Io si.
Ho preso questa decisione per i seguenti motivi:
- temo un crollo dell'euro (se questo non avvenisse, meglio così).
- l'Italia è sotto attacco speculativo, cercavo un porto più sicuro.
- voglio diversificare, ma non so come comportarmi con i corporate.
Voglio dire ... i corporate non piacciono neppure a me, ma che possibilità ha un "piccolo/medio risparmiatore" per diversificare? Certo ci sono i famigerati bundes, ma comprarli ora hanno un rendimento davvero basso.
Tanto vale mettre i soldi nella cassetta di sicurezza.
La speculazione ha bisogno di pretesti per andare a battere
e l'Italia di pretesti ne ha forniti molti negli ultimi mesi.
E ti posso capire se in questo contesto tu avverta come troppo rischioso
farcirti di tds italiani.
A proposito della diversificazione:
Proprio oggi, sistemando i link al post n°1000 mi sono riletto un post
in cui si parlava della soggettività della percezione del rischio.
Quello che per te, in una scala soggettiva del rischio da 1 a 10,
può valere 3 per me può valere 5.
Italia e Spagna in questo periodo, pur con motivazioni diverse,
sono percepite parimenti rischiose.
Epperò da un punto di vista politico qui da noi la situazione stagna,
anzi ammuffisce,
con il decreto sulle intercettazioni che pare essere la priorità,
ma poi ci sarà la priorità del processo breve,
e poi ci sarà la priorità del processo lungo,
e poi la priorità del processo nè breve e nè lungo,
mentre in Spagna si andrà a votare a novembre
perchè si è preso atto che per affrontare la crisi
ci vuole qualcosa in più di quanto il governo attualmente in carica possa offrire,
se non altro dal punto di vista della credibilità.
Tutto questo per dire che, volendo stare nella stessa categoria del rischio Italia,
la Spagna potrebbe essere una alternativa,
offre rendimenti un pochino più bassi dei nostri tds
con un rischio inferiore.
Ovvio che questo, come quelli che seguiranno,
non sono consigli per gli acquisti ma semplici opinabili opinioni.
E spunti di discussione.
Poi c'è la Polonia, e parliamo sempre di obbligazioni in euro,
un paese sulla soglia dell'euro ma con i piedi ancora fuori,
che in questo periodo pare essere un bene,
con buone prospettive di crescita per quest'anno,
buone compatibilmente alla situazione,
con una popolazione, ed un mercato interno quindi,
sufficentemente grande e ricettivo in quanto non ancora al livello
dei paesi della zona euro.
E in un periodo in cui non si può contare troppo sulle esportazioni,
stante la crisi dei paesi industrializzati che sono i principali destinatari delle esportazioni,
avere un mercato interno ricettivo e popoloso non mi pare cosa da poco.
E poi c'è la Turchia, e parliamo sempre di obbligazioni in euro,
che ha una situazione analoga a quella descritta per la Polonia,
con alcuni distinguo relativi al fatto che loro sono un po più dipendenti dall'export
ma sono tanti ed il mercato interno assorbe.
C'è da capire geopoliticamente come si vogliono collocare,
con le ultime posizioni prese dal governo in materia di politica estera.
E poi, sempre parlando di obbligazioni in euro,
ci sono i paesi che hanno già cominciato a risanare la loro economia,
e mi riferisco alla Lituania e alla Estonia,
gente seria, che all'indomani del crack Leheman (che li aveva colpiti duramente)
si sono rimboccati le maniche,
hanno fatto tagli e sacrifici senza cercare la scorciatoia del ricorso compulsivo al debito,
debito che ora rischia di compromettere lo sviluppo per i prossimi anni.