Banca Marche: spunta l'emiro (MF)
MILANO (MF-DJ)--Negli ultimi mesi l'interesse degli investitori internazionali per le banche italiane è andato progressivamente crescendo. Lo dimostra la pioggia di liquidità arrivata in Piazza Affari proprio alla vigilia degli aumenti di capitale. Nel radar del mercato non ci sono però soltanto istituti quotati, ma anche società assenti dal listino come Banca Marche.
Il gruppo di Jesi, guidato dal d.g. Luciano Goffi e commissariato lo scorso anno dalla Banca d'Italia per gravi irregolarità, scrive MF, è oggi affidato alle cure dei commissari straordinari Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni. Per uscire dall'amministrazione straordinaria sarà necessario irrobustire il patrimonio con un aumento di capitale che si prevede intorno ai 400-500 milioni. Trovare queste munizioni non è facile, anche perché gli attuali azionisti di riferimento di Banca Marche (le fondazioni Cr Pesaro, Cr Macerata e Cr Jesi) non sono in grado di aderire pro quota all'operazione. Da tempo però sul territorio sono in corso contatti e trattative per condurre in porto l'operazione e assicurare all'istituto la stampella di uno o più cavalieri bianchi. I segnali incoraggianti non mancano. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nelle ultime settimane il dossier Banca Marche sarebbe finito nel radar di un fondo sovrano dell'area del Golfo Persico che sembrerebbe potenzialmente interessato all'investimento. Il veicolo potrebbe entrare nella partita, acquisendo una quota compresa tra il 5 e il 7%, e affiancandosi a un fondo di private equity statunitense. La parte del leone nel salvataggio dovrebbe però essere svolta da un'importante banca popolare del Nord che potrebbe lanciare un'offerta pubblica di scambio sulle azioni di Jesi.