UniLand, scatta il contrattacco «Corrette le perizie sui terreni»
2011-02-08
MOSSA a sorpresa: M. si presenta davanti al giudice per le indagini preliminari Bruno Perla e al pubblico ministero Antonella Scandellari per l’interrogatorio di garanzia, parla per oltre un’ora e sul tavolo del piano ammezzato di Palazzo Pizzardi rovescia carte e documenti pubblici. «I documenti dimostrano — spiega poi l’avvocato Luigi Stortoni — come
le perizie sui terreni di proprietà delle sue società fossero corrette e non gonfiate». Assieme a M. ieri sono stati interrogati il suo braccio destro Claudio Morsenchio e l’ad di House Building (società controllata di Uni Land) Maurizio Zuffa. I tre sono agli arresti domiciliari da mercoledì come disposto da un’ordinanza di custodia cautelare del gip con l’accusa di aggiotaggio. La difesa di Zuffa (avvocato Guido Longobardi) ha puntato sul fatto che, rispetto al valore dei terreni della società House Building, ci fossero stati ripetuti avalli (di periti e società di revisione), di cui Zuffa si sarebbe fidato in buona fede. Inoltre,
anche in questo caso, la valutazione di un immobile (quello di Caselle a San Lazzaro), «era assolutamente congrua».
«DA UNA PARTE non c’è più la possibilità di reiterazione del reato, dal momento che Zuffa non ha più alcun incarico in House Building e le azioni restano sotto sequestro — spiega Longobardi, che assiste Zuffa con Giovanni Donati —, dall’altro non si può parlare di rischio di inquinamento prove, visto che tutta la documentazione è già stata sequestrata». Per questi motivi è stata chiesta la remissione in libertà dei tre messi ai domiciliari.
Il gip ha ora cinque giorni di tempo per decidere, ma i legali preparano anche le istanze al Riesame.
L’IMOLESE Zuffa, rimasto davanti al gip e al pm per poco più di un’ora, «ha risposto su tutti i punti contestati dal pm.
Ha difeso le stime sui cespiti,
spiegando che non erano valori alterati ma reali e negando che le azioni di House Building siano state gonfiate», spiega Longobardi. In particolare, Zuffa ha parlato del terreno di San Lazzaro. «Una stima fatta nel 2003-2004 parlava di 34 milioni per quel terreno — spiega Longobardi —. A quel tempo, intanto, Zuffa non c’era ancora, ma abbiamo fatto notare che quando poi il pacchetto di Caselle immobiliare, nel 2007, entra in House Building, per quella data il Comune di San Lazzaro aveva già approvato un progetto che considerava edificabili 29-30.000 metri quadrati». Per il terreno ‘Caselle’, la Procura ha avanzato una stima di 10 milioni di euro.
Altro nodo, l’immobile Molino Poiano (in via Selice a Imola): «Impca, precedente società di Zuffa, non voleva cedere l’immobile alla ‘nuova’ House Building ma, visto che era impossibile fare una scissione, fu deciso di periziarlo (valore 14 milioni di euro, ndr). Giunse un’offerta di 10 milioni, accettata, ma con la promessa di un ritorno del bene. E così accadde, con tutti i crismi del codice civile: non ci fu alcuna alterazione del mercato». Fondamentale, poi, il ruolo svolto da due diversi Nomad, advisor che seguirono e guidarono l’ingresso in Borsa: «Il secondo stava per riammettere House Building, poi è successo tutto quello che si sa...».
Valerio Baroncini
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