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L'ECONOMISTA TAMBURRO SI CANDIDA PER IL PAS-FERMIAMO LE BANCHE & LE TASSE
Cari amiche e amici,
la struttura politica nazionale e mondiale è da anni nelle mani dell'oligarchia bancaria detentrice del potere più importante che possa avere un Paese, ossia quello di emettere moneta. La cessione di questo potere nelle mani di privati ha obbligato lo Stato a subire il diktat non solo finanziario, ma anche politico, da parte di organizzazioni private, quali la B.C.E., il Fondo Monetario, il W.T.O., la Banca Mondiale e tante altre istituzioni che, pur non essendo state elette da alcun cittadino attraverso votazioni democratiche, si arrogano il diritto di decidere il presente ed il futuro delle nostre esistenze.
Chi mi conosce sa che da diversi anni denuncio pubblicamente la truffa di questo sistema economico. L'unica alternativa a questo stato di cose è rappresentata dalla
sovranità monetaria che ci permetterebbe di applicare quelle politiche monetarie espansive, le sole capaci di finanziare liberamente la spesa pubblica (garantendo beni e servizi per tutti), generare piena occupazione e stimolare i consumi.
Per far si che questo accada ho deciso di impegnarmi politicamente e di candidarmi con l'unico partito politico che al primo punto del suo programma ha proprio la sovranità monetaria, ossia il "
PAS-Fermiamo le banche & le tasse", guidato dall'autorevole figura dell'avv.
Alfonso Luigi Marra, candidato premier.
Come sostiene Marra nel suo manifesto: il P.A.S.
"nasce dal superamento degli attuali schemi e ha l'obiettivo di affermare una nuova regola sociale (morale) atta a spezzare lo steccato delle pseudoculture all'interno del quale si svolge la vita del contesto umano, tutte univocamente rivolte a indebolire le collettività per poter poi realizzare la subordinazione dell'uomo alle logiche produttive anziché delle logiche produttive all'uomo."; obiettivo che non può non essere condiviso da coloro che ha...
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Banche: tolti 50 miliardi a imprese e famiglie per darli allo Stato
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Banche: tolti 50 miliardi a imprese e famiglie per darli allo Stato
di REDAZIONE
Quasi 50 miliardi di euro in meno di prestiti a imprese e famiglie. Oltre 200 miliardi presi dalla Banca centrale europea a tassi particolarmente bassi e in buona parte investiti in titoli di Stato italiani: lo stock di bot e btp e' infatti aumentato di circa 140 miliardi. Questo il bilancio per le banche italiane in un anno di crisi – da novembre 2011 a novembre 2012, che coincide con la presenza del Governo tecnico alla guida del Paese – elaborato dal Centro studi Unimpresa. Mentre riducevano i crediti alla cosiddetta economia reale, gli istituti hanno continuato a sostenere la pubblica amministrazione (cioe' Stato, regioni, province e comuni): in una situazione generale di rubinetti chiusi "allo sportello", solo i prestiti alla Pa sono aumentati. Nel dettaglio, i finanziamenti alla pubblica amministrazione sono aumentati di 3,1 miliardi passando da 1.982,5 a 1.985,6 miliardi (+0,16%); quelli alle imprese sono crollati di 40,8 miliardi calando da 914,8 a 873,9 (-4,47%); mentre quelli alle famiglie sono diminuiti di 7,3 miliardi scendendo da 618,5 a 611,1 miliardi (-1,19%).
In particolare, sul versante famiglie, va registrato una stretta su tutti i tipi di finanziamento: credito al consumo (-3,8 miliardi, -6,06%), mutui (-1,1 miliardi, -0,33%), altri prestiti (-2,2 miliardi, -1,21%). Complessivamente, i prestiti alle imprese e alle famiglie sono scesi in picchiata di 48,2 miliardi di euro, passando da 1.533,3 a 1.485,1 miliardi (-3,15%). In questo stesso periodo, le banche italiane hanno potuto approfittare delle operazioni di finanziamento a lungo termine azionate dalla Banca centrale europea (Ltro, long term refinancing operation) grazie alle quali hanno "acquistato" liquidita' in piu' per 201,7 miliardi di euro al tasso fisso dell'1% assicurato dall'Eurotower. Operazioni particolarmente vantaggiose.
Questo tipo di liquidita', infatti, e' passata dai 69,9 miliardi di novembre 2011 ai 271,6 miliardi di novembre 2012 facendo segnare un incremento del 288,69%. Denaro che gli istituti del Paese hanno investito quasi interamente in bot, btp e altri titoli pubblici italiani: gli asset di obbligazioni pubbliche del Tesoro in mano alle banche italiane sono passati da 204,5 a 344,3 miliardi (+68,36%) con un'impennata di 139,8 miliardi.
"Una fotografia che certifica come e' nata la stretta al credito per imprese e famiglie – osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – e proprio il credito deve essere, insieme con un ...
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