Occupazione: Bce, Jobs Act ha dato dinamismo a Italia, ma Eurozona trainata da Germania e Spagna - FOCUS -3-
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Bruxelles 22 set - Parte
della forte reazione dell'occupazione riflette, secondo la
Bce, la considerevole concentrazione settoriale della ripresa
nei servizi, specie di mercato in un'area economica in cui
quasi quattro quinti dell'espansione totale del prodotto
durante la ripresa sono riferibili ai soli servizi di
mercato. In termini di occupazione il grado di concentrazione
e' ancora maggiore: quasi tutti i 3,2 milioni di nuovi posti
di lavoro creati dall'inizio della ripresa nell'area
riguardano il settore dei servizi e in particolare (oltre il
70%) due soli segmenti del comparto dei servizi di mercato:
commercio e trasporti; servizi amministrativi e alle imprese.
Nello stesso tempo nel settore industriale, che ha
contribuito per circa un quinto alla ripresa del valore
aggiunto nell'area dell'euro dal primo trimestre del 2013,
l'occupazione e' aumentata in misura solo modesta.
La Bce nota che "la composizione della crescita del pil e'
importante, perche' i comparti del settore dei servizi sono
di norma contraddistinti da un'intensita' di crescita
dell'occupazione relativamente maggiore". Si calcola che un
aumento dell'1% del pil generato dai servizi di mercato
determina una crescita aggregata dell'occupazione maggiore
rispetto a un analogo incremento prodotto dall'industria.Il
settore delle costruzioni evidenzia ancora tipicamente una
maggiore intensita' di occupazione, ma durante la ripresa ha
concorso in misura marginale all'espansione dell'attivita'
nell'area dell'euro e il suo contributo alla crescita
dell'occupazione e' rimasto lievemente negativo.
Non va comunque dimenticato l'aumento dei lavoratori a
tempo parziale: proprio nel settore dei servizi c'e' un
maggiore ricorso al lavoro part-time. Non e' un caso che d
all'inizio della ripresa, un terzo dei nuovi posti di lavoro
sia a tempo parziale: cio' fa si' che, date le ore lavorate
totali, la crescita dell'occupazione e' stata superiore di 6
punti percentuali al livello che avrebbe raggiunto con il
tasso di occupazione a tempo parziale del 19 per cento
osservato prima della crisi.
Quanto alle differenze fra Eurozona e Stati Uniti, oltre
Atlantico l'occupazione ha tuttavia recuperato molto piu'
velocemente, dopo avere registrato una diminuzione maggiore
nella Grande recessione. Al termine della Grande recessione
del 2008, l'occupazione statunitense ha impiegato circa 26
trimestri per tornare ai livelli pre crisi. Dal minimo del
primo trimestre 2010, nel paese sono stati creati 13,7
milioni di nuovi posti di lavoro che hanno portato il totale
degli occupati su un livello superiore di quasi 5,2 milioni
di unita' a quello precedente la crisi. Nell'area dell'euro,
otto anni (ben 32 trimestri) dopo l'inizio della crisi
economica e finanziaria mondiale nel primo trimestre del
2008, l'occupazione resta tuttora leggermente al al di sotto
del suo massimo pre crisi nonostante l'aumento di 3,8 milioni
di posti di lavoro dal minimo del secondo trimestre del 2013.
Il ritorno ritardato dell'area ai livelli di occupazione
antecedenti la crisi, dice la Bce, "riflette in parte la
diversa dinamica del pil rispetto agli Stati Uniti, che non
hanno registrato una seconda recessione connessa alla crisi
del debito sovrano"
Antonio Pollio Salimbeni