Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Sono state confermate alcune disposizioni in merito all’utilizzo delle mascherine, rigorosamente di tipo Ffp2.

Saranno obbligatorie su treni, aerei, navi, traghetti, pullman turistici, funivie, in cinema, teatri, palazzetti dello sport, scuolabus e altri veicoli del Tpl, come autobus e metrò.


Per gli over 50, resta l’obbligo vaccinale (fino al 15 giugno),
ma non sarà più necessario esibire il super green pass sul posto di lavoro: sarà sufficiente il tampone.


Nella “nuova normalità”, per riportare a casa il pane, ci vuole la tesserina di Stato.


VACCINO COATTO anche per insegnanti e forze dell’ordine
per altri due mesi e mezzo,
mentre per i sanitari l’iniezione sarà obbligatoria fino a fine anno.


Com’è evidente, l’esecutivo ha scelto la strada di un inutile ed estenuante percorso a tappe,

che continuerà a rendere l’Italia il Paese (sotto) sviluppato con più restrizioni ancora per tutto aprile.

Inclusi, quindi, il periodo di Pasqua
(in caso di freddo e acquazzoni, per festeggiare al ristorante servirà il green pass)

e la Liberazione, che capiterà di domenica (altro fine settimana lungo rovinato dalla virocrazia).



Da maggio, il pass dovrebbe sparire del tutto,

mentre, sulle mascherine al chiuso, il governo si riserva di decidere più in là:

come ci ha tenuto a sottolineare Speranza, la fine dell’obbligo di indossarle non sarà automatica.


Ed è proprio in questi dettagli che si nasconde l’inghippo di tutta la road map del ritorno alla normalità.
 
In verità, già da subito, il ministero di Speranza conserva amplissimi poteri d’ordinanza.

E in generale, l’esecutivo potrà rimangiarsi una o più tappe della ripartenza.



Non siate troppo sicuri dell’addio definitivo al green pass:

la “validità tecnica” del codice a barre in cui si sostanzia la certificazione, infatti, è stata già prorogata per quasi tre anni.

Se qualcuno non avesse pensato che, un domani, il lasciapassare verde potrebbe tornare utile,

per quale motivo sarebbe stato deciso un tale prolungamento della sua durata?


Non è difficile ipotizzare un impiego “a fisarmonica” del documento:

via nei mesi caldi, per spingere il turismo ed evitare lamentele eccessive da parte degli operatori turistici

e, in generale, degli italiani, più propensi a uscire, a viaggiare e a fare vita sociale;


di nuovo attivo nei mesi invernali, con la scusa degli inevitabili aumenti dei contagi.


Un pretesto per ripristinare l’emergenza di fatto, anche senza dichiararla di diritto, lo si trova sempre.



Oggi sparisce lo stato d’emergenza,

ma resta la spada di Damocle dell’utilizzo di poteri emergenziali.



Cambiamo i nomi, affinché la sostanza rimanga quasi la stessa.



Perché lo Stato,

una volta occupato uno spazio, non lo libera mai;

una volta estese le proprie funzioni, non le riduce di nuovo;

una volta assaporato uno spicchio in più di arbitrio, ne esige sempre di più.


Il Leviatano non è mai stato così pingue.


E non ha intenzione di intraprendere una cura dimagrante.
 
In fin dei conti, è il vulnus dell’approccio del governo:

conservare poteri discrezionali,

allargare le competenze in capo al ministero della Salute,


sul quale, dal 2023, convergeranno anche le funzioni temporaneamente affidate a un’unità del dicastero della Difesa,

che dovrebbe completare la campagna di vaccinazioni.



Ma quand’è che sarà completata?


A che percentuale di popolazione inoculata?


A quante dosi di richiamo?


Sarà un’impresa infinita?


Never ending story.
 
Non è un pesce d'aprile. Ma l'assurda REALTA' di una circolare emessa
dal MINISTRO DELL'INTERNO. La gran qualificata Luciana Lamorgese.



“Nella giornata di lunedì 28 marzo scorso il Dirigente del Compartimento della Polizia Stradale di Milano per la Lombardia,
ha diramato una nota, indirizzata a tutte le Sezioni della Polizia della Regione,
che certamente ha ingenerato un sentimento di scoramento fra gli Operatori della Specialità”.

Ne dà conto una nota del SAP – Sindacato Autonomo di Polizia a firma del segretario provinciale Rodolfo Ratti.


Sostanzialmente, nella circolare

“viene fortemente consigliato che le pattuglie, nel caso frequente di inseguimento di veicoli che non rispettano l’intimazione dell’Alt,
dovranno limitarsi ad annotare i dati del veicolo fuggitivo cosicché comunicarli alle altre pattuglie in servizio”.


Un consiglio che “viene elargito con una esaustiva elencazione delle numerose conseguenze penali, amministrative, disciplinari ed erariali
nelle quali si incorrerebbe nel caso il cui tentativo di bloccare la marcia del malintenzionati dovesse generare “danno collaterali”.

Sin da subito queste direttive suscitano alcuni quesiti che non trovano risposta nella suddetta circolare:

“ma per quale scopo si deve diramare alle altre pattuglie presenti sul territorio i dati del veicoli fuggitivo
se anche quest’ultime devono attendere alla sopracitate limitazioni?

A chi spetterà l’arduo compito di fermare, controllare e quindi eventualmente contravvenzionare o arrestare il fuggiasco
prima che commetta ben più gravi infrazioni o addirittura reati?”.


La segreteria provinciale del SAP

“ritiene che gli operatori della Polizia Stradale e quindi anche tutti gli altri appartenenti alla Polizia di Stato,
conoscano molto bene i rischi, anche normativi, di un mestiere sempre più difficile da svolgere,
ma siano altrettanto ben consci del servizio che devono garantire all’intera Nazione
prestazione, questa, non solo sancita a chiare lettere dalle normative vigenti,
ma anche espressamente richiesta a gran voce da tutti i milioni di cittadini onesti che vivono in questo Paese.
La consapevolezza di doversi preoccupare maggiormente delle responsabilità interne
piuttosto che delle insidie dei malfattori di turno, ci pare davvero mortificante;
vorremmo preoccuparci di assicurare i delinquenti alla Giustizia piuttosto che delle conseguenze interne che ne derivano dal farlo!”.


“È evidente che questa logica operativa non accrescerà certamente l’autorevolezza della Polizia di Stato,
ma bensì solo la consapevolezza dell’impunità per chi delinque ovvero per chi compie reati anche ben più gravi di quelli previsti dal Codice della Strada.
Questa segreteria è certa che non è questo quello che auspicano i cittadini lombardi”.
 
Ultima modifica:
Si è già premurato di emettere una circolare ........ed i positivi sono sempre in galera.


Con l'art 4 del DL n. 24 del 24 marzo 2022 si prevedono norme in vigore dal 1 aprile 2022 su:

  • isolamento
  • autosorveglianza
in ragione della fine dello stato di emergenza.


Isolamento dal 1 aprile

In particolare, si prevede che a decorrere dal 1° aprile 2022
è fatto divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora
alle persone sottoposte alla misura dell'isolamento per provvedimento dell'autorità sanitaria
in quanto risultate positive al SARS-CoV-2, fino all'accertamento della guarigione.

La cessazione del regime di isolamento consegue all'esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare

per la rilevazione di SARS-CoV-2, effettuato anche presso centri privati a ciò abilitati.

E' bene sottolineare che in precedenza si parlava di quarantena.

Con Circolare del Ministero della salute n 19680 del 30 marzo 2022
sono state normate le modalità attuative delle suddette previsioni.


La suddetta circolare rimanda al precedente provvedimento del Ministero della salute del mese di dicembre 2021 che specificava che

"Quanto ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster,
o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni,
l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni,
purché i medesimi siano sempre stati asintomatici,
o risultino asintomatici da almeno 3 giorni
e alla condizione che, al termine di tale periodo,
risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo
".
 
Autosorveglianza dal 1 aprile

Inoltre, sempre il DL n 24 ha previsto che
a decorrere dal 1 aprile 2022 a coloro che hanno avuto contatti stretti
con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell'autosorveglianza
,
consistente:

  • nell'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2,
  • al chiuso o in presenza di assembramenti fino al decimo giorno successivo
  • alla data dell'ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2,

  • e di effettuare un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2, anche presso centri privati a ciò abilitati:
    • alla prima comparsa dei sintomi

    • e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell'ultimo contatto.

La Circolare del Ministero della salute n 19680 del 30 marzo 2022 in merito ai "contatti stretti" conferma che
a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’autosorveglianza,
consistente nell’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso
o in presenza di assembramenti, fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto.

Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi suggestivi di possibile infezione da Sars-Cov-2,
è raccomandata l’esecuzione immediata di un test antigenico o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2
che in caso di risultato negativo va ripetuto, se ancora sono presenti sintomi, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.


Aggiunge inoltre che gli operatori sanitari devono eseguire un test antigenico o molecolare
su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con un soggetto contagiato.
 
Vorrei sperare, ma la speranza fugge. Dovremo tenercelo sino al prossimo anno.
Ed è ancora lì ad osannare un pezzo di carta che non serve a nulla.
Ma che ci ha creato gravi problemi economici. Ma a lui, che .azzo gliene frega
dei problemi economici degli Italiani. Lui ha fatto scienza politiche.


Nemmeno la fine dello stato di emergenza ha cambiato la rotta tracciata ormai da tempo dal ministro Roberto Speranza.

Determinato a insistere sulla linea della cautela proprio mentre il resto del mondo ha deciso, invece,
di fare retromarcia e permettere ai cittadini di tornare alla loro vita di sempre.

Alle pagine di Repubblica, il titolare della Salute ha infatti spiegato:


“Si apre una fase nuova, il Paese affronta l’epidemia ancora in corso con strumenti ordinari. Non significa che la pandemia è finita”.


Secondo Speranza “non c’è un pulsante ‘off’ che magicamente fa sparire il virus.

Ma chi pensa che si debbano ancora usare gli strumenti di due anni fa è fuori dalla storia.(TU)

È cambiato tutto: conosciamo meglio il virus, abbiamo i vaccini, le cure, sappiamo che le mascherine sono fondamentali.
Ci vuole ancora attenzione perché la pandemia non si è conclusa ma serve anche il coraggio di aprire una fase diversa dal passato”.


Le mascherine al chiuso, al momento, resteranno così obbligatorie, in attesa di ulteriori valutazioni a partire dal 1 maggio:

“Attenzione, non abbiamo già deciso.
Sono scelte che si fanno passo dopo passo, a metà aprile osserveremo il quadro epidemiologico, valutando la curva.
La situazione degli ospedali ora è sotto controllo ma l’incidenza è alta e le mascherine sono particolarmente utili.
E infatti questo mese restano obbligatorie al chiuso”.


Sulla quarta dose agli anziani, invece, Speranza ha chiarito:

“Si deciderà, dopo aver ascoltato gli esperti e le agenzie regolatorie, la settimana prossima”.


Infine, il ministro ha difeso a spada tratta il Green pass, nonostante il malcontento crescente degli italiani:

“Ha fatto la differenza, ci ha fatto raggiungere una delle migliori percentuali di vaccinazione in Europa e nel mondo.
Ci sono Paesi come Austria, Germania e Olanda dove anche in questi mesi sono stati costretti a fare chiusure dure.
Noi no, grazie alle alte coperture, figlie di un uso robusto del Green Pass e dell’introduzione dell’obbligo”.
 
Ci hanno preso per il kulo con le immagini dei camion che lasciavano bergamo, solo per incutere il TERRORE.

Un morto è morto. Sempre. Ed il virus è morto prima di entrare nella cassa con la morte della persona.

Un morto non può contagiare. Non respira più.........

UN VIRUS NON E' UN BATTERIO.


E ci sono state milioni di persone che hanno creduto a questa nefandezza. Poveri loro.
Ed oggi ?

E' usuale che le bare rimangano nei cimiteri in attesa di tumulazione
o dell'invio al forno creamtorio. E' accaduto prima, accade oggi ed accadrà domani.


È andato in onda nella giornata di ieri un servizio di Pomeriggio Cinque sul cimitero di Nicastro, Lamezia Terme (CZ),
sull’indecorosa situazione strutturale ed organizzativa del camposanto.

Il problema era già stato denunciato in quanto il caso, purtroppo, non risulta essere isolato.

Sono molti, infatti, i cimiteri in Italia che versano nelle medesime condizioni.


Dal servizio si possono vedere ben 63 bare letteralmente “parcheggiate” un po’ ovunque, anche nelle cappelle dei privati cittadini.

Sono state intervistati anche due anziani lametini, che hanno rilasciato una testimonianza agghiacciante:
doppi pagamenti all’Amministrazione Comunale per la gestione dei posteggi temporanei e delle riesumazioni,
situazioni di degrado sia per i defunti che per i lavoratori della struttura,
cremazioni praticamente obbligate, insomma una situazione indecorosa.

Nei luoghi preposti al riposo eterno riecheggiano le voci dei familiari dei deceduti,
stanchi di dover fare i conti con alti costi e molteplici disservizi.

Inutili fino ad oggi le numerose segnalazioni,
nessuno è stato in grado di fornire risposte o prospettive concrete,
portando all’esasperazione una situazione già di per sé drammatica.


La questione dei defunti “posteggiati” da mesi,
in attesa che possano trovare anche loro un posto nel cimitero per essere tumulati,
è uno scandalo sociale che grida vendetta .


CHIAMATE I CAMION ANCHE QUI E FATE UN BEL FILMINO.
 

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