartire al rialzo in direzione di quel target, ma qualora andasse invece a ritroso passando anche quella che è una base di un triangolo allora preferisco uscire per precauzione. Il piano prevede il pieno rispetto di un'altra regola importante nel trading è cioè che il potenziale target di profitto sia almeno il doppio della perdita.


Interessante, dà lo spunto per proseguire il discorso. Dal punto di vista tecnico, il disegno che hai fatto appartiene a qualche scuola?
Ad esempio, nel forum dei BAN -come lo chiama Baroni- sono molto utilizzate figure (che io non so ridisegnare) che si chiamano testa-spalle, onde di elliott, onde di wolf, ecc.
Partono tutte dall'analisi grafica del passato per cercare di indovinare il movimento futuro. Quella che hai proposto appartiene a qualcuna di questa scuole? il modo per determinare la base del triangolo (senza un lato) è il fatto che abbia nel recente passato costituito un minimo relativo dove il prezzo ha rimbalzato più di una volta? E il target nasce dalla presunzione che ripeta il massimo assoluto?

Grazie per quello che vorrai dirci.

PS
ABBASSO I TRADER DELLA DOMENICA .
E' vero, anche perchè la domenica i mercati sono chiusi :DD:.
 

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