Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Uso delle certificazioni verdi Covid-19 (Green Pass)

Dal 1° aprile sarà possibile per tutti accedere ai luoghi di lavoro con il Green Pass Base

per il quale dal 1° maggio eliminato l’obbligo.


Fino al 30 aprile 2022 il Green Pass Base è necessario per l’accesso ai seguenti servizi e alle seguenti attività:
  • mense e catering continuativo su base contrattuale

  • servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo, al chiuso,
  • ad eccezione dei servizi di ristorazione all’interno di alberghi
  • e di altre strutture ricettive riservati esclusivamente ai clienti ivi alloggiati

  • concorsi pubblici

  • corsi di formazione pubblici e privati

  • colloqui visivi in presenza con i detenuti e gli internati, all’interno degli istituti penitenziari

  • partecipazione del pubblico agli eventi e alle competizioni sportivi, che si svolgono all’aperto

  • mezzi di trasporto, quali:
  • aerei, navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale,
  • treni, autobus adibiti a servizi di trasporto di persone,
  • autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente.

Il Green Pass Rafforzato non sarà più necessario
per l’accesso ai servizi alla persona e ai pubblici uffici,
servizi postali, bancarie finanziari, attività commerciali.


Fino al 30 aprile 2022 è obbligatorio il Green Pass Rafforzato per l’accesso alle seguenti attività e ai seguenti servizi:

  • piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra e di contatto, centri benessere,
  • anche all’interno di strutture ricettive, per le attività che si svolgono al chiuso

  • convegni e congressi

  • centri culturali, centri sociali e ricreativi,
  • per le attività che si svolgono al chiuso
  • e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione

  • feste ed eventi assimilati che si svolgono al chiuso

  • attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò

  • attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati

  • partecipazione del pubblico agli spettacoli aperti al pubblico,
  • agli eventi e alle competizioni sportive che si svolgono al chiuso.
 
Molte parole per pochi cambiamenti

Il “politichese” è sempre difficile da capire.

L’ultimo decreto legge (n. 24 del 24 marzo 2022)

è l’emblema di un disordine legislativo ormai divenuto prassi:

normative contraddittorie,

scritte in modo complesso e continui rimandi a testi legislativi precedenti,

tanto che può risultare difficile districarsi tra le norme addirittura per gli addetti ai lavori.


Vi consigliamo caldamente di salvare questo articolo.


Tornerà sicuramente utile.
 
La guerra che si sta combattendo è anche una “guerra di informazione”, come verifichiamo quotidianamente.


Come possiamo constatare la “battaglia mediatica” è un’arma complementare alla “battaglia convenzionale

e, nell’ambito di una globalizzazione informativa, riuscire a scorgere sfumature di verità risulta oggi estremamente complesso.
 
Chi è, o chi era, Volodymyr Zelensky?

Oggi tutti lo disegnano come un eroe nazionale che rifiuta di scappare e resiste all’invasione della Russia.


Ma molte ombre sono emerse dai Pandora Papers.




Tipo : 41 milioni in un paradiso fiscale.

Un bell ‘ affarista questo “onesto “ presidente che fa finta di essere un eroe .
 
E questi – m a f i o s i – ucraini dovrebbero entrare nell’U.E.
senza che il popolo europeo venga interpellato con referendum?

Ecco 1 ragione in + per la quale non desidero + vivere in nessuna nazione dell’U.E.
(di cui mi vergogno e provo uno schifo indicibile), ma in Svizzera !

Non sarà una nazione perfetta, ma almeno esiste una democrazia diretta dove il popolo ha sempre l’ultima parola.

In Italia invece esistono dei totali – d e f i c i e n t i – c r i m i n a l i – burattini
al soldo di Big Pharma, dei banchieri e del World Economic Forum, come ..............
 
Intervenendo al Consiglio dei ministri europei della Salute,
Roberto Speranza ha manifestato ciò che volgarmente si definisce delirio di onnipotenza.

Lamentando che “in questo momento nessuno parla a livello mondiale, e neanche a livello europeo,
di una quarta dose di vaccino anti-Covid per tutti”,
questo fenomeno che nessuno ci invidia ha chiesto formalmente

“che l’Unione europea assuma una posizione univoca.”


Una posizione che, naturalmente, ricalchi in fotocopia la sua insopportabile visione da talebano sanitario.

“Scelte non omogenee sulla quarta dose nei diversi Paesi europei finiscono per disorientare e non aiutano le campagne vaccinali.”


Peccato però che nel complesso di questa tragedia virale, per noi più democratica che sanitaria,
l’Italia abbia adottato e continui ad adottare le misure più restrittive in Europa,
infischiandosene del fatto che oramai siamo rimasti solo noi a baloccarci con le inutili mascherine e gli orwelliani lasciapassare verdi.

Quindi, se proprio vogliamo essere precisi,

sono le nostre autorità che fin dall’inizio della pandemia hanno preso una strada disorientante,

facendo credere ai nostri concittadini, bombardati da una pessima informazione,

che sul piano delle misure l’Europa si è mossa in modo sostanzialmente omogeneo.

Siamo solo noi che abbiamo fatto e stiamo facendo "scelte disomogenee".
 

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Sulla guerra in Ucraina, fin dal primo momento, le voci, le notizie e il racconto dei fatti sono sati da subito ambigui.

E qualcuno ci ha marciato.

Soprattutto il governo italiano, il quale, ci sta raccontando un sacco di bugie.


Le ragioni per cui la guerra tra Russia e Ucraina sta andando avanti sarebbero da ricercare altrove.

E nessuno sta dicendo la verità agli italiani: “I politici stanno raccontando agli italiani una serie di balle”.



“Stanno mettendo su un piano morale, di lotta per la libertà e per la democrazia

una questione che in realtà è energetica, economica e ha a che fare con il gas liquefatto americano

che ci vogliono vendere a un costo maggiore.

Tutto questo serve a incartare i cittadini italiani e a dirgli guarda come siamo bravi noi che andiamo lì a combattere.

E’ un bel suppostone con un bel po’ di vaselina intorno.

Non è casuale che la Russia stia continuando a dare gas all’Ucraina.

Al contrario quando anni fa ci fu la rivoluzione arancione i rubinetti del gas li chiusero perché in quel caso volevano trattare”.



“A novembre hanno proposto di trattare ma gli è stata chiusa la porta in faccia da parte degli americani"



“Pure Zelensky è disposto alla neutralità. Non è questione di arrendersi, è questione di trattare.

Grottesco il militarismo trovato dai nostri governi”.
 
Ecco ancora una volta la VERITA'.
Detta in parole povere : saremo nella merda per 2 anni.

E dopo dovremo pagare il gas più caro agli americani.


Cosa succederebbe all’Italia se davvero, messo alle strette dalle sanzioni internazionali,

Putin decidesse di chiudere i rubinetti del gas?


Uno scenario del quale si è discusso parecchio in queste settimane,
alimentate da fortissime tensioni per quanto sta accadendo in Ucraina dopo l’attacco di Mosca.

Ed alla quale ha cercato di rispondere Andrea Bassi attraverso le pagine del Messaggero.


Partendo da un presupposto:

“Nonostante l’affannosa ricerca di forniture alternative, per i prossimi due inverni la situazione potrebbe non rivelarsi semplice”.


Oltre il 95% del gas consumato in Italia, infatti, viene in realtà importato dall’estero.

Con tanto di polemiche, riesplose in queste settimane, sulle risorse che avremmo nel nostro Paese
e che preferiamo però non sfruttare, preferendo piuttosto l’acquisto oltre i confini.

Il volume di gas proveniente dalla Russia negli ultimi anni è anche aumentato,
fino ad arrivare agli attuali 29 miliardi di metri cubi (dati del 2021), ovvero il 38% dei consumi totali.



Qualora Putin dovesse interrompere le forniture,
i problemi sarebbero in realtà potenzialmente pochi per i prossimi mesi,
quando sono attesi rialzi delle temperature e quindi un notevole calo nei consumi.

I guai, semmai, slitterebbero all’inverno 2022:

“Eni ha dichiarato che entro l’arrivo della stagione fredda sarà in grado di sostituire il 50% del gas russo con risorse proprie. Ma non basterà”.


Il rischio di razionamenti resta concreto:

“Esistono piani del governo per introdurre misure di flessibilità sui consumi del gas

e sui consumi del settore termoelettrico.

Potrebbe essere imposta una riduzione della temperatura del riscaldamento domestico e degli uffici pubblici,

oltre ad altre misure di risparmio energetico”.


La stima più attendibile per un reale sganciamento dalla Russia è infatti “di tre anni”.
 
Due termini – “carcere duro” e coprifuoco – che rendono perfettamente l’idea

del tipo di trattamento riservato ai cittadini, in nome di una dichiarata emergenza sanitaria.


Un’emergenza per la quale sono state a lungo negate e oscurate le cure,

ottenendo così l’effetto di intasare gli ospedali di pazienti ormai aggravatisi,

proprio perché lasciati soli per giorni nelle loro case, senza la minima assistenza medica.


Logica conseguenza, poi, l’imposizione di una controversa profilassi sperimentale
(il trattamento sanitario obbligatorio mediante i sieri genici C-19) e l’adozione del lasciapassare digitale.


Un passaporto “sanitario” senza il quale non si sarebbe più potuto continuare a lavorare, viaggiare e vivere,
o addirittura entrare in un negozio di scarpe, accedere agli uffici pubblici, fare un salto in banca o spedire una semplice raccomandata postale.



Svariati analisti italiani, da Giulietto Chiesa a Massimo Mazzucco,
dopo il 2001 hanno evidenziato con precisione il problema della disinformazione sistematica,
partendo proprio dal catastrofico attentato che colpì le Torri Gemelle di New York.

Scoprire che quel disastro spaventoso non fu opera di kamikaze isolati fa un po’ lo stesso effetto provocato da certe scoperte di Mauro Biglino:
davanti a Mosè – scrive la Bibbia, in ebraico – non si aprirono mai le acque di nessun Mar Rosso;

il popolo dell’Esodo si limitò infatti a guadare uno Yam Suf, un semplice canneto, probabilmente uno dei tanti lungo il delta del Nilo.


Quanto è stato breve, il passo che separa la tragedia delle Twin Towers
dalla narrativa “climatica” di Greta Thunberg, patrocinata dai signori di Davos?


Negli ultimi vent’anni, questa sorta di discesa agli inferi ha proposto un’escalation continua,

aperta dalle guerre di aggressione (Iraq, Afghanistan, Libia, Siria), attraverso una via crucis pressoché infinita,

passando per la crisi degli spread e l’austerity europea, i terrorismi esotici e quelli domestici,

fino ad arrivare, oggi, all’infarto più sconcertante e forse definitivo:

la feroce guerra in Ucraina e il divorzio dell’Occidente dalla Russia,

che si vorrebbe escludere dal consesso umano in modo quasi metafisico, come se il mondo russo fosse l’unica fonte di ogni male.


Più ancora che i missili, a spaventare è il non-pensiero che sovrasta ogni possibile disamina,

ogni sguardo proteso ad esplorare aspetti necessariamente sfaccettati della realtà,

in cui – come sappiamo – le responsabilità degli eventi storici sono sempre largamente distribuite.




Piuttosto che sforzarsi di comprendere,

per poi disinnescare i conflitti,

si preferisce criminalizzare la controparte,

fino a demonizzarla.



Ed è proprio qui che sembra riaffiorare una tentazione antica:

travisare la “testualità” fattuale della storia e sostituirla con una sorta di distorsione quasi teologica,

un’interpretazione sommaria e basata su una narrazione invariabilmente unilaterale,

spesso minacciosa, sempre restia a confrontarsi con l’altrui verità.
 

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