un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo

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Auriti denuncia Bankitalia per truffa ai danni del popolo: [/ame]
 
Oggi vediamo di esagerare ; capire il perchè i soldi alla bce non vanno restituiti e nemmeno alle banche :..:..:
cosa significa che le banche hanno banconote-soldi all'1 % ? Semplicemente che dando loro 1 euro .. nome a caso bce , ne ricevono 100 [ ricordando i costi per emettere le banconote-debito ] questo perchè "loro banche" hanno l'avvallo dei soldi dei cittadini tramite tasse i quali cittadini sono in schiavitù col debito già al momento della stampa delle banconote senza contare il " poi " . Tutto nasce dalla relazione tra banche e stato , stato inteso come mondo politico che regolamenta con leggi a suo usufrutto e non con equità . Stato come lo intendo io è invece la somma decisionale del popolo che si autogestisce senza privilegi ai singoli ma per l'equità e l'integrità dell'intera struttura sociale facente parte . Il pagare oltre il 50 % , siamo dal 60 al 70 % di tasse sicuramente è avere le catene e queste catene vanno spezzate ... nemmeno se le banche sotto controllo amministrato dalla bce dessero a prestito soldi alla pari , senza nessun tornaconto personale , questi soldi andrebbero restituiti per il semplice fatto che le banconote stampate dalla bce sono banconote stampate sul niente senza nessun valore reale come potrebbero invece essere monete in rame o altro da 100 euro .
Domandina : chi è la bce per avvallarsi dal creare valore dal nulla ? Solo il divino Creatore può arrogarsi il diritto di tale miracolo ma non le banche o la bce che arbitrano sempre a loro favore la cosa . Mi si scuserà per aver mescolato sacro e profano , ma come far capire altrimenti ?
Vediamo in ultimo l'impegno del carattere firmatario nel caso di un contratto mutuo / acquisto casa . Anche qui , nonostante la firma del " preso impegno " il restituire le banconote create artificialmente decade , in quanto una delle due controparti perpetra una truffa nascosta alla base verso l'altro ignaro sottoscrittore ... alla luce di ciò nulla è dovuto alle banche truffaldine , forse così le banche inizieranno a valorizzare in modo differente le cose materiali .. d'altro canto la citazione " dai a cesare quel che è di cesare " non è a caso ... e le banconote effettivamente appartengono a cesare ....
Il reddito da cittadinanza nomenclato poco sopra in un video non è perpetrabile . Se tutti i 7 miliardi e 100 milioni di persone ricevessero reddito di cittadinanza chi produrrebbe il cibo per vivere ? Il reale valore delle cose bene , il resto lasciamolo da parte ...
Ci vuole così tanto a creare una semplicissima macchina elettrica con all'interno un produttore indipendente di energia tramite neodimio con cariche che durano fino a 300 anni ? Agree , quest'ultima non centrava nulla ...
Vi invito tutti a non fare più debiti per avere le cose che desiderate , lavorate , accantonate e poi comprate ciò che vi serve .. senza debiti si vive estremamente meglio , non siamo il 21 12 ma lo sapete che anticipo sempre un pò .. Festività Natalizie eccellenti ai tutti

ho percepito in alcune persone il pensiero dell' "esprimi sempre quello con ripetitività " ... non è così , il vivere liberi è incommensurabile , la natura del carattere firmatario non è meno importante per questo mondo fatto di leggi e leggine .... fosse per me tutto sarebbe di tutti , le chiavi delle auto a energia infinita sarebbero nel pannello con tutte le auto aperte e tutti potrebbero utilizzare qualsiasi auto all'occorrenza senza proprietà private che assecondino il servile meccanismo autoritario del " possesso " .... ....... chiaramente assolutamente inconcepibile per molti .
C'è un pò di tempo ulteriore per evolversi spiritualmente , non sprecatelo inutilmente :..:..: ::... un caloroso abbraccio

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=4jPu09RpLH0]8 Hz IL SUONO GUARITORE DEI DELFINI. - YouTube[/ame]

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=GNcSksHu258]2012 Ascension Harmonics - YouTube[/ame]

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=CeBw_atUkoo]Native American Indian Spirit of Meditation - YouTube[/ame]

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=4JD_ukcZ3GA]Gruppo Aura - Una rosa sulla neve - 1976 - YouTube[/ame]
 
Nota di Rischio Calcolato: mentre il governo dei tecnici, cerca in ogni modo di salvare l’attuale gruppo di politici che controlla Monte dei Paschi evitandogli un aumento di capitale, Dagospia ci racconta il magico mondo di Profumo (ex Mussari ora promosso pwer meriti sul campo, a presidente dell’ABI), leggete con calma fino alle ultime righe. Poi ciascuno si comporti come creda. (Mi raccomando eh? Tutto sul conto.)
DAGOREPORT: Vaffanbanka

L’ufficiale giudiziario avrebbe dovuto bussare alla sede centrale della ex Banca Antonveneta alle ore 9 di oggi, venerdì 21 dicembre 2012. Così, almeno, aveva disposto il giudice dell’esecuzione del tribunale di Padova, Grazia Santel. Ma per «imprevisti e gravi problemi personali» dell’ufficiale medesimo, Tatiana Giona, l’appuntamento è stato rimandato a giovedì 3 gennaio 2013. Stessa ora. Stesso luogo. E stesso obiettivo: far sborsare all’Antonveneta una ventina di milioni di euro e mettere finalmente fine a una storia talmente assurda da non sembrare neanche vera.

Immaginate di avere un paio di conti correnti. Immaginate che la vostra banca, per bilanciare il profondo rosso di uno, si mangi (e senza manco avvertirvi) l’attivo dell’altro. Cioè 20 milioni di euro. Poi, mentre ancora protestate, arriva un’altra banca che si compra la vostra banca, insieme al vostro ex conto e ai vostri ex soldi. Poi subentra un’altra banca ancora.

E i 20 milioni? Tenetevi forte: dopo 15 anni un tribunale vi dà finalmente ragione, così andate allo sportello per farveli restituire. Non vi danno un soldo. Perchè mai? Gli amministratori sono andati a piangere miseria davanti alla Cassazione: restituire una simile somma, dicono, potrebbe creare alle finanze dell’istituto un «danno grave e irreparabile», perché non è detto che siate in grado di restituirglieli, quei soldi, se i giudici alla fine dovessero dare torto a voi anziché a loro. Sono 20 milioni: mica noccioline. E magari volete pure gli interessi? Euro più, euro meno, farebbero altri 16 milioni…
Andrea Baldanza, magistrato di Corte dei Conti, in questa storia surreale si è ritrovato due anni fa, quando lo hanno nominato commissario di Federconsorzi. «Il fallimento di Federconsorzi è stato il più grande scandalo della storia nazionale, peggio del crac della banca romana» ebbe a tuonare l’allora ministro all’Agricoltura Giancarlo Galan conferendogli l’incarico. Di certo la scomparsa di quei soldi è uno scandalo nello scandalo; e così pure le protezioni di cui ha finora goduto chi se n’è appropriato, e persino il silenzio della Banca d’Italia che sull’intera vicenda non ha mai detto beh.

Un passo indietro. «Federconsorzi è il nome con cui è normalmente nota la Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, istituzione che nel suo secolo di vita passò da istituzione privata ad organo fondamentale della politica agricola statale, per tornare poi ad una struttura privatistica fino ad essere travolta nel 1991 da una crisi irreversibile» Così Wikipedia.

Federconsorzi, anima della politica contadina e democristiana del dopoguerra, oltre a gestire consorzi agricoli, soldi e voti per la Dc, faceva anche altro: si occupava della cosiddetta «gestione ammassi» per conto dello Stato. Come tale, operava con 34 conti correnti (intestati proprio all’ «agente contabile Federconsorzi ») presso la Banca nazionale dell’Agricoltura. Uno di quei conti era il numero 40661/K su cui, al 1° luglio 1996, c’era un attivo di 40 miliardi e 103 milioni di lire. Soldi pubblici. Spariti da un giorno all’altro, incamerati dalla Bna.
Bna è poi stata comprata nel 1999 da Antonveneta, a sua volta acquisita, nel 2007, dal Monte dei Paschi di Siena. Operazione molto discussa, prezzo (10,3 miliardi) spropositato, mormorii su tangenti rosse di ogni tipo, fino all’inchiesta giudiziaria aperta qualche mese fa in cui sarebbe finito, tra gli indagati, perfino il dalemiano Giuseppe Mussari, all’epoca dell’acquisizione presidente di Mps e oggi presidente dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana.
Di certo Mussari in questa storia di Federconsorzi non fa una gran bella figura. I 20 milioni incamerati da Bna passano infatti prima ad Antonveneta, poi alle casse di Mps. E lì rimangono saldamente. Più volte sollecitato, anche dai giudici, a restituire la somma (con gli interessi) al legittimo proprietario, l’uomo del Monte ha fatto sempre orecchie da mercante. Idem il suo successore, Alessandro Profumo.
D’accordo, il Monte Paschi di Siena non se la passa bene. E la sua condizione «è la più grave del panorama nazionale» bancario, come ha calcolato impietoso il Corriere della Sera: ha 1,9 miliardi di Tremonti-bond da restituire, un debito di 4,16 miliardi con lo Stato italiano (quasi tutti sotto forma di nuove obbligazioni), 29 miliardi di finanziamenti da ridare alla Bce, oltre a crediti deteriorati per 17 miliardi… Però una condanna è una condanna.
E condannato nel 2009 dalla Corte d’Appello di Roma a restituire i soldi, Mps si è opposto all’esecuzione della sentenza in tutti i modi. Prima dicendo che, toh, essendo cambiato in 15 anni il numero di conto di Federconsorzi, non era più possibile versarci i soldi. Poi sostenendo che l’esecuzione suddetta, ossia il versamento dovuto, potrebbe creare un «danno grave e irreparabile» alle sue casse.
Ma da quando per una banca, qualsiasi banca, tirar fuori 20 milioni di euro potrebbe rappresentare un danno «irreparabile»? Possibile che il Monte sia messo così male da non poter mettere mano alla saccoccia per una cifra che è tutto sommato modesta, rispetto ai 3,9 miliardi di euro che lo Stato si appresta ad elargire ai senesi coi soldi della nostra Imu?
Il 3 gennaio, in ogni caso, con l’arrivo dell’ufficiale giudiziario in Antonveneta questa storia finirà. O almeno si spera. Resta però qualche simpatico dubbio: perché qualsiasi banca, seguendo l’esempio di Montepaschi, potrebbe impossessarsi delle somme depositate dai correntisti e poi sostenere l’impossibilità di un rimborso perché ciò creerebbe «un danno grave e irreparabile» alle sue finanze. Bankitalia dovrebbe intervenire di corsa per tranquillizzare gli italiani. E invece, che dice? Nulla. Come non ha mai detto nulla in ben quindici anni.
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militare in friuli.compagna veneta,ma mi magno tortelli , cappelletti e ravioli

Me stan i turtel a ni magn........:(
vado nel bresciano a mangiare lo spiedo:D
Millleeeeee auguri Andre....:up:

ps, domani però cruditè e carbonara con spada e bottarga
ricorda che prima o poi ti tocca assaggiarle ste pietanze:-o
 
ciao grigio.sta alser,magner mia dimondi,se no quand te finii'at vin la bioca ados ad dorom in semaa' al la scrana.ciao iulius buon natale.grigione mi conosce,ci siamo visti da me .e ci siamo fatti un'ottima mangiata
 
militare in friuli.compagna veneta,ma mi magno tortelli , cappelletti e ravioli


Ciao Mototopo, intanto auguri a te e a tutti gli altri del 3d di buon natale, e poi ti chiederei se vuoi di togliermi una curiosità.....leggevo cosa magni ma la seconda voce che hai scritto identifica un area ben definita :), sarai mica romagnolo ?
 
Nessuno come l’Italia ci guadagnerebbe, lasciando l’euro

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Nessuno come l’Italia ci guadagnerebbe, lasciando l’euro



21/12 •
Un aglosassone fuori dal coro: mentre “Financial Times” e “Wall Street Journal” hanno fatto un endorsement per un Monti-Bis, Ambrose Evans-Pritchard la pensa all’opposto. E spiega perché dovremmo applicare una terapia opposta a quella, suicida, di Monti. In termini pro capite, l’Italia è una nazione più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9.000 miliardi) di ricchezza privata. Abbiamo il più grande avanzo primario di bilancio del blocco G7, mentre il nostro debito “combinato”, quello che si ottiene facendo la media tra debito pubblico ed esposizione privata, ammonta al 265% del Pil ed è quindi inferiore a quello di Francia, Olanda, Gran Bretagna,Usae Giappone. Per l’indice del Fmi, il punteggio dell’Italia è il migliore per “sostenibilità a lungo termine del debito” tra i principali paesi industrializzati. «Hanno un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario», dice Andrew Roberts di “Rbs”. «Se c’è un paese dell’Eurozona che potrebbe trarre beneficio dall’abbandonare l’euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l’Italia».
«I numeri parlano da soli», aggiunge Roberts. «Pensiamo che nel 2013, non si tratterà di sapere quali paesi saranno costretti a lasciare l’euro, ma chi sceglierà di andarsene». Uno studio basato sulla “teoria dei giochi” e condotto da Bank of America ha concluso che l’Italia, sganciandosi e ripristinando il controllo sovrano sulle sue leve politiche, guadagnerebbe più di altri membri dell’unione monetaria. La nostra posizione patrimoniale sull’estero è vicina all’equilibrio, in netto contrasto con Spagna e Portogallo, entrambi in deficit per oltre 90% del Pil. L’avanzo primario, aggiunge Evans-Pritchard in un intervento sul “Telegraph” ripreso dal blog “Informare per Resistere”, implica che l’Italia «può lasciare l’Eurozona in qualsiasi momento lo desideri, senza dover affrontare unacrisidi finanziamento». Un tasso di risparmio elevato, aggiunge il grande economista inglese, significa che qualsiasi shock del tasso di interesse dopo il ritorno alla lira rifluirebbe nell’economiaattraverso maggiori pagamenti a obbligazionisti italiani: spesso ci si dimentica che in Italia i tassi reali erano molto più bassi sotto la Banca d’Italia.
«Roma possiede una serie di carte vincenti», sostiene Evans-Pritchard. «Il grande ostacolo è il premier Mario Monti, installato a capo di una squadra di tecnocrati grazie al golpe del novembre del 2011 voluto dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dalla Banca Centrale Europea, tra gli applausi dei media e della classepoliticaeuropea». Monti «potrebbe essere uno dei grandi gentlemen d’Europa», ma sfortuna vuole che sia anche «un sommo sacerdote del progetto Ue» e, in Italia, «un promotore decisivo dell’adesione all’euro». Per cui: «Prima se ne va, prima l’Italia può fermare la diapositiva in depressione cronica». I “mercati” sono ovviamente inorriditi all’idea che si dimetta una volta approvata la legge di bilancio 2013, visto che i rendimenti sul debito italiano sono cresciuti. «L’armistizio è durato 13 mesi. Ora la guerra continua. Il mondo ci guarda con incredulità», scrive il “Corriere della Sera”.
Il rischio immediato per gli investitori obbligazionari sta nel Parlamento fratturato, sostiene Evans-Pritchard, con almeno il 25% dei seggi attributi a «forze euroscettiche», cioèBerlusconi, la Lega Nord e lo stesso Grillo, quotato attorno al 18% . «Siamo condannati, se non vi sarà chiara maggioranza in Parlamento», avverte il professor Giuseppe Ragusa dell’università Luiss Guido Carli di Roma. «Qualsiasi risultato del genere – ammette Evans-Pritchard – lascerebbe i mercati obbligazionari palesemente esposti, come lo erano nel luglio scorso, durante l’ultimo spasimo dellacrisidel debito inEuropa. Roma avrebbe ancora meno probabilità di richiedere un salvataggio e firmare un “Memorandum” rinunciando alla sovranità fiscale», che poi è la pre-condizione già prevista dal Fiscal Compact affinché entri in azione la Bce per tenere a bada i rendimenti dei titoli italiani.
Tutti quegli investitori che si sono esposti sul debito italiano (e quello spagnolo) dopo la promessa di Mario Draghi che la Bce avrebbe fatto tutto il possibile per salvare l’Eurozona ora potrebbero scoprire che Draghi non è in grado di tener fede alla sua promessa, perché ha le mani legate dallapolitica. I detentori dei titoli italiani sono preoccupati, «ma gli interessi dellademocraziaitaliana e quelli dei creditori stranieri non sono più allineati», dice Evans-Pritchard. «Le politiche deflazionistiche stile anni ’30 imposte da Berlino e Bruxelles hanno spinto il paese in un vortice greco». Confindustria ha detto che la nazione è ridotta in macerie, e gli ultimi dati confermano che la produzione industriale in Italia è in caduta libera, giù del 6,2% rispetto all’ottobre dell’anno prima. «Abbiamo visto, negli ultimi 12 mesi, un crollo completo del settore privato», conferma Dario Perkins, del Lombard Street Research. «La fiducia delle imprese è tornata ai livelli dei momenti più bui dellacrisifinanziaria. La fiducia dei consumatori è la più bassa di sempre.Berlusconiha ragione a dire che l’austerità è stata un completo disastro».
I consumi sono è scesi del 4,8% anche a causa della stretta fiscale. «Questi numeri non hanno precedenti: il rischio per il 2013 è che la caduta sarà ancora peggiore», avverte la Confcommercio. Le origini di questacrisi, per Evans-Pritchard, risalgono a metà degli anni ’90, quando il marco e la lira sono stati inchiodati per sempre ad un tasso di cambio fisso. L’Italia, che aveva la “scala mobile” salariale ed era abituata all’inflazione, ha così perduto progressivamante dal 30% al 40% di competitività del lavoro rispetto alla Germania. E il surplus commerciale storico con la Germania è diventato un grande deficit strutturale. «Il danno ormai è fatto: non è possibile riportare indietro le lancette dell’orologio. Eppure – insiste Evans-Pritchard – questo è esattamente ciò che le élite politiche dell’Ue stanno cercando di fare con l’austerità e la drastica “svalutazione interna”».
Una similepoliticapuò funzionare in una piccolaeconomiaaperta come quella irlandese, con alti ingranaggi commerciali, mentre in Italia «significa replicare l’esperienza della Gran Bretagna dopo che Winston Churchill fece tornare la sterlina all’ancoraggio all’oro, tornando così al tasso sopravvalutato del 1925». Come Keynes disse acidamente, i salari sono condannati a scendere. Difatti, gli inglesi pagarono con gli stenti i cinque anni successivi. «L’effetto principale di questapoliticaè quello di portare alle stelle il tasso di disoccupazione», che per i giovani italiani ha superato il 36% e va aumentando ancora. «Il commissario Monti, con la stretta fiscale, si è mangiato quest’anno il 3,2% del Pil, tre volte la dose terapeutica». Eppure, non c’era alcuna ragione economica per farlo: «L’Italia ha avuto un budget vicino al saldo primario nel corso degli ultimi sei anni. È stata, sottoBerlusconi, un raro esempio di rettitudine».
L’avanzo primario raggiungerà quest’anno il 3,6% del Pil, per poi passare addirittura al 4,9% l’anno prossimo. «Non si potrebbe essere più virtuosi, eppure il dolore è stato più dannoso che inutile». L’inasprimento fiscale, aggiunge Evans-Pritchard, ha spinto in zona-pericolo il debito pubblico italiano, che era in equilibrio stabile. Il Fmi conferma: il nostro debito sta crescendo molto più velocemente di prima, saltando dal 120% dello scorso anno al 126% di quest’anno per salire al 128% nel 2013. E l’economia? Ha subito una contrazione per cinque trimestri consecutivi: secondo Citigroup, l’economiaitaliana non si riprenderà fino al 2017. «Sarebbe straordinario se gli elettori italiani tollerassero questa débacle per lungo tempo», dice Evans-Pritcahrd, anche se Bersani – come pare probabile – vincerà le elezioni con un centrosinistra pro-euro.
Gli ultimi sondaggi rivelano che ormai solo il 30% della popolazione pensa ancora che l’euro sia “una cosa buona”. «Il coro in favore dell’uscita dell’Eurozona è stato silenziato dopo la promessa di salvezza di Draghi». E ora, cinque mesi dopo, «è chiaro che lacrisiè più profonda è ancora purulenta».Berlusconi«gioca maliziosamente con il tema»: un giorno accenna alla sua “pazza idea” di autorizzare Bankitalia a stampare euro con aria di sfida, aggiungendo che «non è una bestemmia dire di lasciare l’euro». Poi, gli affondi più recenti: l’Italia «sull’orlo del baratro», la «spirale senza fine» della recessione. In un anno, un vero e proprio crollo: milioni di disoccupati, debito alle stelle, imprese che chiudono, industrie ko come quella dell’auto. «Non possiamo continuare ad andare avanti in questo modo», dice il bellicosoBerlusconielettorale, prima dell’ennesimo folle dietrofront pro-Monti. Impossibile continuare così? «Infatti: non si può», conferma Evans-Pritchard. Che invita l’Italia a svegliarsi, e scrollarsi di dosso il parassita che la sta dissanguando: l’euro e la setta finanziaria che l’ha imposto, azzoppando un paese dall’economiasolida e dalla ricchezza ragguardevole.
Un aglosassone fuori dal coro: mentre “Financial Times” e “Wall Street Journal” hanno fatto un endorsement per un Monti-Bis, Ambrose Evans-Pritchard la pensa all’opposto. E spiega perché dovremmo applicare una terapia opposta a quella, suicida, di Monti. In termini pro capite, l’Italia è una nazione più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9.000 miliardi) di ricchezza privata. Abbiamo il più grande avanzo primario di bilancio del blocco G7, mentre il nostro debito “combinato”, quello che si ottiene facendo la media tra debito pubblico ed esposizione privata, ammonta al 265% del Pil ed è quindi inferiore a quello di Francia, Olanda, Gran Bretagna, Usa e Giappone. Per l’indice del Fmi, il punteggio dell’Italia è il migliore per “sostenibilità a lungo termine del debito” tra i principali paesi industrializzati. «Hanno un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario», dice Andrew Roberts di “Rbs”. «Se c’è un paese dell’Eurozona che potrebbe trarre beneficio dall’abbandonare l’euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l’Italia».



 

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