Val
Torniamo alla LIRA
Una delle obiezioni classiche all’utilizzo delle riserve italiane di gas naturale è che,
una volta utilizzate ed esaurite, non ne avremmo più.
Il ragionamento è quello di tenere riserve per sempre, evidentemente, fino a quando non saranno inutili…
Questo non è esatto: il gas non è inesauribile,
ma la ricerca e l’invenzione di nuovi giacimenti dipende dagli investimenti nella loro ricerca.
Se si investisse si troverebbero nuovi giacimenti non conosciuti.
Negli anni settanta si riteneva che non saremmo arrivati al duemila con il petrolio.
Abbiamo superato quegli anni, e c’è ancora petrolio in relativa abbondanza.
C’è però un altro fattore poco conosciuto e considerato:
molti di questi pozzi potrebbero essere rapidamente riconvertiti, dopo il loro esaurimento, in fondi di energia geotermica.
Esistono diverse ricerche, anche italiane, come la seguente,
che parlano dell’utilizzo già sperimentato in pratica, e in diversi casi,
di riutilizzo a scopo di energia geotermica dei punti di estrazione esauriti per il gas naturale.
I pozzi da utilizzare sono quelli con temperatura del liquido iniettato pari o superiore a 70 gradi.
Si tratta solitamente di quelli che giungono a una profondità di circa 3000 metri.
Gli studi prevedono poi il riciclo delle acque immesse, per cui si tratta di un ciclo chiuso.
Non si tratta di impianti di grosse dimensioni, ma di piccoli impianti ,
che quindi hanno senso se connessi in rete, e forniscono anche potenziale teleriscaldamento.
Ci sono già esempi funzionanti, on shore, cioè sulla terraferma,
ma nulla vieta di poter trovare soluzione che permettano di funzionare, su scala magari leggermente maggiore, off-shore.
Quindi un pozzo italiano ha due vantaggi:
- prima produce il tanto necessario gas naturale;
- una volta esaurito, se ha determinate caratteristiche, può essere riconvertito nella generazione di energia geotermica sotto forma di teleriscaldamento ed elettricità.
Da una ricerca di Soldi Alimondo e Scrocca, questa è la distribuzione dei pozzi attivi con temperature adeguate a 3000 metri.
Quindi, se facessimo veramente i nostri interessi, estrarremmo il gas, con pozzi a due vie, per ottimizzare l’estrazione,
e poi utilizzeremmo gli stessi scavi per estrarre energia geotermica.
In eterno? No, per un periodo sufficiente a passare ad altre forme energetiche non collegate agli idrocarburi.
Vent’anni? Sarebbe più che sufficiente.
Ovviamente un intervento del genere richiede un piano energetico, volontà, de-burocratizzazione e un uso intelligente dei fondi.
Il superamento delle centinaia di vincoli burocratici in Italia è probabile come il ritrovamento di un unicorno:
abbiamo un partito, il PD , che vive di trappole burocratiche,
ed una parte dell’intoccabile dirigenza burocratica se ne approvvigiona economicamente.
Ci sarebbe perfino il PNRR, ma lo spendiamo in inutili amenità.
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