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Saranno da vedere...

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Saranno da vedere i valori che usciranno da queste nuove perizie...
 

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da «Trucchi, falsi e manipolazioni» Il patron di Uni Land ai domiciliari - Corriere di Bologna

FINANZA DI CARTA

«Trucchi, falsi e manipolazioni»
Il patron di Uni Land ai domiciliari



Arrestati M. e due dirigenti. Sospesi i titoli
Danni a 10 mila risparmiatori


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S’interrompe con le manette l’inarrestabile scalata di M., appena 46 anni e già a capo di un impero di cinquanta società con un portafoglio di oltre 500 milioni di euro. Un castello di carta messo in piedi dal nulla, secondo la Guardia di Finanza, grazie a perizie compiacenti, acquisizioni finanziarie fittizie, manipolazioni del mercato azionario, titoli gonfiati ad arte e false comunicazioni sociali.
Il bolognese venuto dal nulla e approdato a piazza Affari nel 2006 con la sua Uni Land di Monghidoro e la controllante House Building di Imola, è finito ai domiciliari insieme all’investor relator Claudio Morsenchio e a Maurizio Zuffa, entrambi consiglieri della controllata House Building. La maxi inchiesta della pm Antonella Scandellari conta 22 indagati tra cui agenti di cambio, periti del tribunale, commercialisti e consulenti finanziari. Due indagati fanno parte di Ber banca, dove fino al 2006 Morsenchio era responsabile dell’area gestionale e avrebbe piazzato ai clienti, secondo l’accusa, le azioni di Uni Land (il danno ai risparmiatori potrebbe arrivare a 600mila euro). M. e i due amministratori sono accusati di insider trading, aggiotaggio, falso in bilancio, false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Per loro la Procura voleva il carcere ma il gip Bruno Perla ha accolto le richieste solo in parte e limitatamente al reato di aggiotaggio.

Ieri all’alba gli uomini del Nucleo di polizia tributaria hanno notificato le misure e sequestrato azioni della House Building (iscritta nel registro degli indagati come società) e della Uni Land per 109 milioni di euro, ed effettuato oltre 50 perquisizioni. Il titolo Uni Land è stato sospeso, quello di House Building era già stato bloccato. L’inchiesta è partita nel 2008 dopo alcuni esposti e le segnalazioni di Consob e Banca d’Italia. Gli investigatori stimano in circa 10 mila i risparmiatori danneggiati dall’acquisto di azioni spacciate come titoli di alto valore ma in realtà gonfiate.
Secondo l’accusa M. avrebbe costruito il suo impero partendo nel 2002 dalla partecipazione al 50% in una piccola impresa edile, la Cem srl, con un capitale di poche migliaia di euro. Da qui, grazie alla compravendita di terreni (uno a San Lazzaro) il cui valore sarebbe stato secondo l’accusa sovrastimato da perizie compiacenti, avrebbe poi iniziato a collezionare società che comperava con azioni il cui valore era «drogato». Nel 2006 il grande salto in Borsa, dall’Opa sulla Perlier fino a mettere insieme un impero da 500 milioni di euro. Il dominus di Uni Land avrebbe pompato le sue azioni all’inverosimile, facendole comprare da un agente di cambio compiacente in modo da attirare l’attenzione del mercato e far lievitare il prezzo.
«Reati gravi, profitti elevatissimi e danni a numerose persone», osserva il procuratore capo Roberto Alfonso. «È la prima volta —sottolinea il procuratore aggiunto Valter Giovannini — che viene emessa una misura cautelare per aggiotaggio». Il generale Giancarlo Pezzuto, comandante della Finanza di Bologna, si sofferma sui «danni esorbitanti, provocati da pochi e subiti da molti». Le multe Consob accumulate da M. ammontano a 1,6 milioni di euro. È del 2009 la segnalazione in Procura per abuso di mercato mentre lo scorso dicembre il finanziere e Morsenchio erano stati multati di oltre un milione per «operazioni artificiose sul titolo finalizzate a ingannare il mercato sul valore delle azioni». Per l’avvocato Luigi Stortoni, legale di M., le accuse non stanno in piedi: «Tutto nasce da una sopravvalutazione di terreni che però sono stati rivenduti a prezzi congrui e lo stesso gip dice che le perizie sono opinabili — dice il legale —. La Procura ha chiesto il carcere per una serie infinita di capi d’imputazione ma il giudice dispone i domiciliari solo per l’aggiotaggio. Respingiamo le accuse e faremo ricorso al Riesame».
Gianluca Rotondi
02 febbraio 2011(ultima modifica: 03 febbraio 2011)
 
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vicenda uni land

Ber Banca trascinata nell'«affaire»:
un'altra tegola per i correntisti



Morsenchio avrebbe venduto titoli gonfiati

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Fra le vittime delle spregiudicate operazioni di M. & co., una vera e propria manipolazione del mercato secondo l’accusa, ci sono anche gli sventurati correntisti di Ber Banca. Come se di guai non avessero avuti già abbastanza.
Il nome della banca bolognese finita sotto inchiesta e commissariata per un buco da 170 milioni di euro torna spesso nella M. story. È infatti un ex gestore clienti di Ber Banca, Claudio Morsenchio, finito anche lui ai domiciliari. Dallo stesso istituto di credito proviene uno dei consiglieri di Uni Land spa, Alfonso Marino: il suo curriculum ci informa che è stato segretario del comitato promotore per la costituzione del Banco Emiliano Romagnolo (Ber Banca, appunto), poi consigliere segretario del cda di Ber fin dalla sua costituzione e membro del comitato esecutivo dal luglio 2000. Lo stesso M. aveva in passato acquistato il 10% delle quote di Ber tramite la holding lussemburghese Cem Lux, ma era stato costretto a cederle per un conflitto di interessi rilevato dalla Banca d’Italia.
Poi ci sono i risparmiatori, usati a loro insaputa per aiutare la scalata in borsa di Uni Land attraverso la vendita di titoli dal valore gonfiato.
Il danno al 2006 è di 200mila euro, ma secondo le stime della Finanza quello potenziale può arrivare a 600mila.

Il meccanismo, così come ricostruito dall’accusa, è terribilmente semplice: Ber Banca avrebbe acquistato azioni Uni Land nella fase di lancio del titolo in borsa e Morsenchio, che fino al 2007 si è occupato della gestione dei clienti dell’istituto di credito, complice di M. avrebbe convinto i correntisti a comprare le azioni inserendole nel loro portafoglio. Come è noto, però, il valore sulla carta di queste azioni era molto superiore a quello reale. Erano appunto semplici pezzi di carta, secondo gli investigatori. Da qui il danno ai risparmiatori. Morsenchio, poi, nel 2007, cioè dopo il salto in borsa della società di M., passò a fare da investor relator in Uni Land. Oltre a lui sono coinvolti nell’inchiesta anche altri due funzionari dell’istituto bancario bolognese.
A. Esp.
03 febbraio 2011
 
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il personaggio

Da Monghidoro
al bluff dell'eredita Borghese


La resistibile ascesa del «banchiere della terra»
E i legami nelle coop






La data che segna la svolta è il 28 febbraio 2006. «Perlier cambia pelle, dal fard al mattone» titola quel giorno l’agenzia economica Radiocor annunciando il passaggio della società di cosmesi sotto il controllo della holding lussemburghese Cem Lux di M. con tanto di aumento di capitale da 163 milioni di euro. La neonata società si chiamerà Uni Land.
È l’operazione che aprirà a M. le porte della Borsa. È il salto di qualità di questo self made man da Monghidoro la cui incredibile ascesa parte da lontano e si realizza anche grazie ad amicizie potenti nel mondo cooperativo e, soprattutto, agli innumerevoli trucchi, raggiri e alle spregiudicate operazioni finanziarie che oggi gli inquirenti gli addebitano. Nel 1986, nel paesino sull’Appennino bolognese nasce l’impresa edile di D. e A. M., padre e figlio. All’epoca A. ha solo 22 anni, si è diplomato alle Aldini Valeriani, studia ingegneria edile e ha già chiaro un sogno: costruire un impero. Costi quel che costi. Il piano machiavellico che lo porterà fino a Piazza Affari inizia qui, a 40 chilometri da Bologna. Venti anni dopo, M. avrà l’onore si sentirsi chiamare «ottavo re di Roma». L’operazione che gli procura questo appellativo è la millantata acquisizione di un immenso patrimonio immobiliare dei principi Borghese, più di 11 milioni di metri quadrati di terreni con 500 unità immobiliari al di là del Raccordo anulare di Roma. Quando, nel dicembre 2007, un trionfale comunicato stampa annuncia la firma del preliminare il titolo Uni Land balza alle stelle. Idem nel marzo 2008, con la notizia della firma del definitivo.
Oggi gli investigatori spiegano che la storia di Uni Land è zeppa di comunicati stampa di questo tipo, annunci di brillanti operazioni e acquisizioni milionarie che hanno fatto impennare il valore del titolo in Borsa. Quella degli eredi Borghese è sicuramente la più clamorosa di queste trovate pubblicitarie. Un genio, a suo modo, M.. Lo ammette anche il comandante provinciale della Guardia di Finanza Giancarlo Pezzuto che lo definisce «un autodidatta di altissimo profilo e di altissima competenza, con capacità fuori dall’ordinario». Le fondamenta per la costruzione dell’impero di carta l’ingegnere di Monghidoro le getta nel 1996 quando fonda in Lussemburgo la finanziaria Cem Lux. Da questo momento parte un valzer di acqusizioni di terreni poi sopravvalutati fino al 300% da periti compiacenti che lo porterà nell’arco di pochi anni a diventare il primo land banker italiano.
Nel 2006 l’approdo in Borsa e la nascita di Uni Land, nel cui consiglio di amministrazione siederanno personalità del calibro di Pier Luigi Stefanini, attuale presidente di Unipol. Amicizie di cui M. non faceva mistero, anzi. Stefanini, invece, dice di ricordare ben poco del suo breve periodo nel cda di Uni Land: «Non ho memoria storica di quella breve esperienza e comunque non mi accorsi di irregolarità», afferma. Il posto di Stefanini è stato preso da un altro nome noto del mondo delle cooperative, Paolo Bedeschi, socio fondatore della Coop Reno. Inoltre, Adriano Turrini, presidente del Consorzio Coop Costruzioni, è stato consigliere della controllata House Building fino al novembre 2010. La strada del banchiere della terra è ormai spianata. M. va avanti, incurante dei sospetti di osservatori attenti, degli esposti e di una salata sanzione della Consob del dicembre 2010. «Benvenuto in Uni Land spa, gruppo che opera attualmente con un portafoglio di circa 8.000.000 mq di terreni edificabili ed immobili con una superficie utile di circa 750.000 mq», accoglie oggi il navigatore il sito della società.
Amelia Esposito
 
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codam

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Dal fol Caro A. M. di reds 6 Febbraio 2011


Origine da robotek: Premesso che
sono titolare di azioni uniland spa volevo
apportare un contributo alla discussione
in relazione al valore del patrimonio della
società alla luce degli ultimi eventi giudiziari.
Se è vero che nel patrimonio della società sono
state inserite rivalutazioni immobiliari superiori per
200 milioni e si procedesse alla contabilizzazione
della relativa minusvalenza non è corretto calcolare
il nuovo patrimonio della società con la semplice differenza
di 359milioni ( patrimonio risultante dalla relazione del 30.09.2010) -
200 milioni ossia 159 milioni. Per inserire queste rivalutazioni a suo
tempo sono state inserite imposte per fiscalità differite per circa il 40%
delle rivalutazioni ossia 80 milioni ( fondo per fiscalità differite che al 30.09.2010
ammontava ad euro 111. Milioni circa) il 40% scaturisce dalle aliquote irpeg e irap
in vigore nell' anno 2006. Pertanto procedendo con questa svalutazione il nuovo patrimonio
della società ammonterebbe ad euro 359 milioni - 200 svalutazioni + 80 milioni per fiscalità differite
che dovranno essere stornate dalle passività del bilancio. 359 - 200 + 80 = nuovo patrimonio netto 239 milioni
che diviso per il numero delle azioni fa 1,50 cadauna.
 
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barber

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codam la cosa che mi fa girare i maroni che gli hanno dato i domiciliari dopo quello che ha fatto in America era in galera e basta
 

codam

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UniLand, scatta il contrattacco «Corrette le perizie sui terreni»

2011-02-08
MOSSA a sorpresa: M. si presenta davanti al giudice per le indagini preliminari Bruno Perla e al pubblico ministero Antonella Scandellari per l’interrogatorio di garanzia, parla per oltre un’ora e sul tavolo del piano ammezzato di Palazzo Pizzardi rovescia carte e documenti pubblici. «I documenti dimostrano — spiega poi l’avvocato Luigi Stortoni — come le perizie sui terreni di proprietà delle sue società fossero corrette e non gonfiate». Assieme a M. ieri sono stati interrogati il suo braccio destro Claudio Morsenchio e l’ad di House Building (società controllata di Uni Land) Maurizio Zuffa. I tre sono agli arresti domiciliari da mercoledì come disposto da un’ordinanza di custodia cautelare del gip con l’accusa di aggiotaggio. La difesa di Zuffa (avvocato Guido Longobardi) ha puntato sul fatto che, rispetto al valore dei terreni della società House Building, ci fossero stati ripetuti avalli (di periti e società di revisione), di cui Zuffa si sarebbe fidato in buona fede. Inoltre, anche in questo caso, la valutazione di un immobile (quello di Caselle a San Lazzaro), «era assolutamente congrua».
«DA UNA PARTE non c’è più la possibilità di reiterazione del reato, dal momento che Zuffa non ha più alcun incarico in House Building e le azioni restano sotto sequestro — spiega Longobardi, che assiste Zuffa con Giovanni Donati —, dall’altro non si può parlare di rischio di inquinamento prove, visto che tutta la documentazione è già stata sequestrata». Per questi motivi è stata chiesta la remissione in libertà dei tre messi ai domiciliari. Il gip ha ora cinque giorni di tempo per decidere, ma i legali preparano anche le istanze al Riesame.
L’IMOLESE Zuffa, rimasto davanti al gip e al pm per poco più di un’ora, «ha risposto su tutti i punti contestati dal pm. Ha difeso le stime sui cespiti, spiegando che non erano valori alterati ma reali e negando che le azioni di House Building siano state gonfiate», spiega Longobardi. In particolare, Zuffa ha parlato del terreno di San Lazzaro. «Una stima fatta nel 2003-2004 parlava di 34 milioni per quel terreno — spiega Longobardi —. A quel tempo, intanto, Zuffa non c’era ancora, ma abbiamo fatto notare che quando poi il pacchetto di Caselle immobiliare, nel 2007, entra in House Building, per quella data il Comune di San Lazzaro aveva già approvato un progetto che considerava edificabili 29-30.000 metri quadrati». Per il terreno ‘Caselle’, la Procura ha avanzato una stima di 10 milioni di euro.
Altro nodo, l’immobile Molino Poiano (in via Selice a Imola): «Impca, precedente società di Zuffa, non voleva cedere l’immobile alla ‘nuova’ House Building ma, visto che era impossibile fare una scissione, fu deciso di periziarlo (valore 14 milioni di euro, ndr). Giunse un’offerta di 10 milioni, accettata, ma con la promessa di un ritorno del bene. E così accadde, con tutti i crismi del codice civile: non ci fu alcuna alterazione del mercato». Fondamentale, poi, il ruolo svolto da due diversi Nomad, advisor che seguirono e guidarono l’ingresso in Borsa: «Il secondo stava per riammettere House Building, poi è successo tutto quello che si sa...».
Valerio Baroncini Il Resto Del Carlino - Imola - UniLand, scatta il contrattacco «Corrette le perizie sui terreni»
 
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codam

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Milano, 12 feb. (Adnkronos) - Il cda di Uni Land, riunitosi ieri, ha deliberato di dare mandato al presidente di "avviare contatti con soggetti di adeguata competenza e capacita' operativa per proporre l'assunzione dell'incarico di advisor finanziario" e di dare "mandato disgiunto al presidente e a Gianni Cesari di raccogliere manifestazioni di interesse per l'alienazione di alcuni asset non strategici". Lo comunica l'azienda bolognese.
Il consiglio, prendendo atto della sospensione a tempo indeterminato delle azioni, ha anche deliberato di dare mandato al presidente di perfezionare l'affidamento dell'incarico a Europrogetti e Finanza Advisory Real Estate di stimare gli immobili di proprieta' della societa'.
Uni Land: prepara cessione asset non strategici - - Libero-News.it

http://www.unilandspa.it/comunicati_stampa/2011/12_02_2011_cs.pdf

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Azione collettiva

L'utente che si occupa di raccogliere le adesioni per un’azione coordinata è renatos57 del FOL ed ha aperto una apposita casella di posta elettronica (ad oggi le quote raccolte sono superiori all'1% delle azioni in circolazione):

[email protected]

Io ho inviato il dettaglio dei movimenti che ho fatto sul titolo da quando lo posseggo, in più il numero di azioni, il prezzo medio di carico ed il controvalore in euro nel portafoglio. In più nome e cognome, nick name utilizzati ed in quale forum.. sarebbe necessario anche avere a portata di mano il certificato di possesso continuato dei titoli rilasciato dalla propria banca che attesta l'effettivo possesso in portafoglio dei titoli UNI o HB fino alla data della sospensione nel caso di una prossima operazione giudiziaria.. e se magari qualcuno conosce un buon studio di associati per la tutela dei risparmiatori, o un buon avvocato esperto in diritto del credito, lo contatti per favore e faccia sapere sul forum o alla mail indicata quali sarebbero le condizioni per procedere e quali le spese per farci rappresentare.


Caro A. M. - Pagina 189 - Forum di Finanzaonline.com

"Originalmente inviato da renatos57 Visualizza messaggio
sai dove trovare me e tutto il gruppo di azionisti uniti

[email protected]

è una scelta tua, nessuno la impone
Citazione:
Originalmente inviato da glat Visualizza messaggio
solo per informare che ho appena richiesto alla mia banca: attestato di continuato possesso per gli anni 2006/2008.

da ricordare su ogni pagina,nuovi soci possono aggiungersi.<<<<<<<<<<<grazie "



http://www.finanzaonline.com/forum/s...l#post28100775

"Confermo che in attesa di un provabile rinvio a giudizio dell’azionista di maggioranza Ing. A.M. e successiva udienza preliminare ci stiamo attivando per quanto nelle nostre possibilità per consultare diverse possibilità:

in merito alle associazioni nulla è cambiato rispetto a quanto già conosciuto nei giorni precedenti, stessa cosa dicasi per azionisti.org (Prof. G. d’Atri)

relativamente invece alla possibilità di avvalersi direttamente di uno studio legale, alcune iniziative sono chiaramente riportate tra le pagine di questo forum, in più abbiamo almeno altri due soci facenti parte del gruppo dei piccoli azionisti che comunicano con me tramite la casella mail [email protected] che si stanno attivando in questo contesto

al momento abbiamo ancora il tempo necessario per valutare con calma e serenità quale potrà essere la migliore soluzione a tutela dei nostri interessi , nessuno è ovviamente obbligato a seguire quelle che saranno le decisioni del gruppo unito, ma è chiaro che rimanere uniti costituirebbe punto di forza
"


Vi prego non bannatemi e non cancellate questo messaggio per aver messo un link ad un altro forum :( è solo per una buona causa e per raccogliere mettere insieme quanti più azionisti possibile ;)
 
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codam

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confermano un valore realmente elevato

Terreni in San Lazzaro Bologna
 

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