lo hanno spazzolato via
sono arrivato tardi stamattina, non so se il denaro era ormai ridotto rispetto ai 4 milioni iniziali, ma ho visto passare un ordine unico da 980.000 a 92,80
vista la size del bid qualcuno ne ha approfittatto per alleggerire ( e qualcuno per comprare !!!)
Molto interessante...
Negus tempo addietro ti chiesi cosa ne pensavi delle prossime due callabili Unicredit, alla luce di quanto affermato dai lead managers in sede di collocamento della recente emissione lt2 per istituzionali, hai qualche report/analisi degna di rilievo ?
In generale mi sembra che le banche sistemiche (tra cui Ing, Bnp e la nostra Uc) siano maggiormente attente a soddisfare sin da ora i requisiti di Basilea3 e pertanto siano più propense a richiamare strumenti (come le lt2 step-up con call in alcuni casi prima del 1.1.2013) non più eligibili nel capitale tier2 o eligibili parzialmente con ammortamento annuale (lt2 step up con call dal 1.1.2013).
Ci sono poi banche - anche non sistemiche - che recentemente hanno preferito strade più convenienti e sbrigative .
Ciao Londoner, scusa il ritardo con cui ti rispondo.
Personalmente credo che le possibilità di call siano tuttora molto alte, anche se la mossa di Intesa ha reso l'esito un po' meno scontato. Diciamo che prima le davo al 99%, ora "solo" al 90%.
La tua domanda, però, mi offre l'occasione per affrontare il problema da un punto di vista più generale.
Ultimamente ci siamo tutti impegnati, e giustamente, per capire quale impatto possano avere le novità regolamentari in cantiere sulle emissioni subordinate esistenti.
La mia impressione, però, è che affrontare il tema da un punto di vista esclusivamente tecnico-formale rischi di farci perdere di vista il vero obiettivo che queste importanti riforme si prefiggono.
La crisi che abbiamo attraversato ha dimostrato inequivocabilmente come la vecchia struttura dei requisiti di capitale abbia sostanzialmente fallito il suo vero obiettivo, che avrebbe dovuto essere quello di fornire gradualmente, risalendo la scala dei vari livelli di subordinazione, dei cuscinetti in grado di assorbire eventuali perdite per consentire la sopravvivenza delle istituzioni finanziarie senza dover fare ricorso al denaro pubblico (a spese dei contribuenti).
Tutto l'impianto di Basilea 3 è stato concepito principalmente per aumentare la quantità e migliorare la qualità (da questo punto di vista) della struttura del capitale delle banche, per evitare che in futuro crisi come quella che abbiamo attraversato si ripercuotano drammaticamente sui bilanci degli stati (come in molti paesi è successo).
Se da un lato, quindi, non c'è dubbio che negli intenti dei regolatori gli strumenti di capitale ibrido e subordinato debbano avere caratteristiche molto diverse da quelli esistenti, che alla prova dei fatti si sono dimostrati ben poco efficaci, dall'altro è altrettanto ovvio che c'è una forte spinta affinchè le banche si dotino di una maggiore quantità di capitale tout court, in particolare di quello di migliore qualità, ossia le azioni ordinarie e gli utili messi a riserva.
Onestamente non sempre le decisioni provvisoriamente adottate sembrano rispondere in modo coerente ad entrambi questi due obiettivi, tant'è che spesso sull'implementazione materiale delle regole, e soprattutto sul regime transitorio da applicare ai vecchi strumenti, abbiamo letto opinioni contrastanti da parte dei diversi commentatori (che quasi tutti premettevano: se abbiamo capito bene ), un po' come è successo su queste pagine (ma spesso ad un livello ben inferiore ).
Ad esempio io non ho mai creduto veramente all'ipotesi che i vecchi tier 1 potessero diventare nuovi tier 2 Basel-compliant, per il semplice motivo che questa confusione di/tra strumenti diversi avrebbe finito per aumentare la confusione (e l'incertezza) così disincentivando numerosi potenziali investitori.
Allo stesso modo non ho mai capito l'insistenza nel voler considerare le step-up non compliant (così incentivandone l'acquisto): il paradosso è che oggi sono più ricercate emissioni con cedole più basse (spesso nella zona euribor + 1,50% post call, e quindi meno costose per l'emittente) rispetto ad altre che magari hanno cedola del 6% che rimane invariata.
Non parliamo poi della distinzione fra emissioni retail e per istituzionali (a cui non ho mai creduto). Forse che i retail riescono ad assorbire meglio le perdite? Meno male che anche recentemente ci sono stati emittenti che hanno messo in discussione questa teoria.
Mi rendo conto che la carne al fuoco è tanta (e dovremmo tutti rifletterci sopra) ma devo stringere perchè la cena è quasi pronta (gnocchi di zucca col ragù ).
Concludendo:
a) stanno per entrare in vigore -?) nuove regole che richiederanno alle banche di rafforzarsi significativamente e di aumentare il capitale proprio (e questa è una buona notizia);
b) le banche dovranno quindi emettere nuovi strumenti, in sostituzione di quelli vecchi che non fungono più allo scopo (e anche questa mi sembra una buona notizia);
c) per poterlo fare sarà assolutamente necessario ricostruire un rapporto di fiducia con i potenziali investitori, mantenendo un buon track record in termini di reputazione, cosa che a mio parere Intesa non ha compreso bene (e non solo lei, basti pensare a Deutsche Bank, ma alla lunga la pagheranno cara).
Spero di averti risposto (anche se di fretta).
venduto quasi a malincuore un lotto di bbva 291 in sterle (in previsione di spese extra perpetue)
eseguito a 91,50
ciao cara. è stato bello. ma mi tengo le vostre sorelline