Crescono ancora le sofferenze bancarie, +28% annuo
Di Valentina Sorrenti
Ancora in aumento le sofferenze bancarie. Secondo i dati forniti dall'Abi nel rapporto mensile, il perdurare della crisi ha prodotto una maggiore rischiosità dei prestiti con un aumento delle sofferenze nette sugli impeghi totali dal 3,93% di agosto al 4,03% di settembre. Un anno fa, a settembre 2012, il dato era del 3,03%.
Le sofferenze nette (ossia al netto delle svalutazioni) sono risultate a settembre pari a 75,2 miliardi di euro dai 73,4 miliardi di agosto (+28,26% su base annua). Quelle lorde sono passate in un solo mese da 141,8 miliardi a 144,5 miliardi con un rapporto rispetto agli impieghi che ha raggiunto i massimi dal 1999 al 7,5% (5,9% l'anno precedente), valore che tocca il 13,2% per i piccoli operatori economici (11,1% un anno fa), il 12% per le imprese (9%) e il 6,2% per le famiglie (5,3%).
Per quanto riguarda gli impieghi delle banche italiane a famiglie e società non finanziarie, a ottobre il totale è diminuito del 3,51% annuo a 1.429 miliardi di euro. In particolare, i prestiti a breve termine (con durata fino a un anno) sono diminuiti del 5,05% a 367 miliardi, mentre i finanziamenti sulla parte lunga della curva sono calati del 2,96% a 1.062 miliardi.
Il tasso medio dei finanziamenti ipotecari concessi alle famiglie italiane si è attestato al 3,59%, in contrazione sia rispetto al 3,67% registrato a settembre sia rispetto al 3,8% dell'analogo periodo dello scorso anno. In ottobre l'Euribor, vale a dire il tasso di riferimento per i finanziamenti a tasso variabile, è aumentato allo 0,23% dallo 0,22% del mese prima, mentre l'Irs medio applicato è diminuito a 2,11% dal 2,21%.
In generale, a ottobre i tassi di interesse sui prestiti si sono attestati su livelli storicamente bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,83% (2 centesimi al di sopra del mese precedente). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è invece posizionato al 3,38% dal 3,56% di settembre.
Infine, la raccolta complessiva ha registrato lo scorso mese un incremento di 8,7 miliardi di euro rispetto al mese precedente mentre la variazione su base annua è stata del -0,1% (-1,1% a settembre). Si è irrobustita la crescita dei depositi bancari, aumentati di 5,5 miliardi di euro rispetto a settembre, con un incremento del 4,6% su base annua rispetto al +3,4% di settembre. Sempre in forte riduzione le obbligazioni, con un -9,7% annuo e un aumento su base mensile in valore assoluto di circa 3,2 miliardi.
A Piazza Affari il comparto bancario scambia in negativo di concerto al listino:
Bpm è la peggiore con un ribasso del 2,36% a 0,4392 euro insieme a
Ubi Banca (-2,3% a 4,924 euro). Deboli anche gli altri istituti:
Mediobanca -1,9%,
Intesa Sanpaolo -1,09%,
Mps -1%,
Unicredit -1,42%, Bper -1% e
Banco Popolare -0,51%. "La ripresa economica inizia a intravedersi in Europa ma l'Italia resta ancora fanalino di coda, soprattutto per quanto riguarda il sistema bancario", ha sostenuto Alberto Gallo, managing director di Rbs, in una intervista rilasciata a Class-Cnbc.
Le banche italiane si presenteranno deboli ai prossimi stress test perché hanno pochi profitti e sono molto esposte ai crediti in sofferenza. Il sistema è inoltre molto frammentato: ci sono due banche grandi e tutte le altre sono molto piccole e deboli.
Per l'esperto avrebbe giovato al settore la bad bank e il bail-in agli investitori privati come accaduto in Spagna e in Irlanda.
qualcuno mi aiuta a capire ....giovato a chi????
"
In questi due paesi la bad bank e il bail-in hanno creato molta più trasparenza e hanno ridotto il premio a rischio. Le azioni delle banche spagnole e irlandesi sono molto vicine a quelle americane e a quelle inglesi come multipli. Le banche italiane sono tra le più basse d'Europa nei loro multipli e rimangono deboli. Un approccio più trasparente potrebbe aiutarle nei prossimi mesi prima di arrivare agli stress test", ha concluso Gallo.