L'INTERVISTA: Alegi (Luiss), Tsipras e Podemos potrebbero salvare l'Europa
MILANO (MF-DJ)
Le proposte di doppio swap sul debito della Grecia sono sicuramente fattibili dal punto di vista tecnico e possono salvare la faccia sia ad Atene che ai suoi creditori. Probabilmente l'impasse sul debito verrà superata, ma ciò non toglie che il caso ellenico potrebbe far risvegliare in maniera brusca l'Europa dal suo sogno di unione politica. Anche perchè Merkel rischia di essere ricordata come colei che ha mandato in fumo l'integrità del Vecchio Continente con l'imposizione di un'austerità incosciente. Questa l'opinione di Gregory Alegi, docente di storia delle Americhe presso l'Universita' Luiss Guido Carli, nonchè storico e giornalista, espressa in un'intervista concessa a MF-DowJones.
DOMANDA: La proposta della Grecia di un doppio swap sul debito le sembra fattibile?
RISPOSTA: L'ammorbidimento dei toni da parte della Grecia non stupisce visto che da sempre le elezioni si vincono promettendo il massimo ma poi si governa facendo il possibile. Tsipras ha scelto economisti diversi da quelli dell'Esecutivo tedesco, ma di grande preparazione tecnica. Le proposte quindi non sono demagogiche ma sono tecnicamente fattibili. Se accettate, permetterebbero a entrambe le parti di salvare la faccia e cantare vittoria. La decisione è del tutto politica come avviene dall'inizio di questa crisi.
D: Quali riscontri può avere una negoziazione di questo tipo a livello di dinamiche politiche con i partner europei e in special modo con la Germania?
R: Da diversi anni la Grecia mette a nudo la miopia di chi immagina un'Unione europea dove le sfere legale, economica e politica siano separate l'una dall'altra. Se Merkel avesse studiato storia, saprebbe che una questione analoga si pose fin dall'indipendenza americana. C'era chi aveva contribuito più e chi, avendo speso meno, aveva speculato di più... In breve la questione rischiava di uccidere gli Usa sul nascere. L'articolo 6 paragrafo 1* della Costituzione del 1787 testimonia come fu allontanato il rischio, riconoscendo i debiti precedenti come debiti dell'unione. Purtroppo per uno studente svogliato, anche 230 anni sono pochi per apprendere una lezione.
D: In pratica l'Europa dovrebbe abbandonare la linea dell'austerità...
R: A giudicare da come ripetono gli errori, i politici devono essere stati dei pessimi studenti di storia. Sembra che molti tecnocrati non abbiamo mai sentito parlare della crisi del '29 o del New Deal del '33. È una 'mindless austerity', un'austerità incosciente, come da definizione del presidente statunitense Barack Obama nel discorso sullo Stato dell'Unione.
D: Come si inserisce la Troika in queste dinamiche?
R: La Troika è un'entità politica non tecnica, creata in base a un mandato politico, per eseguire funzioni politiche. Pensare che operi per trovare una soluzione anzichè applicare una decisione è come immaginare un pubblico ministero che cerchi le prove dell'innocenza dell'imputato. La legge lo prevede ma la natura umana va in un'altra direzione. Se alla Troika arriveranno direttive politiche diverse, produrrà soluzioni tecniche diverse. Chiunque pensi che l'economia sia una scienza esatta anzichè una filosofia politica dovrebbe poi spiegarci perchè esistono liberisti e keynesiani oppure riconciliare le posizioni contrapposte di Milton Friedman, nobel per economia nel 1976 e Paul Krugman, nobel nel 2008.
D: Più in generale, come giudica l'operato del nuovo Governo Tsipras finora?
R: Il problema degli storici è che, come i medici, sono molto più bravi a fare autopsie che a formulare diagnosi. Scherzi a parte, è troppo presto per dare un giudizio. Quello che è chiaro è il rischio fortissimo che le tensioni interne all'Europa esplodano, danneggiando il sogno dell'Unione politica in modo forse irreparabile. Già in passato ci furono segni di insoddisfazione, basta pensare alla bocciatura dei trattati referendaria in Irlanda. Non è pensabile superare l'insoddisfazione in modo forzato e forzoso. Obbligare non vuol dire convincere. Tsipras facendo la voce grossa può far trovare un compromesso. Tutti questi trattati europei non prevedono mai l'uscita, ma la storia lo prevede. La gente si chiama fuori. La storia è piena di episodi dove la realtà ha superato i trattati. Forzare non può essere una strategia di lungo termine e con questo tipo di atteggiamento il cittadino non vede più positività. Se Tsipras e in prospettiva Podemos servissero a far prendere coscienza alla Germania della gravità della sfida e dell'insufficienza delle risposte, tra 50 anni gli storici potrebbero riconoscerli come salvatori dell'Europa. Per ora possiamo solo constatare che 20 anni fa l'Europa era un concetto positivo e oggi è negativo. Grazie Signora Merkel?
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analisi perfetta (a mio parere)
condivido ogni frase