Analisi Intermarket Trend Mercati Maggio 2016 (1 Viewer)

Grazie per il report Giorgio: è il mio punto di vista espresso in modo molto più articolato di quanto abbia fatto io.

Nel vostro scenario una nuova gamba rialzista del dollaro statunitense finirebbe col cambiare le vostre posizioni?

I danni del ciclo precedente sono stati fatti dalla debolezza delle materie prime unite alla debolezza dello Yuan che hanno causato un eccessivo apprezzamento del dollaro rispetto alle aspettative FED.
Per cui la risposta è si ma c'è un ma. Una nuova gamba rialzista del dollaro soprattutto del dollaro contro le valute dei paesi emergenti avrebbe effetti nefasti, se il dollaro concentrasse la propria forza solo contro le valute avanzate (euro yen ecc...) invece questo lo giudicheremmo positivo.

Spero di essere stato chiaro.
 

c0ltran3

Forumer attivo
Devo purtroppo dire che non ho capito il perchè dei vostri giudizi vuoi provare a rispiegarso se hai tempo?
 
Devo purtroppo dire che non ho capito il perchè dei vostri giudizi vuoi provare a rispiegarso se hai tempo?

Quale giudizi? Quelli sul dollaro?

Noi riteniamo che la debolezza dei mercati nel periodo 2015 si sia manifestata a causa dell'eccessiva forza del dollaro causata a sua volta dalla discesa della materie prime e dalla debolezza dello Yuan. Per cui una ripresa di questo trend (la forza del dollaro) sarebbe negativo salvo che la forza del dollaro non si manifesti solo contro le valute dei paesi avanzati e cioè Yen Euro ecc....
 
Un mese difficile
su 5 giugno 2016 da TrendMercati


In un mese dove si accatastano scadenze, aspettative e dati fondamentali per il futuro dei mercati cercheremo di avere un occhio più vigile per cogliere i potenziali cambiamenti dei trend in atto.

Si parte quindi dalla fine e cioè dalla seduta di venerdì che ha regalato una grossa volatilità sui mercati subito dopo i dati sul numero dei nuovi occupati statunitensi.

Infatti la sorpresa dei dati dei nuovi occupati USA è stata molto forte. Con aspettative di un dato intorno ai 150 mila nuovi occupati l’economia USA ne ha prodotti solo 38 mila con revisione al ribasso sia per marzo che per aprile per un ulteriore calo di 59.000 occupati.

Nel dato occorre includere anche lo sciopero dei lavoratori di Verizon che pesano per circa 35.000 unità sul dato ma questo non toglie la sorpresa negativa del dato anche perché il dato mostro un calo il molti settori considerati relativamente resistenti in questa fase.

Giustificata quindi la reazione del mercato?

Solo se teniamo in considerazione la situazione tecnica del mercato.

Infatti sappiamo tutti che il dato degli occupati è un dato ritardatario per natura e nonostante anche l’occupazione, grazie al livello di deregolamentazione raggiunta, tende a diventare just in time è ancora un dato che necessita di qualche mese per esprimersi.

A nostro avviso il dato esprime bene il periodo di inizio anno quando la correzione dei mercati ha fatto pensare più di un operatore ad un nuova crisi finanziaria e le imprese hanno cominciato ad aggiustare anche l’occupazione sul nuovo scenario.

In ogni caso poiché i mercati erano arrivati con i trend estremamente tirati un dato negativo e contro le aspettative ha causato una serie di importanti sviluppi.

I mercati azionari più deboli hanno corretto in maniera significativa mentre in quelli più forti è tornata quella forsennata rotazione che gli consente di limitare le perdite.

Il dollaro ha subito ingenti perdite stimolate dalle aspettative di rialzo di tassi che nei momenti più bui della seduta si sono spostate fino a dicembre 2016.

Da notare che il dollaro si muove a piccoli passi quando tende a rafforzarsi ma a grandi passi quando deve indebolirsi segno che le mani forti sono dalla parte dell’indebolimento.

us-dollar-per-1-euro-2016-06-04-chart.png


Contemporaneamente i mercati delle obbligazioni governative sono di nuovo scese in picchiata in termini di rendimento e rinforzati in termini di prezzo negando ancora una volta le spinte rialziste dai più attese. Un movimento che al momento però non ha dato chiare indicazioni ma ha solo corretto all’interno del trading range i movimenti di molti mercati e settori.

euro-generic-government-bond-5-year-2016-06-04-chart.png


us-10yr-bond-yield-2016-06-04-chart.png


La conferma che attraversiamo un mese carico di tensioni con spinte da tutte le direzioni a confermare o negare i trend in essere.

Come abbiamo detto nel nostro TrendMercati rimaniamo in trend fino a prova contraria ed abbiamo indicato diversi indicatori intermarket che ci diranno se il mercato è in grado di leggere questo passaggio del mercato.

Tra l’altro il cambio cinese si è allontanato da un pericoloso livello di guardia e sembra darsi il testimone con le materie prime in rotazione di forza.



Però c’è da dire che gli indicatori di breve, come avevamo indicato anche nei commento con gli utenti del forum di Investire Oggi, mostrano un possibile top quantomeno di breve e questo con tutto il rischio di nuove tensioni legate all’insieme delle news che ci aspettano.

Infatti oltre al fatto di un doppio massimo sul grafico a brevissimo che ha portato poi alla correzione di venerdì abbiamo notevoli divergenze su diversi indicatori tra cui importanti abbiamo il rapporto put call ratio, il nyse high-low ecc.

ckef1flxaaekuhc.jpg


ckguwl1w0aegyxl.jpg


ckeflzhxiaanfot.jpg


Come abbiamo spiegato sul forum queste divergenze potrebbero essere assorbite come fatto anche nel recente passato con una debolezza sui mercati più deboli e la relativa stabilità dei mercati più forti ma occorre estrema prudenza sui livelli chiave per non incorrere in rischi di violenti reverse da gestire.

Abbiamo, come detto la FED che si ritroverà ancora una volta costretta a ritardare il possibile rialzo ma è dal 2014 che questo carosello si ripete ed a mio avviso il mercato crede poco in questa fase di rialzi. In ogni caso attualmente il mercato prezza il rialzo per fine anno e quindi gli interventi vocali dei governativi a partire da quello della Yellen lunedi dovrebbero essere abbastanza falchi da convincere il mercato che il rialzo ci sarà comunque sennò andare a rialzare con aspettative del mercato sotto alla maggioranza potrebbe diventare pericoloso.

img_20160603_164109.jpg


Abbiamo poi la situazione politica europea assolutamente fuori controllo.

E’ evidente che le tensioni sociali derivanti dal continuo calo del welfare sociale dei paesi europei ha raggiunto il suo culmine in uno dei paesi dove questo stato sociale ha ancora una funzione unificante e dove funziona e cioè la Francia.

I sindacati si sono trovati ad inseguire le manifestazioni e forse proprio a causa della debolezza sindacale e la forte componente statale in molte delle aziende francesi ha fatto deflagrare il problema.

Parliamo di una riforma del lavoro che dice le stesse cose di molte delle riforme attuate il diversi paesi europei e passate tranquillamente con poche voci di protesta a sollevarsi vuoi per il forte controllo sindacale di quei paesi, vuoi per un welfare sicuramente meno funzionale in altri.

In questo contesto ci avviciniamo al referendum inglese sulla uscita dall’Europa che segna un importante spartiacque per l’Europa con un calo degli indecisi ed un aumento dell’opzione Brexit. Sappiamo che solitamente i sondaggi si svolgono in questo modo con un recupero robusto nelle ultime settimane dell’opzione considerata inizialmente perdente ma con un nuovo recupero sul finale dell’opzione vincente che viene decretata la vincitrice ma sappiamo anche che le ultime votazioni in Europa sono state talmente in equilibrio che certo basta un errore politico per cambiare davvero la situazione. Tra l’altro l’effetto trascinamento attuale della campagna della Brexit viene basato tutto sul pericolo degli immigrati e questo si cementa con un sentimento che sta pervadendo tutta l’Europa e rischia di far deragliare ancora di più della moneta unica l’area euro se la gestione di questo problema non creerà la struttura necessaria alla sua gestione. Attualmente la scelta di delega alla Turchia non sembra davvero funzionare ed anzi ha accentuato il fenomeno.

In ogni caso mentre gli scommettitori continuano a dare nettamente vincitore la Brexin i sondaggi mostrano un forte trend di recupero della Brexit e già con il Leicester, vincitore della premier league abbiamo visto che gli scommettitori possono sbagliare.

ckmgokvuyaakhi4.jpg


ckhyeu5uuaaqlpu.jpg


Ma anche gli ultimi sondaggi delle elezioni spagnole danno di nuovo uno scenario di potenziale stallo che andrà valutato nelle prossime settimane. Vero è che il belgio è rimasto due anni senza governo ed il paese ha funzionato lo stesso ma le condizioni attuali della Spagna rischiano di accentuare i timori di una calo di governabilità complessiva dell’area e la necessità di un governo centrale europeo (anche perché molte delle funzioni sono già state delegate anche se si fa finta che non sia vero).

1465049234_092910_1465049270_noticia_normal.png


Insomma un mese difficile in una stagionalità difficile ma con rischi tutto sommato già in parte prezzati per cui salvo sforamenti di scenario significativi potremmo avere dei tremori ma non ancora delle crisi.

Quelle le determineranno non tanto le singole tensioni domestiche tra gli attori più importanti dei mercati (Usa, Unione Europea, Cina) quanto dalle divergenze delle visioni future degli attori, che siano divergenze politiche, economiche o ancora peggio militari.

Conclusioni

Confermiamo quanto detto la settimana scorsa e cioè che il mercato è tirato, il mese di giugno sarà un mese ballerino ma siamo arrivati fin qui dai minimi di gennaio/febbraio e quindi dobbiamo prima verificare se il mercato sarà il grado di correggere consistentemente o farà solo un consolidamento alto.

In caso di correzione decisa si potrebbe pensare anche ad uscire totalmente dal rally reflazionistico ma attualmente le materie prime fanno da sostegno nonostante una parte del rally sia data dalla debolezza del dollaro.

continuous-commodity-index-old-crb-2016-06-05-chart.png
 
Un mese difficile (corollario)
su 5 giugno 2016 da TrendMercati
All’analisi precedente aggiungiamo alcune osservazioni sui mercati segnalati nei precedenti report.

1)Lo S&P500 è a contatto con il primo fascio di resistenze e per il momento non sembra avere la forza di sfondarle. Persiste il trading range che d’altronde caratterizza un sacco di altri trading range. (dalle obbligazioni governative all’oro ecc…). Solo che per lo S&P possiamo parlare di trading range da quasi due anni.

s-p-500-index-2016-06-05-chart.png


2)Oro: il metallo giallo ha sentito il supporto che avevamo indicato inrorno ai 1200 dollari e da li è rimbalzato con forza mantenendo anch’esso il trading range costruito con fatica negli ultimi mesi dopo il potente rally di inizio anno.

london-spot-gold-2016-06-05-chart.png


3)FTSEMIB: l’indice italico mantiene un andamento ondivago alle prese con un settore finanziario che non riesce a liberarsi dei timori sistemici nonostante in questi anni siano di molto migliorate le condizioni complessive. A mio parere la pressione sulle banche italiane è legata alla pressione che mettono gli investitori internazionali sul valore dei NPL. la battaglia si svolge su quel valore che dovrà essere per forza una sintesi tra i desideri delle banche ed il desiderio degli hedge.

italy-s-p-mib-index-2016-06-05-chart.png


4)Nikkei: nonostante non sia più il mercato che influenza il resto del mondo come poteva essere la borsa giapponese degli anni 90 il peso del settore finanziario nipponico sul resto del mondo non va sottovalutato e l’influenza del carry yen per anni è stato uno dei motori dei mercati ma a nostro avviso in fase calante. Non bisogna però sottovalutare il fatto che un eventuale insuccesso delle politiche monetarie e fiscali giapponesi avrebbe delle conseguenze a livello globale soprattutto per la fiducia del sistema sulle banche centrali.

japan-nikkei-225-index-2016-06-05-chart.png
 
After Brexit
su 25 giugno 201626 giugno 2016 da
Innanzitutto ci scusiamo per il mancato aggiornamento visto la volatilità delle sedute ma siamo stati interessati da una serie di conferenze pubbliche sulla situazione economica/politica e finanziaria dei mercati che ci hanno costretto a disertare il blog.

Avevamo però lanciato dei campanelli d’allarme negli ultimi due post sul fatto di alleggerire le posizioni sui mercati più deboli, concentrarsi sui mercati più forti e considerare il rimbalzo intervenuto dopo l’omicidio della deputata laburista Cox come una pausa da ipervenduto.

https://trendmercati.wordpress.com/2016/06/15/saltano-i-supporti/

https://trendmercati.wordpress.com/2016/06/17/pausa-da-ipervenduto/

Così è stato anche se pensavamo ad una situazione post referendum più tranquilla sia perché ritenevamo possibile una vittoria del remain anche se di stretta misura (le medesime percentuali con cui si è realizzato la Brexit) sia perché non ci aspettavamo il violento rally delle ultime sedute che ha posizionato i mercati troppo favorevolmente all’ipotesi bremain e quindi a rischio di una correzione violenta.

Nelle conferenze pubbliche tenute abbiamo proiettato tra le altre questa slide:

brexit.png


Riteniamo che la validità della tabellina non sia stata smentita dai fatti seguenti.

Riteniamo che quindi politicamente parlando chi dovrà gestire l’uscita dalla UE terrà conto del modesto margine tra le due ipotesi, del fatto che i giovani abbiano votato per la maggior parte per il Bremain e che sia l’Irlanda del Nord che la Scozia abbiano manifestato insofferenza per il risultato e che quindi mettano a rischio l’integrità della sovranità complessiva inglese.

Sui mercati però, soprattutto i mercati azionari ma anche obbligazionari la reazione è stata estremamente violenta.

Certamente come dicevamo entrano in questa reazione il rally delle ultime sedute tutto focalizzato sull’ipotesi Bremain ma certamente la correzione ha avuto maggiore forza ed ha portato ad esempio l’Eurostoxx 50 al test dei minimi di febbraio, quindi sull’orlo di un precipizio importante (anche se con divergenze positive).

Vi invitiamo a non leggere i media italiani ed europei sull’argomento perché evidentemente troppo politicizzati e di parte (a favore della UE)

Dobbiamo però dire che anche la brexit è figlia di quella instabilità globale che ha aumentato le tensioni politiche, tema che abbiamo affrontato già molti mesi fa e che è una delle ragioni per cui abbiamo una postura complessivamente difensiva sui mercati.

Riteniamo comunque che nonostante la violenza della correzione la situazione sia ancora gestibile anche se va fatto, come dicevamo con un atteggiamento difensivo.

In particolare una verifica dell’incertezze politiche dell’area euro avverrà immediatamente dalle elezioni spagnole.

Anche in questo caso non tifiamo per nessuno ma è evidente che la eventuale vittoria di un movimento antisistema o comunque scettico sull’attuale gestione della politica possa ingenerare ulteriori turbolenze in uno scenario già in difficoltà portando ad una alimentazione della spirale negativa.

Questi sono i sondaggi alla settimana scorsa…. ogni divergenza di scenario da queste considerazioni potrebbe far accelerare i movimenti dei mercati finanziari:

elezionispagna.png


Tra l’altro lo spread spagnolo si è allargato leggermente di più di quello italiano a conferma del fatto che ora si monitora anche quella situazione politica.

Molti analisti valutano questo passaggio come l’inizio della fine dell’unione europea e l’inizio della disgregazione dell’area. Naturalmente ci sono delle percentuali su questo scenario ma sono attualmente sotto il 25% a mio parere.

Per noi invece questa situazione è la fine dell’Europa così come l’abbiamo vista fino ad oggi. è evidente che c’è uno scollamento tra la politica (il 75% del parlamento era a favore del Bremain) e le popolazioni derivanti da 8 anni di smantellamento del welfare senza reale capacità di proporre un alternativa.

Le tensioni sociali interne si sposano con flussi migratori non preventivati che impauriscono le popolazioni spingendole su posizioni di chiusura e paura.

Sebbene quindi la Brexit sia uno shock ritengo che chi gestisce l’area euro pensi che questo shock sia gestibile e salutare su due versanti. Il primo versante è che questo shock e questa crisi finanziaria dovrebbe far temere gli altri paesi di un eventuale domino che indebolirebbe complessivamente ogni singolo paese e non renderebbe più forte nessuno (naturalmente non è detto che questo accada ma certamente suscitarne il timore potrebbe essere efficace). Il secondo versante e che il voto potrebbe essere utilizzato strumentalmente per indebolire la linea principale delle politiche economiche della UE basate sul rigorismo e sul controllo dei conti piuttosto che sulla crescita e sulla spesa pubblica.

Tra l’altro le difficoltà della politica inglese di riprendersi dallo shock delle elezioni potrebbe portare a delle situazioni imprevedibili come è stato nel recente passato con la Grecia ma anche con l’Italia.

Sono tutte tematiche di medio e lungo periodo. Sul breve si avrà volatilità perché è evidente che con un Europa più debole si vedrà un vantaggio dell’economia americana e di quelle emergenti che usufruiscono di flussi di capitali prima imprevisti e magari quindi con meno necessità di proteggere le proprie economie dall’eventuale confronto con le altre realtà monetarie.

Tutti gli indici europei sono nei pressi dei minimi di febbraio e quindi su supporti importanti così come il mercato USA. da questi livelli o poco sotto (indice USA S&P500 intorno ai 2020) sebbene l’indice banche europee sia sceso sotto i supporti.

Questi sono livelli chiave per ipotizzare un rimbalzo oppure per uno scenario estivo discretamente negativo chiudendo di fatto l’ipotesi reflazionistica che comunque visto le probabili iniziative monetarie s sostegno dello scenario potrebbero esplicarsi in una discreta forza relativa dei metalli preziosi e se le politiche espansive fossero messe in atto da alcuni emergenti anche per le altre materie prime.
 

Users who are viewing this thread

Alto