Val
Torniamo alla LIRA
Dall’altro lato, la Russia.
Vladimir Putin sembra voler recuperare non la ex Urss, quanto i fasti dell’imperialismo zarista,
dove il potere centrale assoluto da lui detenuto permette alla nuova classe aristocratica
– gli oligarchi, eredi dei latifondisti – di arricchirsi sulla pelle degli altri,
ma sempre nel rispetto di una gerarchia riaffermata con il pugno di ferro.
Da qui, l’assenza della libertà di stampa, la prigionia degli oppositori, l’autocrazia.
In una sola parola: la dittatura.
Si fronteggiano così, in realtà, due opposte degenerazioni del capitalismo.
Da noi, una forma elitaria e dispotica di tecnocrazia finanziaria,
tipica del cosiddetto neo-capitalismo “della sorveglianza”,
come definito in un sagace studio di Shoshana Zuboff;
in Russia, un neo-imperialismo vetero-zarista e illiberale.
Niente di strano che il vero timore di Putin sia che la tecnocrazia occidentale si espanda
fino a lambire le regioni del suo impero, per poi fagocitarle.
Perciò la guerra.
Preventiva.
Vladimir Putin sembra voler recuperare non la ex Urss, quanto i fasti dell’imperialismo zarista,
dove il potere centrale assoluto da lui detenuto permette alla nuova classe aristocratica
– gli oligarchi, eredi dei latifondisti – di arricchirsi sulla pelle degli altri,
ma sempre nel rispetto di una gerarchia riaffermata con il pugno di ferro.
Da qui, l’assenza della libertà di stampa, la prigionia degli oppositori, l’autocrazia.
In una sola parola: la dittatura.
Si fronteggiano così, in realtà, due opposte degenerazioni del capitalismo.
Da noi, una forma elitaria e dispotica di tecnocrazia finanziaria,
tipica del cosiddetto neo-capitalismo “della sorveglianza”,
come definito in un sagace studio di Shoshana Zuboff;
in Russia, un neo-imperialismo vetero-zarista e illiberale.
Niente di strano che il vero timore di Putin sia che la tecnocrazia occidentale si espanda
fino a lambire le regioni del suo impero, per poi fagocitarle.
Perciò la guerra.
Preventiva.