Unicredit (UCG) Unicredit (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
qui dovrebbero apparire gli azionisti storici
http://www.consob.it/main/documenti/assetti_proprietari/semestre2-2008/5046_Az.html?hkeywords=&docid=32&page=5&hits=293&nav=false&filedate=15/10/2008&sem=/documenti/assetti_proprietari/semestre2-2008/5046_Az.html&link=Pie-chart+Capitale+ordinario=/documenti/assetti/semestre2-2008/5046_TOrdDich.html%3b+Pie-chart+Capitale+votante=/documenti/assetti/semestre2-2008/5046_TVotDich.html

a cui aggiungere Gheddafi
Unicredit: Profumo, bene libici


'Interesse dimostra che considerano buona la nostra azienda'



7eaddd18441f35f84022b52494d61159.jpg
(ANSA) - MILANO, 17 OTT - L'ad di Unicredit Alessandro Profumo e' soddisfatto dell'aumento della quota in Unicredit degli investitori istituzionali libici al 4,2%. Parlando a margine dell'incontro Abi-Confindustria Profumo ha spiegato che l'operazione dimostra ''l'interesse che loro hanno nella nostra azienda e che anche loro considerano molto buona''. L'ad ha ricordato come gli investitori istituzionali libici fossero gia' presenti nel capitale di Unicredit e che quindi si tratta di un aumento della loro quota.

17 Ott 10:32
 

tontolina

Forumer storico
L'allarme di Merrill Lynch: «Alle banche europee mancano oltre 132 miliardi di euro»
Mentre, martedì scorso, i mercati finanziari europei erano concentrati sui piani di salvataggio, sulle risorse messe a disposizione dagli Stati e intravedevano una luce in fondo al tunnel, uno studio di Merrill Lynch portava nuovamente banchieri e investitori nel panico. Secondo il quotidiano francese Le Monde, i calcoli della banca d'affari americana evidenziano infatti una clamorosa mancanza di liquidità per gli istituti di credito del Vecchio continente, stimata tra i 132 e i 292 miliardi di euro. Una cifra che, se confermata, costringerebbe l'Ecofin a rivedere tutti i suoi piani. Lo studio non prende in considerazione solamente il dato relativo alla patrimonializzazione delle banche, ma mette in rapporto il capitale a disposizione con i singoli bilanci, gli investimenti effettuati e i rischi assunti. Ne discende un quadro a tinte fosche che non risparmia quasi nessun istituto europeo. Secondo i dati forniti da Merrill, infatti, a tremare non è solo il sistema bancario francese ma anche i colossi tedeschi Commerzbank e Deutche Bank, l'inglese Barclays, la svizzera UBS e l'italiana Unicredit. Nello specifico, Société Générale necessiterebbe di 7,2 miliardi di euro, Crédit Agricole di 7,4 miliardi e BNP Paribas di 10,7 miliardi. Per questo gli analisti di Merrill Lynch liquidano come «semplicistiche» e «soggettive» le manovre adottate in Europa per uscire dalla crisi. Immediata la reazione di Banque de France, che getta acqua sul fuoco: «Gli istituti di credito francesi sono ben capitalizzati e non corrono rischi». Gli fa eco la Federazione bancaria del Paese, che sottolinea come l'intervento statale sia una garanzia per il futuro dei colossi transalpini. Ma il panico che ha attraversato martedì i mercati lascia intendere che la situazione possa non essere così rosea. E se Merrill Lynch avesse ragione?
 

tontolina

Forumer storico
da http://www.evaluation.it/aziende/schede-aziende/dettaglio.aspx?id=15&s=2
leggo che per il 2007
il Patrimonio netto era di 62464,455 mln
il totale attivo era di 1021758,369 mln
il flottante 13.362,66 mln.

Patrimonio netto/totale attivo=6,11% sufficiente che è il core tier 1
però quest'anno il ratio è peggiorato e unicredit effettua un adc di 6,6 miliardi di euro
basteranno?
supponiamo che dei 132 miliardi mancanti, il 10% spettino ad unicredit (vado per eccesso di pessimismo)
13,2 miliardi
tanto più che 6,6 miliardi di euro, cioè la metà esatta, già coprirebbero una buona parte .... ne mancherebbero "solo" 6,6 miliardi pari a 6600 milioni
quanto farebbe per una azione?
6600/13.362,66 ---circa 0.50 euro per azione
davvero una somma sopportabilisssima

vediamo di non fascirci troppo la testa
Gheddafi ha avuto un kulo dellla madonna a riuscire ad entrare a questi prezzi
insomma direi che è sopportabile
 

tontolina

Forumer storico

tontolina

Forumer storico
L'allarme di Merrill Lynch: «Alle banche europee mancano oltre 132 miliardi di euro»
Mentre, martedì scorso, i mercati finanziari europei erano concentrati sui piani di salvataggio, sulle risorse messe a disposizione dagli Stati e intravedevano una luce in fondo al tunnel, uno studio di Merrill Lynch portava nuovamente banchieri e investitori nel panico. Secondo il quotidiano francese Le Monde, i calcoli della banca d'affari americana evidenziano infatti una clamorosa mancanza di liquidità per gli istituti di credito del Vecchio continente, stimata tra i 132 e i 292 miliardi di euro. Una cifra che, se confermata, costringerebbe l'Ecofin a rivedere tutti i suoi piani. Lo studio non prende in considerazione solamente il dato relativo alla patrimonializzazione delle banche, ma mette in rapporto il capitale a disposizione con i singoli bilanci, gli investimenti effettuati e i rischi assunti. Ne discende un quadro a tinte fosche che non risparmia quasi nessun istituto europeo. Secondo i dati forniti da Merrill, infatti, a tremare non è solo il sistema bancario francese ma anche i colossi tedeschi Commerzbank e Deutche Bank, l'inglese Barclays, la svizzera UBS e l'italiana Unicredit. Nello specifico, Société Générale necessiterebbe di 7,2 miliardi di euro, Crédit Agricole di 7,4 miliardi e BNP Paribas di 10,7 miliardi. Per questo gli analisti di Merrill Lynch liquidano come «semplicistiche» e «soggettive» le manovre adottate in Europa per uscire dalla crisi. Immediata la reazione di Banque de France, che getta acqua sul fuoco: «Gli istituti di credito francesi sono ben capitalizzati e non corrono rischi». Gli fa eco la Federazione bancaria del Paese, che sottolinea come l'intervento statale sia una garanzia per il futuro dei colossi transalpini. Ma il panico che ha attraversato martedì i mercati lascia intendere che la situazione possa non essere così rosea. E se Merrill Lynch avesse ragione?
la famosa banca d'investimento Usa recentemente assorbita da BofA per evitare il fallimento, ha fornito nuovi numeri
ALTROGIRO ALTRO PACCO!
MF Online

Merrill Lynch, in Europa le banche necessitano di 73 mld
20/10/2008
1-dadi%20sito.jpg
Le principali banche europee avrebbero bisogno di aumenti di capitale per complessivi 73 miliardi di euro, ipotizzando 36 miliardi di utili non distribuiti come dividendo cash. E tra queste, Unicredit e Intesa Sanpaolo necessiterebbero rispettivamente di 7,4 miliardi e di 3,7 miliardi. E' la fotografia scattata da Merrill Lynch in un report sulle banche europee pubblicato oggi.

Secondo il broker americano, raccogliere volumi così elevati di capitale potrebbe essere molto difficile nel contesto attuale e in molti casi renderebbe necessario richiedere il sostegno dei governi, "opzione non gradita alla maggior parte dei Ceo come ben evidenaziano le reazioni dei Ceo Americani", evidenziano alla banca Usa.

In generale Merrill Lynch resta neutral sul settore bancario europeo e sottolinea che "il mercato del credito e quello interbancario miglioreranno", anche se "il processo di riduzione dell'indebitamento sarà lungo e doloroso e il deterioramento della qualità degli asset è soltanto all'inizio".

Oltre all'istituto guidato dall’Ad Alessandro Profumo, che ha già annunciato un piano di rafforzamento patrimoniale da 6,6 miliardi, e Intesa Sanpaolo,

le banche che avrebbero bisogno delle ricapitalizzazioni più robuste sono Deutsche Bank (8,9 miliardi),

Bnp Paribas (7,3 miliardi),

Santander (6,6 miliardi),

SocGen (6,5 miliardi) e

Commerzbank (6,2 miliardi).
A ruota seguirebbero Barclays (5,1),

la già citata Intesa Sanpaolo (3,7),

Kbc (3,6),

Standard Chartered (3,3),

Credit Agricole (3),

Aib (2,8),

Bbva (2,4),

Ubs (2,4)

infine Nordea (2,1).



I presupposti alla base della metodologia impiegata nello studio, spiegano gli esperti, comportano "una recessione nel 2009, ulteriori svalutazioni su asset tossici nel 2008, l'aumento dei costi della raccolta, la vendita di asset per raggiungere un rapporto patrimonio tangibile/asset pari almeno al 2,5%".
E ancora: "la crescita degli accantonamenti e nuove svalutazioni negli asset disponibili per la vendita".



Gli esperti spiegano inoltre di aver incrociato i risultati del test con gli aumenti di capitale annunciati dalle banche inglesi e svizzere: con l'eccezione di Barclays gli aumenti di capitale sono risultati sufficienti.

Per quanto riguarda nello specifico le banche italiane, Merrill Lynch nota che Unicredit stima un coefficiente Core Tier 1 del 6,5% a fine anno, "valore che considerando gli impatti negativi dello scenario disegnato scenderebbe al 5,7%". Ecco spiegato che "per risalire al target indicato (7%) sarebbero necessari i 7,4 miliardi". La diluizione sarebbe pari al 25%.

Su Intesa Sanpaolo, d'altra parte, il Core Tier 1 potrebbe calare al 6,1% dal 6,7% atteso, con una diluizione degli attuali soci in caso di aumento di capitale da 3,7 miliardi di euro dell’11%. Obiettivo finale sarebbe sempre un Core Tier 1 del 7%.

Tommaso Astori
 

tontolina

Forumer storico
La crisi e la speculazione sulle orme del Kazakhstan

Qualche mese fa sottolineavamo come la crisi finanziaria Usa stesse toccando ormai non solo delle specifiche istituzioni finanziarie, ma come essa tendesse ad estendersi anche a qualche paese. Avevamo sottolineato il caso dell’Islanda, pa- ese nel quale il sistema bancario e l’economia nel suo complesso sono ancora oggi esposti ai venti della crisi, anche per l’operare della speculazione internaziona- le in una situazione di alto indebitamento del sistema bancario.
Ma questi pericoli si estendono ormai ad un numero di paesi abbastanza rilevan- te. I giornali si interrogano preoccupati sulla situazione di molti paesi dell’Europa dell’Est, in particolare di Lettonia, Lituania, Estonia, Montenegro, Serbia, Romania, Ungheria, tutti stati caratterizzati da un sistema finanziario molto fragile ed altamente indebitato. Le difficoltà delle banche tendono ad estendersi in tali paesi all’economia in generale, attraverso rilevanti riduzioni nei livelli di credito concessi alle imprese ed ai privati ed un aumento del suo costo
Un caso a parte di rilevante importanza riguarda il Kazakhstan.
Si tratta di un paese che ha una estensione di 2,7 milioni di km quadrati - circa 7 volte l’Italia - ed una popolazione di soli 16 milioni di persone. Negli ultimi nove anni il paese ha registrato una crescita economica molto elevata, quasi a livello cinese. Tale crescita è stata, almeno in parte, alimentata dallo sviluppo delle risorse energetiche, di cui l’area è molto ricca (il Kazakhstan possiede il 3-4% delle riserve di petrolio mondiali al cui sfruttamento partecipa in prima linea anche l’Eni), nonchè da una forte crescita del settore immobiliare.
Ma nell’ultimo anno le cose si sono fatte molto più complicate.
Il punto di focalizzazione della crisi sta nella situazione del sistema bancario. Le banche kazake sono mediamente molto giovani, come gran parte dell’economia; esse hanno cercato di assecondare lo sviluppo del paese estendendo in maniera veloce il credito al sistema. Ma in una situazione in cui il livello dei depositi e quello del capitale proprio erano abbastanza bassi rispetto alle necessità non è restato al settore bancario che indebitarsi con il sistema finanziario internazionale. Le banche lo hanno fatto acquisendo prestiti esteri per circa 40 miliardi di dollari.
Ma ora, con la crisi, gli istituti locali hanno grandi difficoltà a vedersi rinnovare le linee di credito precedentemente concordate. Di più: le organizzazioni finanziarie sono stati colpite anche dal ritiro di una parte dei depositi da parte dei risparmiatori impauriti e dalla riduzione della fiducia nella moneta locale (il tenge) in relazione anche ad un sostenuto livello di inflazione. Peraltro, negli ultimi mesi, la situazione della stessa inflazione e del tenge sembrano schiarirsi, in relazione anche al miglioramento della bilancia commerciale del paese per la crescita dei prezzi del petrolio.
La cosa è comunque complicata anche dal fatto che in questo caso le società di rating - prima di tutte la Standard & Poor nell’ottobre del 2007, poi Moody’s qualche giorno dopo - sono state molto tempestive nel ridurre la valutazione dei principali istituti del paese. Non è stata ovviamente assente anche la speculazione internazionale ed i soliti hedge funds, flagello del mondo, sembra siano intervenuti pesantemente scommettendo sulle difficoltà.
Qualche istituto è entrato nell’orbita delle banche estere – così Unicredit ha comprato già nel giugno del 2007 una delle banche più importanti del paese, che ha una quota di mercato di circa il 12% - uscendo così dalle difficoltà, mentre qualche altra banca internazionale, come ad esempio la HSBC, hanno esteso la loro operatività nel paese, ma il grosso del sistema presenta molti problemi.
E’ intervenuto tempestivamente anche il governo, facendo quello che poteva, mettendo a disposizione delle risorse finanziarie sia per effettuare prestiti alle banche in difficoltà che per sottoscrivere quote di capitale. Nel frattempo, le banche hanno cominciato a ridurre il credito al settore immobiliare, che avevano precedentamente finanziato oltre ogni ragionevolezza, e così le attività edilizie - complice il fatto che come al solito nei periodi di boom si è costruito troppo rispetto alla situazione del mercato - si sono pressochè fermate.
Nel frattempo il credito è stato ridotto anche al settore del consumo.
Il paese appare peraltro abbastanza forte nel medio-lungo termine. Lo sviluppo ulteriore delle sue fonti energetiche, in particolare, dovrebbe assicurare le risorse finanziarie necessarie alla crescita complessiva dello stato. Forse si è stati comunque troppo impazienti nel volere goderne i vantaggi.
In ogni caso i tassi di sviluppo dell’economia del paese si sono ridotti, anche se essi rimangono abbastanza positivi. Ci si attende una crescita del 4,5% del pil quest’anno, contro l’8,7% del 2007
http://www.finansol.it/?p=937#more-937
 

Users who are viewing this thread

Alto