25 anni dopo: forse è una profezia
di Giovanni Lazzaretti
Quando sento dire che il Tale è una “
voce profetica” mi viene la nausea. La “
voce profetica” (accompagnata semmai dall’entusiasmo degli ascoltatori) è semplicemente uno che dice ciò che l’ascoltatore vuol sentirsi dire.
Il profeta vero nel suo annuncio è irritante, non raccoglie entusiasmi, le sue affermazioni sembrano provenire da un altro pianeta. Poi, dopo qualche decennio, ti accorgi che diceva il vero.
Il titolo di “
profeta giornalistico” io lo assegno solo a
Maurizio Blondet, su due vicende.
Nel 1998 scrisse l’articolo “
Non è tutto oro l’euro che luccica” nel quale descriveva 20 anni fa la nostra situazione attuale. La descriveva mentre l’Italia stava producendo il massimo sforzo per entrare nel gruppo euro. La descriveva specificando che non era un incidente di percorso la crisi irresolubile che viviamo oggi, ma era l’esito voluto: l’euro come cavallo di Troia della globalizzazione.
L’altra vicenda è più complessa. Blondet scrisse nel 1994 il libro “
Gli Adelphi della dissoluzione”: un saggio inquietante, e anche pesante da leggere. Nella parte finale improvvisamente lo stile si modifica: Blondet descrive il suo incontro con un misterioso bibliofilo che ha letto le bozze del libro; nasce un bel capitolo in forma di dialogo, lui e il bibliofilo seduti a un tavolino. Dal dialogo prendo una lunga citazione. E’ un monologo del bibliofilo, con un italiano infarcito di termini inglesi e
francesi.
«Il denaro e gli esseri umani hanno preso strade diverse».
«Per un certo tempo sono stati una cosa sola, durante la rivoluzione industriale. Avevi bisogno della gente per fare prodotti, Adesso non c’è più bisogno di corpi umani per fare prodotti. Allora li usi diversamente, ne fai commercio, guerriglia, li sprechi».
«L’uomo e il denaro non hanno più bisogno l’uno dell’altro. Il denaro si produce da solo. E l’uomo verrà speso o sarà investito come lo è stato il denaro in passato. Il rischio allora era di perdere tutto il denaro. Adesso il rischio è di mettere in pericolo moltissima gente».
«Così la pensano all’ONU. E pensano lo stesso nella haute finance, nel neocapitalismo. Da qualche parte è stato deciso: niente più sviluppo economico, basta con lo sviluppo industriale. E nemmeno più democrazia. Non serve più, a loro: oggi moltiplicano il denaro attraverso il denaro, senza bisogno di produrre nulla. Così i corpi umani diventano low cost stuff. Disposable commodities. In certe zone del mondo vale già pochissimo, la materia prima umana».
«Ma chi sono “loro”?» chiede Blondet.
«Interessi organizzati e potenti. Postindustriali. Deindustrializzatori, Zero-growth. Ecologisti, perché bisogna frenare lo sviluppo industriale. Ieri no, lo cavalcavano. Oggi lo devono frenare. Così tirano fuori le storie per far paura. The Ozone hole. The Pollution. La sovrappopolazione. Le risorse che si stanno esaurendo».
«E insieme, tirano fuori una nuova religione adatta ai tempi futuri»
[Per chi, come me, non ama l’inglese:
low cost stuff = cose a basso costo;
disposable commodities =
prodotti usa e getta;
Zero-growth =
crescita zero;
The Ozone hole =
buco dell’ozono;
the pollution =
l’inquinamento]
Sono passati 25 anni. Vi ricorda qualcosa?
Innanzitutto «
il denaro si produce da solo». Il denaro nasce quasi interamente all’interno del sistema bancario, nasce quasi tutto per la finanza, nasce quasi tutto per chi è già ricco, drena risorse dal povero al ricco, da chi lavora a chi vive di rendita. Gli uomini non servono più. Quando ci sarà Industria 4.0 e tutto ciò che seguirà, di uomini ne serviranno pochi. E il resto? Un fastidioso ingombro.
Non per niente esiste l’associazione radicale “
Rientro Dolce”: «calo della popolazione attraverso la riduzione volontaria della natalità e rientro graduale dei consumi planetari di materia ed energia entro parametri rigorosamente sostenibili». A quanto vogliono arrivare quelli di Rientro Dolce? A 2 miliardi. Senza forzatura, per carità; senza violenza. Ma comunque ci sono 5 miliardi di uomini “
di troppo”.
L’alta finanza non ama gli uomini. Li ha usati finché servivano. Li ha anche fatti crescere economicamente per un certo periodo, ma non certo per sua volontà. Adesso basta. Gli uomini possono sparire, 2 miliardi sono più che sufficienti, a “
loro”.
La molla più forte per la riduzione volontaria della natalità è la povertà all’interno di una società tecnologica.
Quando sei povero in Africa, probabilmente vedi la fertilità come l’unica cosa che ti resta. Quando sei povero in Italia, la fertilità ti terrorizza: non c’è bisogno di una violenza esterna per convincerti a non fare figli.
Ma la povertà ordinaria non basta, il Rientro Dolce potrebbe impiegare molto tempo. Ecco allora che la sana idea di non inquinare viene trasformata nell’ideologia dell’ecologismo: col terrore per le favole raccontate dai media, invece di concentrarci sul non inquinare, accettiamo volontariamente una sorta di “tassazione sul clima”, devastante per l’industria.
Deindustrializzazione, povertà aggiuntiva, sterilità indotta.
Cosa manca ancora? Qualcosa che tenga i popoli calmi, in attesa di scomparire. Perché da poveri si sta male, e ce ne vuole per convincere il povero a essere anche buono. O almeno a “
fare il bravo”.
Occorre la «
nuova religione adatta ai tempi futuri» citata da Blondet. Mica la religione cattolica, ovviamente. Perché quella, col fatto che siamo figli dello stesso Padre e fratelli di Gesù, stima l’uomo in quanto tale, e non ha mai gente “
di troppo” al mondo.
No, ci vuole una religione da inerti, una religione anzi che chieda ardentemente alla finanza internazionale di fare il suo sporco lavoro: deindustrializzare con la scusa di non inquinare.
Non è un caso, ovviamente, che Greta Thunberg abbia viaggiato nell’Atlantico su «
Malizia II, anciennement Gitana 16 de son nom de baptême ou Mono60 Edmond de Rothschild de son nom de course». Cosa c’è di più limpido quando la piccola sacerdotessa della nuova religione del clima viaggia su una barca che porta il nome di un grande gruppo finanziario internazionale?