Al supporto
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/14/al-supporto/
Questo grafico dice più di mille parole; lo avevamo indicato già alcuni giorni fa ed ora l’indice leader per eccellenza, nonostante in Italia si prendano in considerazione più DJIA e NASDAQ, e quello che segna il destino del mercato si è andato ad appoggiare la dove il destino del mercato con buona probabilità si verificherà.
La seduta odierna non puà essere considerata positiva. nuovo innalzamento dei cds delle obbligazioni Investment Grade, cioè delle obbligazioni più tranquille
e inoltre debolezza significativa dei titoli tech e biotech leader del grande rialzo di questi anni e difensore degli indici USA in questi ultimi mesi. Amazon e Netflix hanno capitolato trascinando con se le speranze di molti investitori individuali.
Uno degli indici che misurano l’andamento dei titoli biotech ha capitolato sotto i minimi di agosto con buoni volumi andando a colpire un altro dei settori amati degli ultimi anni con buoni volumi in un ulteriore segno di capitolazione degli investitori individuali (cosi come confermato dal differenziale tra i volumi dello SPY e dello S&P500.
Questa volta poi il mercato azionario ha ceduto nonostante i dati cinesi mostrino una certa stabilizzazione con i dati sull’import e sull’export migliori delle aspettative e positivi nella valuta locale ed al netto del calo dei prezzi petroliferi e nonostante l’oil abbia tentato di stabilizzarsi sui livelli attuali.
Ma ora siamo al punto, con molti mercati anche USA entrati ufficialmente in un bear market occorre la reazione dell’indice senior per scongiurare un pericoloso avvitamento complessivo. Certo è che storicamente correzioni superiori al 20% senza recessione sono eventi rari almeno negli USA (come il 1987) ma naturalmente nulla vieta che la recessione non avvenga nel corso del 2016.
Alcuni analisti prendono in considerazione la curva dei tassi per dimostrare che il rischio recessione non c’è .
Come molti sanno le ultime recessioni USA sono sempre state segnalate dal’inversione della curva dei tassi ma anche in questo caso non bisogna prendere tutto per oro colato e non bisogna pensare mai che esista un indicatore onnisciente. nel caso del Giappone ad esempio le recessioni si sono manifestate nonostante non ci sia stata nessuna inversione dei tassi per diverse volte durante il bear market secolare e la manipolazione della curva dei tassi della FED attraverso le politiche monetarie gioca un ruolo importante nell’attuale configurazione della curva dei tassi USA e rende perciò difficile prevedere l’adamento economico dal suo posizionamento.
Al contrario, come ci ha fatto notare un utente del forum Investire Oggi, alcuni analisti bearish vedono nel rialzo dei tassi della FED un errore di policy della FED che drenerà più liquidità del previsto e causerà un avvitamento dei mercati.
In poche parole questi analisti trovano delle somiglianze tra questa fase del ciclo economico e monetario e quella verificatasi intorno al 1936/1937 quando il rialzo dei tassi della FED fece deragliare l’economia USA in forte recupero dopo la grande depressione.
Nonostante i due movimenti economici ed anche dei mercati fossero molto diversi qualche similitudine si può verificare osservando il comportamento dei tassi a breve del periodo.
ma nonostante questa similitudine e quella riscontrabile dal comportamento dei mercati:
noi riteniamo ancora possibile, anche se impellente una reazione positiva dei mercati.
A tal riguardo non possiamo dare uno sguardo ad un paio di sondaggi sul sentiment degli operatori ed in particolare i due sondaggi più popolari tra gli operatori.
Cominciamo con la lettura dell’AAII. Nonostante un alta percentuale di neutrali, cioè di coloro che si aspettano una breve correzione ma non un bear market posizionati intorno al 40% il rapporto tra bull e bear si è posizionato su livelli interessanti per un recupero dei mercati.
L’Investor Intelligence, uscito oggi invece, indica una situazione più netta con l’indicatore che è nei pressi di un segnale long di medio periodo. Anche allungano la visione il risultato non cambia se non che l’indicatore prima di realizzare il bottom potrebbe peggiorare ancora leggermente.
Siamo ad un punto cruciale dei mercati, in cui si identificherà la strada delle prossime settimane sia per il breve che per il medio. Riteniamo che nonostante i danni il mercato potrebbe reagire positivamente ma occorre che la reazione sia nei prossimi giorni per confermare il nostro scenario di medio.
In caso contrario la reazione che si manifesterà sarà da incasellare in un bear market rally con tutte le considerazioni tattiche e di portafoglio da realizzare.
Concludiamo questo articolo con una riflessione geopolitica da fare collettivamente.
Le ultime correzioni dei mercati sono tutte cominciate come correzioni di matrice cinese ma sempre più si sono trasformate poi in correzioni globali. Oltre che a confermare la crescente importanza dell’economia cinese sui mercati globali occorrerebbe anche riflettere se fa più danni all’economia cinese una correzione dei mercati azionari del 30% o fa più male all’economia USA una correzione dei mercati azionari del 10%.
Una buona notte e domani grande attenzione ai movimenti dei mercati.
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/14/al-supporto/
Questo grafico dice più di mille parole; lo avevamo indicato già alcuni giorni fa ed ora l’indice leader per eccellenza, nonostante in Italia si prendano in considerazione più DJIA e NASDAQ, e quello che segna il destino del mercato si è andato ad appoggiare la dove il destino del mercato con buona probabilità si verificherà.
La seduta odierna non puà essere considerata positiva. nuovo innalzamento dei cds delle obbligazioni Investment Grade, cioè delle obbligazioni più tranquille
e inoltre debolezza significativa dei titoli tech e biotech leader del grande rialzo di questi anni e difensore degli indici USA in questi ultimi mesi. Amazon e Netflix hanno capitolato trascinando con se le speranze di molti investitori individuali.
Uno degli indici che misurano l’andamento dei titoli biotech ha capitolato sotto i minimi di agosto con buoni volumi andando a colpire un altro dei settori amati degli ultimi anni con buoni volumi in un ulteriore segno di capitolazione degli investitori individuali (cosi come confermato dal differenziale tra i volumi dello SPY e dello S&P500.
Questa volta poi il mercato azionario ha ceduto nonostante i dati cinesi mostrino una certa stabilizzazione con i dati sull’import e sull’export migliori delle aspettative e positivi nella valuta locale ed al netto del calo dei prezzi petroliferi e nonostante l’oil abbia tentato di stabilizzarsi sui livelli attuali.
Ma ora siamo al punto, con molti mercati anche USA entrati ufficialmente in un bear market occorre la reazione dell’indice senior per scongiurare un pericoloso avvitamento complessivo. Certo è che storicamente correzioni superiori al 20% senza recessione sono eventi rari almeno negli USA (come il 1987) ma naturalmente nulla vieta che la recessione non avvenga nel corso del 2016.
Alcuni analisti prendono in considerazione la curva dei tassi per dimostrare che il rischio recessione non c’è .
Come molti sanno le ultime recessioni USA sono sempre state segnalate dal’inversione della curva dei tassi ma anche in questo caso non bisogna prendere tutto per oro colato e non bisogna pensare mai che esista un indicatore onnisciente. nel caso del Giappone ad esempio le recessioni si sono manifestate nonostante non ci sia stata nessuna inversione dei tassi per diverse volte durante il bear market secolare e la manipolazione della curva dei tassi della FED attraverso le politiche monetarie gioca un ruolo importante nell’attuale configurazione della curva dei tassi USA e rende perciò difficile prevedere l’adamento economico dal suo posizionamento.
Al contrario, come ci ha fatto notare un utente del forum Investire Oggi, alcuni analisti bearish vedono nel rialzo dei tassi della FED un errore di policy della FED che drenerà più liquidità del previsto e causerà un avvitamento dei mercati.
In poche parole questi analisti trovano delle somiglianze tra questa fase del ciclo economico e monetario e quella verificatasi intorno al 1936/1937 quando il rialzo dei tassi della FED fece deragliare l’economia USA in forte recupero dopo la grande depressione.
Nonostante i due movimenti economici ed anche dei mercati fossero molto diversi qualche similitudine si può verificare osservando il comportamento dei tassi a breve del periodo.
ma nonostante questa similitudine e quella riscontrabile dal comportamento dei mercati:
noi riteniamo ancora possibile, anche se impellente una reazione positiva dei mercati.
A tal riguardo non possiamo dare uno sguardo ad un paio di sondaggi sul sentiment degli operatori ed in particolare i due sondaggi più popolari tra gli operatori.
Cominciamo con la lettura dell’AAII. Nonostante un alta percentuale di neutrali, cioè di coloro che si aspettano una breve correzione ma non un bear market posizionati intorno al 40% il rapporto tra bull e bear si è posizionato su livelli interessanti per un recupero dei mercati.
L’Investor Intelligence, uscito oggi invece, indica una situazione più netta con l’indicatore che è nei pressi di un segnale long di medio periodo. Anche allungano la visione il risultato non cambia se non che l’indicatore prima di realizzare il bottom potrebbe peggiorare ancora leggermente.
In caso contrario la reazione che si manifesterà sarà da incasellare in un bear market rally con tutte le considerazioni tattiche e di portafoglio da realizzare.
Concludiamo questo articolo con una riflessione geopolitica da fare collettivamente.
Le ultime correzioni dei mercati sono tutte cominciate come correzioni di matrice cinese ma sempre più si sono trasformate poi in correzioni globali. Oltre che a confermare la crescente importanza dell’economia cinese sui mercati globali occorrerebbe anche riflettere se fa più danni all’economia cinese una correzione dei mercati azionari del 30% o fa più male all’economia USA una correzione dei mercati azionari del 10%.
Una buona notte e domani grande attenzione ai movimenti dei mercati.