Nuovo bottom o finto bottom?
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/21/nuovo-bottom-o-finto-bottom/
E’ da due settimane che inseguiamo un potenziale bottom dei mercati ed oggi il mercato ne ha realizzato nuovamente uno.
Di che natura lo valuteremo in seguito ma qua ci serve comprendere in che condizioni è arrivato.
Gli ultimi commenti da cui partiamo sono questi:
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/18/mercati-azionari/
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/18/situazione-petrolio/
In entrambi i casi, sia per lo S&P500, sia per l’Oil indicavamo la possibilità di un minimo questa settimana, valutando la necessità per entrambi i mercati di una seduta di capitolazione, per l’oil la ipotizzavamo dopo la news sull’Iran ed invece nonostante la discesa è oggi che ha mostrato la vera faccia della discesa così come i mercati azionari USA che hanno visto oggi oltre ad una debolezza diffusa anche il coinvolgimento delle obbligazioni di diversi titoli fino ad oggi immuni o comunque toccati marginalmente.
Il contagio che cercavamo per indicare una capitolazione complessiva degli operatori.
E con la capitolazione arrivano anche i movimenti contrari al trend. nella seconda metà della seduta Oil e S&P500 insieme ai titoli tecnologici e biotech hanno impostato un recupero molto forte nonostante la chiusura sia stata fatta oer lo S&P500 sotto i precedenti supporti che ora sono le prime resistenze da affrontare.
Inversione a V o bear market rally?
Lo vedremo per intanto pensiamo che gli indici USA hanno recuperato dai minimi il 2,5% disegnando una candela solitamente positiva come può essere un hammer. Non metto esempi di candele simili su bottom di medio ma basta andare indietro di un paio d’anno e qualche esempio si trova.
Il recupero è stato caratterizzato dalla forza dei titoli forti di periodo e dalla forza dei titoli most shorted cioè i 50 titoli equal weighted con la maggior quota di short interest rispetto al numero di azioni in circolazione, segno di un potente short covering a chiudere in tutta fretta le posizioni short costruite in questi ultimi giorni. Questi titoli dai minimi hanno recuperato oltre il 5%.
La correzione dello s&P500 dai massimi ai minimi ha fatto una correzione del 14,4%, cioè una correzione importante che ha accompagnato molti mercati e settori in un bear market anche cattivo.
L’indice come dicevamo ha tenuto un importante supporto ma ne ha rotti di altrettanto importanti che sono stati testati sul massimo giornaliero per poi respingere l’indice.
L’oil ha fatto altrettanto anche se in after ha stornato in parte a causa dell’uscita dei dati API sulle scorte USA che hanno visto una crescita superiore al previsto delle scorte.
Bisognerà vedere se lo short covering è bastato a penalizzare abbastanza gli operatori di momentum oppure no.
Solitamente una inversione del genere sul mercato azionario ha statisticamente una elevata probabilità di dare domani una nuova seduta positiva (40 casi su 50 dal 2006 ad oggi). Ma l’oil e la correzione gioca la sua parte e lo monitoreremo.
Dal punto di vista volumetrico nonostante la sicura presenza di una quota di short covering abbiamo avuto buoni volumi e chi fa notare che il VIX non ha raggiunto i livelli di agosto dovrebbe notare che quella correzione ha raggiunto i minimi in tempi molto più rapidi di questa appena realizzata per cui è normale che il Vix si sia impennato molto di più in quell’occasione.
Se però osserviamo la distanza del prezzo dalla sua media mobile questa correzione assomiglia a quella agostana e di settembre così come ha similitudini con quella del 2011 ma anche purtroppo con la fase iniziale della correzione del 2008.
Sarà il futuro che ci dirà quale scenario disegnerà; per il momento rimaniamo al nostro scenario con la possibilità di un minimo in questo trimestre sia dell’Oil che dei mercati azionari e da li poi costruiremo gli scenari futuri che potrebbero avere andamenti anche molto divergenti.
Abbiamo già detto che la profondità di questa correzione ci ha sorpreso per tempi ed intensità ma bisogna dire che comunque lo scenario era questo al contrario di quanto molti analisti e case di investimento avevano disegnato per questo scorcio del 2016.
Finiamo la disamina dell’indice USA con due grafici che esemplificano quanto scritto fino ad ora:
Un occhio all’indice italico che molti dei nostri lettori seguono a mio parere a causa della conoscenza dello stesso piuttosto che per la sua importanza sui mercati globali.
Lo stesso ha mostrato una debolezza molto più accentuata di altri mercati a causa della forte componente delle banche che è stata pesantemente venduta.
Il motivo di queste vendite sono date dalla somma di una serie di elementi irrisolti del settore in Italia (bad bank, crediti inesigibili, titoli di stato in portafoglio ecc…) ma anche da problemi europei quali la mancanza di un accordo sull’unificazione del sistema bancario e su sistema di protezione dei depositi. le tensioni complessive dell’area sono molto più alte rispetto a quelle che ci dipingono i media e molte tematiche (dai migranti alla brexit) stanno mettendo sotto tensione l’unità dell’area e qualcuno ha deciso di scommetterci sopra.
In ogni caso l’indice si è appoggiato oggi su un supporto a nostro modo di vedere chiave e potrebbe domani permettere di rimbalzare con forza se il petrolio ed i cambi saranno benevoli.
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/21/nuovo-bottom-o-finto-bottom/
E’ da due settimane che inseguiamo un potenziale bottom dei mercati ed oggi il mercato ne ha realizzato nuovamente uno.
Di che natura lo valuteremo in seguito ma qua ci serve comprendere in che condizioni è arrivato.
Gli ultimi commenti da cui partiamo sono questi:
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/18/mercati-azionari/
https://trendmercati.wordpress.com/2016/01/18/situazione-petrolio/
In entrambi i casi, sia per lo S&P500, sia per l’Oil indicavamo la possibilità di un minimo questa settimana, valutando la necessità per entrambi i mercati di una seduta di capitolazione, per l’oil la ipotizzavamo dopo la news sull’Iran ed invece nonostante la discesa è oggi che ha mostrato la vera faccia della discesa così come i mercati azionari USA che hanno visto oggi oltre ad una debolezza diffusa anche il coinvolgimento delle obbligazioni di diversi titoli fino ad oggi immuni o comunque toccati marginalmente.
Il contagio che cercavamo per indicare una capitolazione complessiva degli operatori.
E con la capitolazione arrivano anche i movimenti contrari al trend. nella seconda metà della seduta Oil e S&P500 insieme ai titoli tecnologici e biotech hanno impostato un recupero molto forte nonostante la chiusura sia stata fatta oer lo S&P500 sotto i precedenti supporti che ora sono le prime resistenze da affrontare.
Inversione a V o bear market rally?
Lo vedremo per intanto pensiamo che gli indici USA hanno recuperato dai minimi il 2,5% disegnando una candela solitamente positiva come può essere un hammer. Non metto esempi di candele simili su bottom di medio ma basta andare indietro di un paio d’anno e qualche esempio si trova.
Il recupero è stato caratterizzato dalla forza dei titoli forti di periodo e dalla forza dei titoli most shorted cioè i 50 titoli equal weighted con la maggior quota di short interest rispetto al numero di azioni in circolazione, segno di un potente short covering a chiudere in tutta fretta le posizioni short costruite in questi ultimi giorni. Questi titoli dai minimi hanno recuperato oltre il 5%.
La correzione dello s&P500 dai massimi ai minimi ha fatto una correzione del 14,4%, cioè una correzione importante che ha accompagnato molti mercati e settori in un bear market anche cattivo.
L’indice come dicevamo ha tenuto un importante supporto ma ne ha rotti di altrettanto importanti che sono stati testati sul massimo giornaliero per poi respingere l’indice.
L’oil ha fatto altrettanto anche se in after ha stornato in parte a causa dell’uscita dei dati API sulle scorte USA che hanno visto una crescita superiore al previsto delle scorte.
Bisognerà vedere se lo short covering è bastato a penalizzare abbastanza gli operatori di momentum oppure no.
Solitamente una inversione del genere sul mercato azionario ha statisticamente una elevata probabilità di dare domani una nuova seduta positiva (40 casi su 50 dal 2006 ad oggi). Ma l’oil e la correzione gioca la sua parte e lo monitoreremo.
Dal punto di vista volumetrico nonostante la sicura presenza di una quota di short covering abbiamo avuto buoni volumi e chi fa notare che il VIX non ha raggiunto i livelli di agosto dovrebbe notare che quella correzione ha raggiunto i minimi in tempi molto più rapidi di questa appena realizzata per cui è normale che il Vix si sia impennato molto di più in quell’occasione.
Se però osserviamo la distanza del prezzo dalla sua media mobile questa correzione assomiglia a quella agostana e di settembre così come ha similitudini con quella del 2011 ma anche purtroppo con la fase iniziale della correzione del 2008.
Sarà il futuro che ci dirà quale scenario disegnerà; per il momento rimaniamo al nostro scenario con la possibilità di un minimo in questo trimestre sia dell’Oil che dei mercati azionari e da li poi costruiremo gli scenari futuri che potrebbero avere andamenti anche molto divergenti.
Abbiamo già detto che la profondità di questa correzione ci ha sorpreso per tempi ed intensità ma bisogna dire che comunque lo scenario era questo al contrario di quanto molti analisti e case di investimento avevano disegnato per questo scorcio del 2016.
Finiamo la disamina dell’indice USA con due grafici che esemplificano quanto scritto fino ad ora:
Un occhio all’indice italico che molti dei nostri lettori seguono a mio parere a causa della conoscenza dello stesso piuttosto che per la sua importanza sui mercati globali.
Lo stesso ha mostrato una debolezza molto più accentuata di altri mercati a causa della forte componente delle banche che è stata pesantemente venduta.
Il motivo di queste vendite sono date dalla somma di una serie di elementi irrisolti del settore in Italia (bad bank, crediti inesigibili, titoli di stato in portafoglio ecc…) ma anche da problemi europei quali la mancanza di un accordo sull’unificazione del sistema bancario e su sistema di protezione dei depositi. le tensioni complessive dell’area sono molto più alte rispetto a quelle che ci dipingono i media e molte tematiche (dai migranti alla brexit) stanno mettendo sotto tensione l’unità dell’area e qualcuno ha deciso di scommetterci sopra.
In ogni caso l’indice si è appoggiato oggi su un supporto a nostro modo di vedere chiave e potrebbe domani permettere di rimbalzare con forza se il petrolio ed i cambi saranno benevoli.