Obbligazioni valute high yield TURCHIA bond in usd e lira turca

In questi giorni la KFW ha callato alcune sue obbligazioni in scadenza a luglio, tra le altre, una che avevo anch'io in scadenza per il 2015, DE00A0AZBD7.
Questo per informazione.
 
Report interessante. Grazie per averlo postato.
L'aspetto che meno mi piace e' l'impennata del rapporto deficit pubblico/PIL , dall'1,8% del 2008 al 6% previsto per il 2009. La Turchia se lo puo' permettere per un paio d'anni, dal momento che il rapporto debito pubblico/PIL era appena il 43% nel 2008 , ma se dovesse diventare un trend di piu' lungo periodo la cosa sarebbe preoccupante.
 
Diciottomiliardididollari

Banca centrale, 18mld $ "fantasma"

Non e' rintracciabile l'origine di oltre 18 miliardi di dollari Usa entrati nelle casse della Banca Centrale di Turchia negli ultimi otto mesi. Lo ha riferito oggi il quotidiano Vatan, citando fonti della Banca stessa. Il flusso di denaro del quale non si conosce la provenienza viene inserito dalla Banca Centrale alla voce ''errori di rete ed omissioni'', ed e' attualmente equivalente ad un quarto dell' export della Turchia, ha riferito Vatan. Sono state fatte numerose ipotesi relative alla provenienza di questo denaro: transazioni effettuate al confine turco con l'Iraq e la Siria, denaro rispedito in patria dalle compagnie operanti all'estero, ricavi ottenuti dalla vendita dell' oro oppure valuta straniera introdotta nel Paese durante il periodo di condono della tassazione sul denaro estero introdotto dal governo. Secondo Masum Turker, leader del Partito Democratico di Sinistra (Dsp), questa grande quantita' di denaro deriverebbe dal commercio di denaro al confine con Iraq, Siria e Iran. Gli Stati Uniti avrebbero, infatti, immesso denaro non registrato nel nord dell' Iraq, durante il periodo delle elezioni regionali. Gli esportatori turchi,vendendo i propri prodotti in questa regione, hanno riportato nel Paese queste somme di valuta estera acquisite. :rolleyes:
 
13 Agosto 2009,
Sud Africa: banca centrale taglia tassi dello 0,5%, una mossa inattesa

Mossa a sorpresa da parte della banca centrale sudafricana. L'istituto ha deciso un taglio ai tassi di riferimento pari a 50 basis point con il saggio che scende al 7%. Il mercato non si attendeva per oggi alcun intervento di politica monetaria. In un comunicato la South African Reserve Bank precisa che sebbene il rallentamento economico globale sia probabilmente arrivato a un punto di svolta, l'economia del Sud Africa mostra di essere rimasta indietro rispetto agli ultimi accadimenti internazionali. Secondo alcuni analisti questa dichiarazione va intepretata come un preavviso du ulteriori mosse di natura espansiva nelle prossime settimane per dare ulteriore spinta al paese sudafricano.
 
Turchia

Paesi emergenti: Turchia

Da LupoAlberto il 8 Settembre, 2009,

A giudicare dal grafico dell’andamento dell’indice DJ Turkey Titans 20 durante gli ultimi tre anni, si direbbe che il peggio sia ormai alle spalle, considerando il potente rally che si è sviluppato dopo i minimi di marzo 2009. Le attuali quotazioni sono superiori di circa il 120% rispetto ai minimi di novembre 2008 e solo il 15% al di sotto dei massimi storici segnati nel corso del 2007. Ovviamente, chi investe deve basare le scelte su considerazioni più approfondite rispetto a un rialzo già ben evidente dal grafico e quindi noto a tutti. Il mercato mondiale ha subito una fase particolarmente difficile nel quarto trimestre del 2008 e il primo trimestre del 2009; nel contempo, si può senz’altro affermare che la risposta governativa, da parte della maggior parte degli stati nel Mondo, sia stata molto aggressiva. Una delle conseguenze della politica monetaria espansiva e dell’ingresso di capitali pubblici nelle aziende e nelle banche ha indotto la crescente impressione che altri grandi “disastri” finanziari dopo Lehman Brothers non si verificheranno più, dando, in effetti, il via libera a tutti gli investitori istituzionali per incrementare il loro livello di rischio. Il ritorno della propensione al rischio creato da queste azioni governative è tra i motivi principali dell’evidente rialzo registrato in diversi mercati emergenti, con la Turchia tra i primi in classifica; ma guardando dietro la facciata dei rialzi degli indici azionari si presenta una realtà contrastante. Da un lato, la rinnovata propensione al rischio sta agevolando una certa flessibilità del Paese in termini di emissione di nuovi titoli di Stato; si stima che circa 5 miliardi di Dollari in titoli verranno emessi nella restante parte dell’anno, al fine di soddisfare le esigenze di cassa del governo. Questa situazione ha come sfondo il continuo abbassamento dei tassi d’interesse, che hanno raggiunto il 7,75% dopo l’ultima decisione della banca centrale del 18 agosto. Questo livello rappresenta un nuovo minimo storico per il Paese e costituisce il proseguimento di un percorso che ha visto l’abbassamento dei tassi per un 9% totale nel corso degli ultimi 10 mesi. A giudicare dalle dichiarazioni della banca centrale del Paese, i tagli continueranno nel breve termine, ma resteranno poi fermi per tutto il 2010. A livello strutturale, si può affermare che la Turchia sia poco cambiata in questi ultimi mesi; la situazione fiscale del governo continua a peggiorare a causa dei vari incentivi che si stanno applicando all’economia e l’ultima stima del Ministro dell’Industria del Paese, Nihat Ergun, ha evidenziato un deficit fiscale pari a 40 miliardi di Dollari per il 2009, ben sei volte superiore a quanto previsto nel budget iniziale. L’altra difficoltà irrisolta è quella del deficit delle partite correnti, un fenomeno ridimensionatosi a causa della crisi, visto che i consumi sono diminuiti e i prezzi delle materie prime importate si sono abbassati, ma sempre di entità notevole a 30,5 miliardi di Dollari per i 12 mesi fino al 31 marzo 2009. Il tasso di disoccupazione è salito al 13,6% nel mese di giugno, mentre l’economia in generale, secondo il FMI, dovrebbe subire una contrazione del 5,1% al termine del 2009 dopo un primo trimestre in cui ha segnato un calo del 13,8%, su base annua, segnando il maggiore crollo dell’attività economica del Paese da quando iniziano i dati statistici comparabili (1987). Questo scenario, accompagnato da una borsa in rialzo e in presenza di fondamentali meno convincenti, potrebbe far sorgere il dubbio che sia solo il momentaneo ritorno della propensione al rischio a sostenere la Turchia. Prima o poi, se i problemi strutturali rimanessero irrisolti, il Paese dovrà ricorrere a un altro accordo con il FMI, accettando la medicina amara che lo accompagna. Nel contempo, si può sostenere che una moderata ripresa dell’attività economica a livello mondiale possa portare notevoli benefici all’economia turca, dato che i costi della sua industria risultano nettamente inferiori rispetto alle imprese equivalenti in occidente. A tal proposito, si può portare l’esempio della società Eregli Demir ve Celik Fabrikalari T.A.S, che rappresenta il produttore di acciaio più importante del Paese (presente nell’indice con il 6,3% circa del totale), il suo posizionamento di mercato è ottimale e potrebbe riprendere a dare delle soddisfazioni. Dopo la perdita registrata nel primo semestre del 2009, le prospettive per il settore dell’acciaio in generale appaiono in netto miglioramento e queste indicazioni sulla ripresa industriale non potranno che apportare dei benefici a società di questo tipo e, più in generale, al tessuto produttivo del Paese.
 
oggi vedo che la mia Turchia 2025 in dollari sta facendo dei bei movimenti.
Anche il cambio sembra ben intonato.
ci sono notizie macro provenienti dalla Turchia?
 
Ciao Iuessei
Ho trovato solo questa:


La Turchia potrebbe non avere bisogno di un prestito dal Fmi - 08/09/2009
A dichiararlo è stato il governatore della banca centrale Durmus Yilmaz...
La Turchia potrebbe non avere più bisogno dei nuovi capitali del Fondo monetario internazionale. A dichiararlo è stato il governatore della banca centrale Durmus Yilmaz, che ha spiegato come attraverso la «disciplina fiscale» il Paese potrebbe essere in grado di cavarsela da solo. L’intervento del Fmi si è reso meno essenziale dopo il miglioramento dei conti pubblici turchi, con in particolare il deficit corrente che è diminuito sensibilmente, ha spiegato Yilmaz in un’intervista rilasciata a Londra. Si tratta di una buona notizia per il governo di Istanbul, che per oltre un anno ha portato avanti i negoziati con l’istituto internazionale per ottenere un prestito d’emergenza compreso tra 20 e 40 miliardi di dollari, necessario per superare la fase di crisi. Non si tratta, tuttavia, di lavoro perso. Il Fmi, infatti, ha sempre subordinato la concessione dei capitali ad un importante contenimento della spesa pubblica e ad una stabilità nel bilancio statale turco. Uno sforzo che Ankara ha dunque effettuato, e che ha spinto i principali indici borsistici del Paese ad un rialzo del 68% nel corso del 2009. «Alle volte uno stimolo esterno a far bene è necessario», ha commentato Yilmaz.
La questione relativa al prestito del Fondo monetario internazionale sarà comunque risolta probabilmente al meeting annuale di Istanbul, previsto per la prima metà di ottobre, secondo quanto riferito dallo stesso primo ministro Recep Erdogan.
 
Ciao Iuessei
Ho trovato solo questa:


La Turchia potrebbe non avere bisogno di un prestito dal Fmi - 08/09/2009
A dichiararlo è stato il governatore della banca centrale Durmus Yilmaz...
La Turchia potrebbe non avere più bisogno dei nuovi capitali del Fondo monetario internazionale. A dichiararlo è stato il governatore della banca centrale Durmus Yilmaz, che ha spiegato come attraverso la «disciplina fiscale» il Paese potrebbe essere in grado di cavarsela da solo. L’intervento del Fmi si è reso meno essenziale dopo il miglioramento dei conti pubblici turchi, con in particolare il deficit corrente che è diminuito sensibilmente, ha spiegato Yilmaz in un’intervista rilasciata a Londra. Si tratta di una buona notizia per il governo di Istanbul, che per oltre un anno ha portato avanti i negoziati con l’istituto internazionale per ottenere un prestito d’emergenza compreso tra 20 e 40 miliardi di dollari, necessario per superare la fase di crisi. Non si tratta, tuttavia, di lavoro perso. Il Fmi, infatti, ha sempre subordinato la concessione dei capitali ad un importante contenimento della spesa pubblica e ad una stabilità nel bilancio statale turco. Uno sforzo che Ankara ha dunque effettuato, e che ha spinto i principali indici borsistici del Paese ad un rialzo del 68% nel corso del 2009. «Alle volte uno stimolo esterno a far bene è necessario», ha commentato Yilmaz.
La questione relativa al prestito del Fondo monetario internazionale sarà comunque risolta probabilmente al meeting annuale di Istanbul, previsto per la prima metà di ottobre, secondo quanto riferito dallo stesso primo ministro Recep Erdogan.

potrebbe essere questa news a spingere le emissioni.
grazie della segnalazione. :up:
 
28 Sep 2009 Report mensile di Raiffeisen Capital management:

La banca centrale turca ha tagliato ulteriormente i tassi di 50 punti base, fino a 7.75%, una mossa ampiamente attesa dagli operatori di mercato. Ciò significa che nell’arco di nove mesi, la banca centrale ha tagliato i tassi di ben 900 punti base. Questa decisione è derivate dal declino dell’inflazione (5.4% p.a. rispetto ad oltre il 10% dell’inizio del 2009) e dal forte rallentamento dell’attività economica turca (-13.8% p.a. crescita del PIL nel primo trimestre 2009, con una produzione industriale in diminuzione del -9.7% nel confronto annuale). Il livello degli yields dei titoli di stato turchi è diminuito fortemente in agosto e, parallelamente a ciò, la lira si è deprezzata rispetto all’Euro. Le negoziazioni tra la Turchia e il FMI sul prestito di supporto continuano a trascinarsi. Sembra che il governo turco stia tuttora provando a far fronte alla crisi senza l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale. Un accordo sarebbe però positivamente recepito dal mercato. Il taglio dei tassi d’interesse da parte della banca centrale ha fornito un forte stimolo al mercato azionario turco e ai numerosi titoli finanziari che ne fanno parte. Le banche turche stanno approfittando fortemente dale attuali condizioni dei tassi e sono state in grado di aumentare i propri profitti del 34% in media rispetto all’anno scorso. Nel frattempo, il mercato azionario sta ponderando il potenziale per ulteriori tagli dei tassi d’interesse. Infatti, ulteriori tagli sarebbero possibili alla luce delle attuali condizioni economiche.


 

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