Val
Torniamo alla LIRA
Che paese dimmerda. Prendersela con gli Alpini.
Ahahahahahah se nascevate 30 anni fa, vi vorrei vedere appollaiati su un albero,
magari sotto la neve e fare l'aquila o a spalare merda nella stalla.
Torna domani la consueta adunata degli Alpini
e puntualmente si rifà viva la fanfara antimilitarista tra pacifisti, Anpi, femministe e antifascisti.
Da domani a domenica gli alpini tornano a riunirsi, questa volta a Vicenza.
Per l'occasione in città sono previste circa 500.000 persone .
L'adunata degli alpini non ha solo una valenza militare e sociale ma anche identitaria
poiché si tratta di uno dei corpi più nobili dell'esercito italiano c
he ha difeso la patria in gloriose battaglie.
Eppure, invece di considerarli un patrimonio nazionale condiviso,
i soliti noti si sono distinti anche in questa occasione.
In una nota congiunta dell'Anpi, della Flc-Cgil di Vicenza
e delle associazioni pacifiste Movimento Internazionale Riconciliazione (Mir),
Salam Ragazzi dell'Olivo, Siamo Vicenza si esprime:
«preoccupazione per i disagi e l'impatto per la città di tale evento,
dal punto di vista organizzativo,
dal punto di vista ecologico e sostenibile
e per la retorica militare che purtroppo non è solo prettamente storica, commemorativa e civile».
Se non fosse già di per sé lunare la prima parte del comunicato,
gli antimilitaristi di professione
puntano il dito contro le scuole cittadine «colpevoli»
di aver invitato gli studenti a visitare l'accampamento degli alpini
previsto per la tre giorni vicentina.
Gli stessi che difendono la decisione di chiudere le scuole per il ramadan
criticano gli istituti scolastici che tributano un'istituzione della Repubblica.
Secondo l'Anpi e i pacifisti:
«negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale
è in aumento la presenza di forze militari armate nelle scuole pubbliche
grazie a protocolli d'intesa con gli uffici scolastici;
così come la collaborazione tra le industrie militari nelle Università e negli Enti di Ricerca».
D'altrocanto un certo antimilitarismo è un sentimento diffuso in Italia:
solo pochi giorni fa la Meloni è stata attaccata
per aver passato in rassegna le truppe su un mezzo militare scoperto.
Peccato che si tratti di una tradizione
che, da Mattarella a Guerini quando era Ministro della Difesa,
è stata compiuta già numerose altre volte.
Ahahahahahah se nascevate 30 anni fa, vi vorrei vedere appollaiati su un albero,
magari sotto la neve e fare l'aquila o a spalare merda nella stalla.
Torna domani la consueta adunata degli Alpini
e puntualmente si rifà viva la fanfara antimilitarista tra pacifisti, Anpi, femministe e antifascisti.
Da domani a domenica gli alpini tornano a riunirsi, questa volta a Vicenza.
Per l'occasione in città sono previste circa 500.000 persone .
L'adunata degli alpini non ha solo una valenza militare e sociale ma anche identitaria
poiché si tratta di uno dei corpi più nobili dell'esercito italiano c
he ha difeso la patria in gloriose battaglie.
Eppure, invece di considerarli un patrimonio nazionale condiviso,
i soliti noti si sono distinti anche in questa occasione.
In una nota congiunta dell'Anpi, della Flc-Cgil di Vicenza
e delle associazioni pacifiste Movimento Internazionale Riconciliazione (Mir),
Salam Ragazzi dell'Olivo, Siamo Vicenza si esprime:
«preoccupazione per i disagi e l'impatto per la città di tale evento,
dal punto di vista organizzativo,
dal punto di vista ecologico e sostenibile
e per la retorica militare che purtroppo non è solo prettamente storica, commemorativa e civile».
Se non fosse già di per sé lunare la prima parte del comunicato,
gli antimilitaristi di professione
puntano il dito contro le scuole cittadine «colpevoli»
di aver invitato gli studenti a visitare l'accampamento degli alpini
previsto per la tre giorni vicentina.
Gli stessi che difendono la decisione di chiudere le scuole per il ramadan
criticano gli istituti scolastici che tributano un'istituzione della Repubblica.
Secondo l'Anpi e i pacifisti:
«negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale
è in aumento la presenza di forze militari armate nelle scuole pubbliche
grazie a protocolli d'intesa con gli uffici scolastici;
così come la collaborazione tra le industrie militari nelle Università e negli Enti di Ricerca».
D'altrocanto un certo antimilitarismo è un sentimento diffuso in Italia:
solo pochi giorni fa la Meloni è stata attaccata
per aver passato in rassegna le truppe su un mezzo militare scoperto.
Peccato che si tratti di una tradizione
che, da Mattarella a Guerini quando era Ministro della Difesa,
è stata compiuta già numerose altre volte.