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HEARD ON THE STREET: le banche europee tra incudine e martello Di Paul J. Davies
MILANO(MF-DJ)--Quando i mercati azionari e obbligazionari affrontano un sell-off in contemporanea, generalmente e' un segnale di problemi seri. Questo e' cio' di cui stanno soffrendo le banche europee. Le azioni delle societa' finanziarie europee hanno preso una sberla lunedi', per poi riceverne delle altre. Deutsche Bank, campione nazionale tedesco, ha perso il 9,5%, cioe' perdite da inizio anno che ammontano piu' meno al 40%, mentre la sua valutazione e' scesa a solo il 30% del valore contabile. Sotto il 5% sono andate anche banche quali Barclays, Bnp Paribas e Unicredit, con un andamento peggiore del complesso dei mercati europei. Perche' le cose vanno cosi' male per le banche europee? Il calo del 20% da inizio 2016 non puo' essere giustificato soltanto dai timori generali circa i mercati emergenti e i cattivi debiti collegati al crollo dei prezzi energetici. Questi fattori sono circolati per un certo periodo. In realta', le banche non hanno affrontato una crisi acuta come quella del 2008, ma bensi' qualcosa che per certi versi sembra anche peggiore: una crisi cronica di redditivita', che rende impossibile costruire una base di capitali perlomeno adeguata. E le Banche centrali potrebbero essere impotenti nel fermare questo processo, come ha chiaro la principale Autorita' di regolamentazione bancaria dell'Eurozona. Questo braccio della Bce ha affermato che il principale rischio sistemico finanziario nel 2016 e' proprio la redditivita', ma Mario Draghi, a riguardo, non puo' aiutare. Interrogato sulla stabilita' bancaria, il Presidente della Bce ha risposto che proteggere i profitti delle banche non e' il suo mestiere. Tassi d'interesse molto bassi danneggiano i profitti che le banche fanno sui prestiti, specie quando gli investitori ritengono che le politiche monetarie accomodanti sono destinate a persistere. Cosi', i tassi a lungo termine ai quali le banche prestano sono diventati poco piu' alti di quelli a breve termine con i quali prendono a prestito. Questo spread si e' ridotto negli ultimi mesi sia negli Stati Uniti che in Europa. I tassi di deposito negativi europei potrebbero poi avere un altro, perverso effetto: le banche potrebbero iniziare a chiedere di piu' per i prestiti, facendo il gioco contrario rispetto alla strategia della Banca centrale. I tassi negativi obbligano le banche a pagare per depositare i propri fondi presso la Bce, ma queste non vogliono scaricare questo costo sui depositari nel timore di cacciarli via. La Svizzera ha gia' alzato i costi dei mutui, mentre la scorsa settimana in Danimarca, dove gia' sono in vigore tassi negativi, Nykredit ha dichiarato che vorrebbe iniziare ad alzare i tassi sui mutui, in una mossa che secondo Morgan Stanley dara' il calcio d'inizio a un'ondata di riprezzamenti. Il risultato e' una politica monetaria ultra-espansiva che in realta' sta portando a un restringimento del credito: esattamente cio' di cui l'Europa non ha bisogno mentre sta combattendo per restaurare la crescita. Ancora peggio, se il recupero economico vacillasse, questo renderebbe poco gestibili i 1.000 mld euro di titoli in cattivi prestiti, causando presumibilmente nuove perdite. Si aggiunga a questo la ristrutturazione e il ridimensionamento in corso delle banche commerciali e d'investimento (specie in Germania e Italia, ma anche in Francia), un'altra ondata di costi che dovra' essere considerata. Molte banche dell'Eurozona hanno abbastanza capitale; anzi. Solo quello. Ma molte hanno anche bisogno di continuare ad aggiungere capitali attraverso guadagni per raggiungere gli alti target previsti per il 2019 e per migliorare la qualita' dei propri asset. Senza la luce verde di un recupero economico, le banche non arriveranno a questi target. Nel frattempo, se crollassero vicino al minimo capitale necessario, le Autorita' di regolamentazione fermeranno non solo i pagamenti dei dividendi, ma anche i coupon sui bond junior che valgono come capitale. Anche questo e' tra i motivi per cui il debito bancario sta crescendo. Il costo per assicurare i bond jr. bancari contro il rischio di fallimento e' raddoppiato quest'anno, mentre lo sesso costo per altri debiti ad alto rendimento e' cresciuto solamente del 50%. Le banche hanno due opzioni per sconfiggere questa serie di circostanze. Uno e' emettere prestiti piu' rischiosi che potrebbero pagare di piu', avendo pero' nello stesso tempo una piu' alta possibilita' di fallimento. L'altra e' lanciare un nuovo giro di aumenti di capitale. Agli investitori non piace nessuna delle due. mac [email protected] (END) Dow Jones Newswires February 09, 2016 05:16 ET (10:16 GMT)
Unicredit: Ghizzoni, generazione organica capitale resta molto forte
MILANO (MF-DJ)--"Siamo qui a commentare risultati raggiunti in un trimestre in cui il contesto generale e' stato ancora difficile, caratterizzato da crescenti rischi geopolitici, da un'alta volatilita' di mercato, che continua ancora", e da un complesso quadro macro.
Lo ha detto il Ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni, dando avvio alla conference call di presentazione dei conti 2015. "Abbiamo lavorato con grande impegno e intensita' per applicare il nostro piano", ha proseguito il top manager, sottolineando poi che "in un anno difficile Unicredit continua a caratterizzarsi per una generazione organica di capitale che resta molto forte".