Poiche' nemmeno la direttrice del Tesoro conosce quel che e' accaduto recentemente allo spread, cosa dovremmo fare a questo punto ? Forse rivolgerci al comico Bertolino, che su RaiTre conduce in tarda serata una trasmissione sullo spread, cioe' Glob Spread ?
Per capire come abbozzare la misurazione dello spread, abitualmente i dummies come me tracciano un grafico cartesiano (con assi tempo e rendimento) dei titoli di stato e congiungono i punti della curva. Qualcuno meno dummy usa le semplicissime spline cubiche, una convenzione geometrica ripresa da uno strumento in uso nel passato presso i carpentieri, senza ovviamente alcuna pretesa od ipotesi di calibrare alcun modello.
Dai vaghi ricordi universitari del passato il metodo (meglio, "modello") buono era trent'anni fa il Vasicek o il CIR (che non e' la finanziaria di De Benedetti, ne' tanto meno la pista di sci che scende dal Passo Gardena verso Corvara, ma semplicemente l'acrononimo dei nomi di 3 studiosi, di cui il piu' noto e' Ross). Nel frattempo d'acqua nel tempo ne e' passata sotto i ponti, per cui la nota BCE, che immagino conosciate tutti, pubblica dei dati sotto l'ipotesi di un modello chiamato NSS, anche esso acronimo di 3 nomi (*).
L'NSS non e' un modello non parametrico: chiede espressamente di postulare 3 parametri Beta 1 2 e 3 per calibrare l'esatta forma della curva dei rendimenti con questi 3 parametri che condizionano la forma nel breve, medio e lungo periodo.
Da letture sulla rete, sicuramente affrettate, sembra che anche il modello ufficiale della BCE possa considerarsi innovato da un modello chiamato "Diebold e Li" (cos'e' un cinese? un vietnamita?) di cui un amico contattato suppone trattarsi di una evoluzione del modello NSS della BCE e della Banca d'Italia.
La buona notizia: ho riscontrato che questo modello Diebold Li e' bello e' pronto confezionato come toolbox nel mitico "R", il cui utilizzo appare sempre piu' indispensabile nella finanza moderna. Adesso viene il bello, cioe' la domanda - che pongo ovviamente al solo Cren, l'unico che puo' salvarci da questi titanici dubbi: mi piacerebbe capire in ipotesi di (i) massima verosimiglianza, cioe' no ipotesi mie, fa tutto il software, io metto solo i dati ed esce la curva (ii) no calibrazione, fa tutto "R"
come uscirebbe fuori oggi una curva dei tassi di interesse (o rendimenti) italiani dei titoli di stato con
1) il modello Banca d'Italia o BCE, cioe' (*) Nelson, Siegel, Svensson ?
2) il modello Diebold Li ?
cioe' capire da una schermata Bloombergiana delle due curve sovrapposte - da autentico superdummy fermo a Vasicek - se le rappresentazioni grafiche della curva dei rendimenti italiani differiscono di molto nel caso 1 oppure nel caso 2 e se questo Diebold Li abbia queste taumaturgiche capacita' di previsione dei tassi di interesse. Veramente al modello Diebold Li vengono attribuite codeste capacita' previsive suell'evoluzione della curva dei tassi di interesse che non appartengono al vecchio modello usato dalla Banca d'Italia ? Se fossero vere queste attribuzioni di capacita' taumaturgiche, capirete l'importanza del Diebold Li per decidere il timing della strategia di bull flattener.
P.S. Non ha importanza se non avete capito nulla o quasi. Confesso che nemmeno io ho capito una riga di tutto quanto ho scritto.
Ma sono decisamente in buona compagnia, con la direttrice del tesoro ed Enrico Bertolino