Un mese difficile
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5 giugno 2016 da
TrendMercati
In un mese dove si accatastano scadenze, aspettative e dati fondamentali per il futuro dei mercati cercheremo di avere un occhio più vigile per cogliere i potenziali cambiamenti dei trend in atto.
Si parte quindi dalla fine e cioè dalla seduta di venerdì che ha regalato una grossa volatilità sui mercati subito dopo i dati sul numero dei nuovi occupati statunitensi.
Infatti la sorpresa dei dati dei nuovi occupati USA è stata molto forte. Con aspettative di un dato intorno ai 150 mila nuovi occupati l’economia USA ne ha prodotti solo 38 mila con revisione al ribasso sia per marzo che per aprile per un ulteriore calo di 59.000 occupati.
Nel dato occorre includere anche lo sciopero dei lavoratori di Verizon che pesano per circa 35.000 unità sul dato ma questo non toglie la sorpresa negativa del dato anche perché il dato mostro un calo il molti settori considerati relativamente resistenti in questa fase.
Giustificata quindi la reazione del mercato?
Solo se teniamo in considerazione la situazione tecnica del mercato.
Infatti sappiamo tutti che il dato degli occupati è un dato ritardatario per natura e nonostante anche l’occupazione, grazie al livello di deregolamentazione raggiunta, tende a diventare just in time è ancora un dato che necessita di qualche mese per esprimersi.
A nostro avviso il dato esprime bene il periodo di inizio anno quando la correzione dei mercati ha fatto pensare più di un operatore ad un nuova crisi finanziaria e le imprese hanno cominciato ad aggiustare anche l’occupazione sul nuovo scenario.
In ogni caso poiché i mercati erano arrivati con i trend estremamente tirati un dato negativo e contro le aspettative ha causato una serie di importanti sviluppi.
I mercati azionari più deboli hanno corretto in maniera significativa mentre in quelli più forti è tornata quella forsennata rotazione che gli consente di limitare le perdite.
Il dollaro ha subito ingenti perdite stimolate dalle aspettative di rialzo di tassi che nei momenti più bui della seduta si sono spostate fino a dicembre 2016.
Da notare che il dollaro si muove a piccoli passi quando tende a rafforzarsi ma a grandi passi quando deve indebolirsi segno che le mani forti sono dalla parte dell’indebolimento.
Contemporaneamente i mercati delle obbligazioni governative sono di nuovo scese in picchiata in termini di rendimento e rinforzati in termini di prezzo negando ancora una volta le spinte rialziste dai più attese. Un movimento che al momento però non ha dato chiare indicazioni ma ha solo corretto all’interno del trading range i movimenti di molti mercati e settori.
La conferma che attraversiamo un mese carico di tensioni con spinte da tutte le direzioni a confermare o negare i trend in essere.
Come abbiamo detto nel nostro TrendMercati rimaniamo in trend fino a prova contraria ed abbiamo indicato diversi indicatori intermarket che ci diranno se il mercato è in grado di leggere questo passaggio del mercato.
Tra l’altro il cambio cinese si è allontanato da un pericoloso livello di guardia e sembra darsi il testimone con le materie prime in rotazione di forza.
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Però c’è da dire che gli indicatori di breve, come avevamo indicato anche nei commento con gli utenti del forum di Investire Oggi, mostrano un possibile top quantomeno di breve e questo con tutto il rischio di nuove tensioni legate all’insieme delle news che ci aspettano.
Infatti oltre al fatto di un doppio massimo sul grafico a brevissimo che ha portato poi alla correzione di venerdì abbiamo notevoli divergenze su diversi indicatori tra cui importanti abbiamo il rapporto put call ratio, il nyse high-low ecc.
Come abbiamo spiegato sul forum queste divergenze potrebbero essere assorbite come fatto anche nel recente passato con una debolezza sui mercati più deboli e la relativa stabilità dei mercati più forti ma occorre estrema prudenza sui livelli chiave per non incorrere in rischi di violenti reverse da gestire.
Abbiamo, come detto la FED che si ritroverà ancora una volta costretta a ritardare il possibile rialzo ma è dal 2014 che questo carosello si ripete ed a mio avviso il mercato crede poco in questa fase di rialzi. In ogni caso attualmente il mercato prezza il rialzo per fine anno e quindi gli interventi vocali dei governativi a partire da quello della Yellen lunedi dovrebbero essere abbastanza falchi da convincere il mercato che il rialzo ci sarà comunque sennò andare a rialzare con aspettative del mercato sotto alla maggioranza potrebbe diventare pericoloso.
Abbiamo poi la situazione politica europea assolutamente fuori controllo.
E’ evidente che le tensioni sociali derivanti dal continuo calo del welfare sociale dei paesi europei ha raggiunto il suo culmine in uno dei paesi dove questo stato sociale ha ancora una funzione unificante e dove funziona e cioè la Francia.
I sindacati si sono trovati ad inseguire le manifestazioni e forse proprio a causa della debolezza sindacale e la forte componente statale in molte delle aziende francesi ha fatto deflagrare il problema.
Parliamo di una riforma del lavoro che dice le stesse cose di molte delle riforme attuate il diversi paesi europei e passate tranquillamente con poche voci di protesta a sollevarsi vuoi per il forte controllo sindacale di quei paesi, vuoi per un welfare sicuramente meno funzionale in altri.
In questo contesto ci avviciniamo al referendum inglese sulla uscita dall’Europa che segna un importante spartiacque per l’Europa con un calo degli indecisi ed un aumento dell’opzione Brexit. Sappiamo che solitamente i sondaggi si svolgono in questo modo con un recupero robusto nelle ultime settimane dell’opzione considerata inizialmente perdente ma con un nuovo recupero sul finale dell’opzione vincente che viene decretata la vincitrice ma sappiamo anche che le ultime votazioni in Europa sono state talmente in equilibrio che certo basta un errore politico per cambiare davvero la situazione. Tra l’altro l’effetto trascinamento attuale della campagna della Brexit viene basato tutto sul pericolo degli immigrati e questo si cementa con un sentimento che sta pervadendo tutta l’Europa e rischia di far deragliare ancora di più della moneta unica l’area euro se la gestione di questo problema non creerà la struttura necessaria alla sua gestione. Attualmente la scelta di delega alla Turchia non sembra davvero funzionare ed anzi ha accentuato il fenomeno.
In ogni caso mentre gli scommettitori continuano a dare nettamente vincitore la Brexin i sondaggi mostrano un forte trend di recupero della Brexit e già con il Leicester, vincitore della premier league abbiamo visto che gli scommettitori possono sbagliare.
Ma anche gli ultimi sondaggi delle elezioni spagnole danno di nuovo uno scenario di potenziale stallo che andrà valutato nelle prossime settimane. Vero è che il belgio è rimasto due anni senza governo ed il paese ha funzionato lo stesso ma le condizioni attuali della Spagna rischiano di accentuare i timori di una calo di governabilità complessiva dell’area e la necessità di un governo centrale europeo (anche perché molte delle funzioni sono già state delegate anche se si fa finta che non sia vero).
Insomma un mese difficile in una stagionalità difficile ma con rischi tutto sommato già in parte prezzati per cui salvo sforamenti di scenario significativi potremmo avere dei tremori ma non ancora delle crisi.
Quelle le determineranno non tanto le singole tensioni domestiche tra gli attori più importanti dei mercati (Usa, Unione Europea, Cina) quanto dalle divergenze delle visioni future degli attori, che siano divergenze politiche, economiche o ancora peggio militari.
Conclusioni
Confermiamo quanto detto la settimana scorsa e cioè che il mercato è tirato, il mese di giugno sarà un mese ballerino ma siamo arrivati fin qui dai minimi di gennaio/febbraio e quindi dobbiamo prima verificare se il mercato sarà il grado di correggere consistentemente o farà solo un consolidamento alto.
In caso di correzione decisa si potrebbe pensare anche ad uscire totalmente dal rally reflazionistico ma attualmente le materie prime fanno da sostegno nonostante una parte del rally sia data dalla debolezza del dollaro.