Nel panorama globale dei potenziali rischi sistemici gioca un ruolo di riguardo il dollaro, valuta di riserva per eccellenza nonostante il tentativo della valuta cinese di accreditarsi come valuta globale.
Una sua eventuale inclusione nel paniere del FMI avrà sicuramente un impatto sui flussi dei capitali e le aspettative stanno già giocando un ruolo sostenendo la valuta cinese nonostante la debolezza economica.
Le ultime dichiarazioni dei banchieri centrali, in particolare Draghi da una parte e Yellen dall'altra hanno portato ad una nuova tornata di forza del dollaro.
A nostro parere però questa tornata di forza più che dovuta agli annunci diretti del QE e del rialzo dei tassi è figlio degli effetti collaterali del QE e cioè all'apertura di posizioni speculative sul differenziale dei tassi tra USA ed Europa con conseguente copertura sui cambi e reinvestimento dei guadagni sugli asset più speculativi della realtà con la valuta più debole.
Il movimento del dollaro ha tecnicamente perforato i supporti dinamici e impostato la valuta americana a riprendere i minimi assoluti del 2015 ma a nostro modo di vedere deve tenere la rottura degli 1,08 o poco sopra.
In questa situazione quindi abbiamo la situazione valutaria che sostiene ulteriormente gli asset di rischio europei già interessati da oramai molti mesi dai flussi dei fondi europei orientati da parte dei gestori verso il mercato domestico di rischio.
Questa situazione fa al momento da cuscinetto ad ogni eventuale fase di tensione.
Tensioni che però nei prossimi giorni andremo ad analizzare in quanto sono ancora presenti sul mercato e sottotraccia stanno sviluppando movimenti da non sottovalutare.
Una sua eventuale inclusione nel paniere del FMI avrà sicuramente un impatto sui flussi dei capitali e le aspettative stanno già giocando un ruolo sostenendo la valuta cinese nonostante la debolezza economica.
Le ultime dichiarazioni dei banchieri centrali, in particolare Draghi da una parte e Yellen dall'altra hanno portato ad una nuova tornata di forza del dollaro.
A nostro parere però questa tornata di forza più che dovuta agli annunci diretti del QE e del rialzo dei tassi è figlio degli effetti collaterali del QE e cioè all'apertura di posizioni speculative sul differenziale dei tassi tra USA ed Europa con conseguente copertura sui cambi e reinvestimento dei guadagni sugli asset più speculativi della realtà con la valuta più debole.
Il movimento del dollaro ha tecnicamente perforato i supporti dinamici e impostato la valuta americana a riprendere i minimi assoluti del 2015 ma a nostro modo di vedere deve tenere la rottura degli 1,08 o poco sopra.
In questa situazione quindi abbiamo la situazione valutaria che sostiene ulteriormente gli asset di rischio europei già interessati da oramai molti mesi dai flussi dei fondi europei orientati da parte dei gestori verso il mercato domestico di rischio.
Questa situazione fa al momento da cuscinetto ad ogni eventuale fase di tensione.
Tensioni che però nei prossimi giorni andremo ad analizzare in quanto sono ancora presenti sul mercato e sottotraccia stanno sviluppando movimenti da non sottovalutare.